Scene di vita vissuta

L ET IMPERIALE Scene di vita vissuta T2 L esordio davanti al giudice tratto da Apolog a 1 latino Il processo contro Apuleio per presunte pratiche magiche ai danni della ricca vedova Pudentilla si svolge davanti a Massimo Claudio, proconsole della provincia di Africa. L autore sarebbe stato accusato ai sensi della lex Cornelia de sicariis et veneficis mentre era coinvolto in un altra causa per conto di Pudentilla. La strategia di Apuleio è semplice e lineare: depotenziare le accuse mosse nei suoi confronti, screditando al contempo i suoi rivali. 1.1. Certus equidem eram proque vero obtinebam, Maxime Claudi quique in ! repetita iuvant p. 632 à 5 10 consilio estis, Sicinium Aemilianum, senem notissimae temeritatis, accusationem mei prius apud te coeptam quam apud se cogitatam penuria criminum solis conviciis impleturum; 2. quippe insimulari quivis innocens potest, revinci nisi nocens non potest. 3. Quo ego uno praecipue confisus gratulor medius fidius, quod mihi copia et facultas te iudice optigit purgandae apud imper tos philosophiae et probandi mei. 4. Quanquam istae calumniae ut prima specie graves, ita ad difficultatem defensionis repentinae fuere. 5. Nam, ut meministi, dies abhinc quintus an sextus est, cum me causam pro uxore mea Pudentilla adversus Granios agere aggressum de composito necopinantem patroni eius incesse re maledictis et insimulare magicorum maleficiorum ac denique necis Pontiani privigni mei coepe re. 1.1-4. Certus fuere Maxime Claudi quique: con i due vocativi Apuleio si rivolge al proconsole d Africa Claudio Massimo e al collegio giudicante. Sicinium Aemilianum impleturum: la frase oggettiva dipende da Certus eram proque vero obtinebam ( ero sicuro e ritenevo vero che ); il soggetto è Sicinium Aemilianum (naturalmente in accusativo), il verbo è l infinito futuro impleturum [esse], che regge il complemento oggetto accusationem, cui si riferiscono i due participi congiunti coeptam e cogitatam. I due ablativi che concludono la frase, penuria e conviciis, hanno valori diversi: il primo è un ablativo di causa ( per l assenza di prove ), il secondo invece può avere valore strumentale ( per mezzo di sole ingiurie ), ma potrebbe anche essere un ablativo di abbondanza (spesso retto dal verbo impleo). Uno dei punti della strategia di Apuleio è la delegittimazione degli avversari: Sicinio Emiliano, uno dei suoi accusatori, è noto a tutti per la sua avventatezza (senem notissimae temeritatis) ed è capace solo di calunnie. insimula- 630 ri quivis potest: qualsiasi innocente può essere accusato : il verbo insimulo è all infinito presente passivo e significa essere accusato . revinci non potest: ma non può essere condannato che il colpevole ; la preposizione è parallela alla precedente, di cui riprende la costruzione (infinito passivo unito a voce del verbo possum) e richiama il soggetto (nocens innocens). Si potrebbe tradurre anche solo il colpevole può esser condannato (la doppia negazione, nisi non, afferma). Quo confisus: il participio congiunto con il soggetto (ego) regge l ablativo (Quo uno): e io confidando solo in ciò (ricorda che il participio perfetto di un verbo deponente come confiteor ha valore attivo). medius fidius: è una interiezione che può tradursi con veramente , in fede mia . mihi copia probandi mei: il verbo optigit ha per soggetti sia copia sia facultas (che possono essere tradotti in endiadi* molte possibilità ), e regge il dativo mihi come complemento di termine; i due sintagmi con il gerundivo (purgandae philosophiae; probandi mei) sono dipendenti da copia et facultas. ut graves, ita fuere: il soggetto di entrambe le proposizioni coordinate è calumniae, rispetto al quale gli aggettivi costituiscono parte nominale del predicato espresso da fuere = fuerunt: [queste calunnie] come sono state pesanti , sono state anche così improvvise . 5-7. Nam aliquod temeritati cum me incesse re: il cum ha valore temporale e regge il perfetto incesse re = incesserunt (il cui soggetto è patroni e che ha per oggetto me); al pronome personale in accusativo si devono riferire il participio congiunto aggressum (dal quale dipende l infinito agere, che ha per oggetto causam) e l aggettivo necopinantem: quando i suoi avvocati aggredirono me che avevo iniziato a trattare la causa e non me lo aspettavo . insimulare coepe re: dal perfetto coepe re = coeperunt dipende l infinito insimulare, che richiede il genitivo della cosa di cui si viene accusati (magicorum maleficiorum; necis privigni mei).

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale