Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 40 45 50 55 60 65 70 di poco innanzi. Ma avevo appena chiusi gli occhi, quand ecco emergere da mezzo il mare una divina parvenza, con un tal viso che perfino agli dèi avrebbe imposto venerazione. Poi a poco a poco uscì fuori dall acqua con tutta la persona ed io ebbi la visione della sua splendida immagine ferma dinanzi ai miei occhi.11 Mi proverò ora a descrivervi la sua maravigliosa bellezza, se la povertà dell umano linguaggio me lo permetterà o se la stessa divinità mi concederà il dono di una facile e ricca eloquenza.12 Anzitutto i capelli folti e lunghissimi e dolcemente ondulati le ricascavano in molle abbandono sulla nuca divina. Una corona di multiformi e svariati fiori le cingeva la cima del capo e sulla fronte, proprio nel bel mezzo di essa, un disco dalla superficie piana, che sembrava uno specchio, ma voleva significar la Luna, mandava candidi riflessi. Esso era stretto a destra e a manca da spire di serpenti attorcigliati e sormontato da mazzi di spighe. La tunica era di colore cangiante: intessuta di bisso finissimo, ora brillava d un bianco luminoso, ora appariva d un giallo oro, ora rosseggiava d un colore di viva fiamma. Quello che poi mi abbagliava completamente la vista era il mantello: nerissimo, tutto lucente d un fosco splendore. Esso la avvolgeva per tutto il corpo e passandole da sotto il braccio destro, le risaliva verso la spalla sinistra, sino a formare come un nodo, che le ricadeva sul davanti aprendosi in molteplici pieghe verso il basso ed ondeggiando graziosamente in mille frange e guarnizioni. 4. Sull orlo della guarnizione e sparse sulla superficie del mantello brillavano le stelle ed in mezzo ad esse la Luna piena effondeva una luce di fuoco. E per tutta l ampiezza in cui si sviluppava quel maraviglioso indumento, tutt intorno si snodava un intreccio di fiori e frutti d ogni genere. Le cose che reggeva in mano erano assai diverse: infatti nella destra reggeva un sistro di bronzo provvisto d una sottile linguetta curvata a mo di balteo e trapunta da certe verghette che, al triplice vibrare del braccio della dea, emettevano un suono argentino.13 Dalla sua sinistra, invece, pendeva un vaso d oro a forma di navicella e dalla cima del suo manico si levava un aspide, alto il capo e gonfio il collo. I suoi piedi divini calzavano sandali fatti di foglie intrecciate di palma, la pianta della vittoria.14 Così bella, così imponente e tutta olezzante di profumi della Arabia felice, mi apparve la dea e mi degnò della sua voce divina: 5. «Eccomi a te, o Lucio. Commossa dalle tue preghiere, io, madre della natura, signora di tutti gli elementi, origine prima di tutti i secoli, somma tra gli dèi, regina dei morti, signora dei celesti, sono accorsa. Io di tutti gli dèi e le dee in me riassumo gli aspetti e col mio cenno governo i culmini radiosi del cielo, i salutiferi venti del mare, i desolati silenzi dell Averno: e il nume mio, unico pur sotto multiformi aspetti, con vari riti e sotto diversi nomi, il mondo tutto adora. Ond è che i Frigi, primi nati nel mondo, mi chiamano Pessinunzia, madre degli dèi; e gli Attici autoctoni Minerva Ce- 11. ebbi la visione occhi: all inno cletico, cioè alla preghiera d invocazione, fa seguito l epifania, ossia la manifestazione della divinità. 12. se la povertà eloquenza: per descrivere la dea l autore ricorre a una recusatio*. 652 13. un sistro argentino: il sistro era l oggetto più caratteristico del culto della dea Iside: si trattava di un particolare sonaglio, costituito da un ferro piatto e curvo sostenuto da un manico e attraversato da piccole asticelle di metallo, che urtando il supporto producevano un caratteristico tintinnio. 14. Dalla sua sinistra vittoria: questa lunga descrizione, questa èkphrasis*, descrive la dea Iside con gli attributi tipici che le erano riconosciuti in quanto divinità femminile legata alla magia, alla notte e alla fertilità.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale