PALESTRA DELLE COMPETENZE • VERSO L’ESAME DI STATO

PALESTRA DELLE COMPETENZE SAME VERSO L E O T A DI ST T11 L inizio della favola Analisi e interpretazione di un testo LETTERARIO tratto da Metamorfosi IV, 29-30 latino italiano All inizio della favola di Amore e Psiche, Apuleio racconta di come la fama della straordinaria bellezza della protagonista si diffonda in tutto il mondo, finendo per offuscare quella della stessa Venere, che comincia a vedere trascurati i propri culti e i propri templi: nasce così l ostilità della dea nei confronti della fanciulla, dalla quale prende le mosse la vicenda narrata nella favola. 5 10 29. Sic immensum procedit in dies opinio, sic insulas iam proxumas et terrae plusculum provinciasque plurimas fama porrecta pervagatur. Iam multi mortalium longis itineribus atque altissimis maris meatibus ad saeculi specimen gloriosum confluebant. Paphon nemo Cnidon nemo ac ne ipsa quidem Cythe ra ad conspectum deae Veneris navigabant; sacra differuntur, templa deformantur, pulvinaria proteruntur, caerimoniae negleguntur; incoronata simulacra et arae viduae frigido cinere foedatae. Puellae supplicatur et in humanis vultibus deae tantae numina placantur, et in matutino progressu virginis, victimis et epulis Veneris absentis nomen propitiatur, iamque per plateas commeantem populi frequentes floribus sertis et solutis adprecantur. Haec honorum caelestium ad puellae mortalis cultum inmodica translatio verae Veneris vehementer incendit animos, et impatiens indignationis capite quassanti fremens altius sic secum disse rit: 30. «En rerum naturae prisca parens, en elementorum origo initialis, en orbis totius alma Venus, quae cum mortali puella partiario maiestatis honore tractor et nomen meum caelo 29. Così di giorno in giorno questa credenza si ingigantiva e pigliava piede davvero, levando grande scalpore nelle isole vicine e di lì nel continente e via via di provincia in provincia. Fu allora un vero pellegrinaggio di gente senza fine che a costo di interminabili viaggi e traversando mari profondi, convenivano a vedere la grande maraviglia del secolo. Non c era più uno che pigliasse la nave per andare a far visita a Venere in Pafo o a Cnido o magari a Citera.1 I sacrifici vengono rimandati; i templi sono uno squallore; i sacri letti messi sotto ai piedi; alle cerimonie non ci pensava più nessuno. Le sue statue eran lasciate in abbandono, senza neanche una corona; gli altari senza un cane e tutti sudici di cenere spenta. A chi si rivolgono le preghiere? Alla fanciulla! Venere, una dea così potente, ormai veniva adorata in un volto umano; e la mattina, quando la vergine appariva in pubblico, si facevano sacrifici ed offerte invocando il nome di Venere assente.2 Quando poi passava per le strade assiepate di popolo, l invocavano gettando al suo passaggio fiori a mazzetto o sciolti in petali. Questo inaudito trasferimento di onori divini al culto di una fanciulla mortale fece montare la bizza alla Venere vera che, schiattando di sdegno, cominciò a tentennar la testa e con un borboglìo di rabbia che le saliva dal profondo così prese a ragionar seco: 30. «Come?! Dunque io, l antica madre della natura, l origine prima di tutti gli elementi, la Venere che nutre l universo mondo, a questo son ridotta? A dividere con 1. Pafo Citera: città che erano sede di celebri santuari di Afrodite. 2. e la mattina Venere assente: la fanciulla è erroneamente creduta una manifestazione della dea. 655

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale