DE VITA BEATA – LIBRO VII

L autore Seneca in breve risalto la loro capacità di affrontare il dolore coraggiosamente, senza la debolezza tipicamente femminile, e il fatto di non essere prive di cultura filosofica. Ad Marciam de consolatione La costruzione del martire politico La Consolazione a Marcia è considerata la prima delle opere di Seneca. Il testo, indirizzato a consolare la nobildonna romana Marcia per la perdita del giovane figlio, è in realtà focalizzato sulla figura di Cremuzio Cordo, il padre di lei: questi era stato costretto da Seiano braccio destro di Tiberio, caduto in disgrazia nel 31 d.C. a subire il rogo della sua opera storica e a darsi la morte. Egli è di fatto il primo esempio di quel martire delle idee che troverà il suo massimo ideale nella rilettura senecana di Catone Uticense. Della Ad Marciam è celebre il finale (cap. 26), in cui, sulla falsariga del Somnium Scipionis di Cicerone, Seneca immagina il padre di Marcia che descrive una sorta di Paradiso delle anime elette, e la fine del mondo, a cui egli stesso, con il figlio di Marcia, assisterà serenamente. La consolazione Ad Polybium de consolatione Adulazione a ogni costo Scritta durante il confino in Corsica (42-49 d.C.) e dedicata a uno dei più potenti liberti dell imperatore Claudio, che aveva perso il fratello, la consolazione a Polibio è il capolavoro dell ipocrisia senecana, in quanto i toni elogiativi stridono con la feroce critica a Claudio contenuta nell Apokoloky`ntosis (à p. 72). Anche qui, i luoghi comuni della consolazione sono rivisitati a fini politici: l adulazione sfacciata di Claudio, attraverso un suo influente cortigiano, mira a ottenere la grazia per far ritorno nell Urbe. L imperatore viene presentato come un modello di virtù, che saprà consolare l amico in lutto con il suo esempio e con i suoi interessi letterari, non meno che con le sue conquiste militari. Fra le strategie consolatorie viene suggerito al destinatario di dedicarsi al genere letterario della favola, che Seneca definisce inesplorato, nonostante al suo tempo esistesse già la raccolta composta da Fedro. Scritta da Seneca Ad Helviam matrem de consolatione Si può mantenere la serenità in esilio? Seneca si propone di confortare sua madre Elvia per il confinamento in Corsica, a cui Claudio l aveva costretto (42-49 d.C.). Per esortarla a sopportare questa nuova prova, le ricorda i numerosi lutti che ha dovuto affrontare e superare e anche alcuni esempi storici di donne dalla tempra eccezionale (come Cornelia, la madre dei Gracchi, e Rutilia, che seguì il figlio in esilio). Nella parte che Seneca dedica a sé stesso, l autore si dipinge come un saggio inattaccabile dalle circostanze esterne e come un campione del cosmopolitismo stoico: la Corsica (dipinta a tinte ben più fosche della realtà) non è diversa da Roma, perché in entrambe si può coltivare la filosofia. Dietro l intento autocelebrativo si cela anche quello di rassicurare la famiglia sulle sue condizioni; l ostentazione della propria serenità è sapientemente dosata con la descrizione delle privazioni dovute alla relegazione. Seneca, in esilio, esorta a Marcia, nobildonna romana che ha perso il figlio, parla in realtà del padre, Cremuzio Cordo, ingiustamente accusato da Tiberio e costretto a suicidarsi. durante l esilio in Corsica, la consolatio contiene toni elogiativi nei confronti di Claudio, per ottenere il ritorno a Roma. la madre a sopportare la prova cui è sottoposta, ricordandole i lutti passati e portando esempi di donne famose. Rassicura anche la famiglia sulle proprie condizioni. DE VITA BEATA LIBRO VII Perché ti dichiari filosofo e poi vivi nel lusso? A dispetto del titolo, il De vita beata, dedicato al fratello Novato e composto all apice della carriera (56-58 d.C.), è uno scritto polemico in cui caso unico nella sua produzione Seneca prende la parola direttamente per difendersi dalle accuse dei suoi detrattori, che criticavano la sua straordinaria ricchezza, il potere, l influenza, tutte cose da lui disprezzate negli scritti filosofici. La strategia difensiva di Seneca si basa su due osservazioni fondamentali: 1. Seneca dichiara di non essere ancora un saggio, ma solo un adepto in cammino verso la saggezza, dunque non si può pretendere da lui la perfezione; 2. poiché ricchezza e potere secondo lo stoicismo non sono in sé mali, ma fattori In questo dialogo Seneca si difende dai detrattori, che lo accusano di predicare la misura ma di vivere nel lusso: Seneca si difende dicendo di essere solo in cammino verso la saggezza. 63

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale