3. I trattati

L ET IMPERIALE in breve 3. I trattati LEZIONE TRECCANI Seneca: i trattati, le tragedie e l Apokoloky`ntosis I trattati si distinguono dai dialoghi per il carattere tecnico degli argomenti affrontati: essi si occupano infatti di teoria politica (il De clementia), di teoria economico-sociale (il De beneficiis) e di scienza (meteorologia: le Naturales quaestiones). A livello formale, i trattati, come i dialoghi, hanno un destinatario, ma la figura dell interlocutore fittizio è meno presente; inoltre, lo stile (à pp. 78-79) è meno elaborato e articolato rispetto ai saggi filosofici. DE CLEMENTIA Nel De clementia Seneca La virtù più importante del princeps In questo trattato di cui possediamo solo il primo descrive il sovrano e parte del secondo libro, dei tre di cui era originariamente composto Seneca espone il suo ideale, che si ispira ideale politico, ispirato alla moderazione, all equità e, appunto, alla clemenza. dedicato a alla clemenza (intesa Nerone ed è stato composto all inizio del suo regno (54 d.C.). come moderazione) e rifiuta la crudeltà; il Il filosofo vuole far comprendere al nuovo principe i doveri imposti dalla sua nuova trattato è dedicato a condizione: regnare vuol dire vivere sotto gli occhi di tutti ed essere, di fatto, limitati Nerone per indurlo a non nella libertà personale, che pure appare teoricamente illimitata (à T8). abbandonarsi L interdipendenza fra sovrano e sudditi viene illustrata, oltre che con gli esempi storici, agli eccessi. anche con numerose immagini riprese dalla tradizione: per esempio, il sovrano viene presentato come l anima e lo stato come il corpo , oppure è paragonato al re delle api , animali considerati un esempio perfetto di società strutturata (anticamente si credeva che a capo dell alveare ci fosse un esemplare maschio). La clemenza, massima virtù da perseguire, non corrisponde al perdono o alla misericordia, ma al giudizio equanime, che comporta il rifiuto della crudeltà e la preferenza per punizioni blande, più efficaci per ottenere l amore e la fedeltà dei sudditi. Il rilievo assoluto dato a questa modalità di agire rappresenta una caratteristica unica del testo rispetto agli altri esempi appartenenti a questo genere letterario, che riportano un elenco di diverse virtù. Tale caratteristica si spiega anche con l appartenenza di Seneca alla scuola di pensiero stoica, che riduceva tutte le virtù a una sola (à p. 75). Al contrario, la crudeltà non solo è odiosa, ma anche controproducente, in quanto suscita odio e potenziali rivolte da parte dei sudditi. L esempio negativo più frequentemente riportato da Seneca è Caligola, che, come già nel De ira, diviene simbolo di crudeltà gratuita e di reazioni impulsive ed eccessive. Seneca presenta il trattato come specchio del principe (à p. 113), come se Nerone possedesse già tutte le virtù da lui suggerite; in realtà attraverso le lodi e l esaltazione del discepolo, il filosofo vuol mostrare al giovane imperatore non com è, ma come dovrebbe diventare, vincolandolo a un altissima immagine esemplare. Se il giovane Nerone, come sappiamo da numerose fonti storiche, si era abbandonato a certi eccessi fino ad allora tollerabili, da quel momento sarebbe stato suo dovere controllarli, come imposto dal suo ruolo. DE BENEFICIIS Il De beneficiis è Una descrizione del sistema clientelare romano Con questo trattato in 7 libri scritti dedicato ai benefici, probabilmente durante il ritiro (63-64 d.C.) Seneca rappresenta una delle strutture porintesi come aiuti tanti della società romana, quella dell articolato sistema clientelare e delle amicitiae basate economici, e alle varie su mutui benefici, che delineano reti di alleanze cruciali sul piano politico e sociale. tipologie di beneficio, ed è arricchito con esempi Tema centrale è appunto la definizione del beneficio (dato o ricevuto), inteso come aiustorici e mitologici. to, prevalentemente economico, e le diverse modalità di restituzione o di gratitudine per lo 66

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale