Fino a noi - La fortuna di Apuleio

L ET IMPERIALE d Fino a noi La fortuna di Apuleio Le Metamorfosi: un modello di narrazione fuori dagli schemi classici, alla base della nascita del romanzo. L antichità e il Medioevo Celebrato già in vita da statue in suo onore fatte collocare in molte città, fra le quali Cartagine, Apuleio conobbe grande successo grazie alla sua eloquenza e alle sue opere, in particolare quelle caratterizzate dalla presenza di elementi sovrannaturali. Una simile produzione, unita a una personalità decisamente sopra le righe, spiega la fama di mago con cui Apuleio fu ricordato per tutta l antichità e il Medioevo, in virtù della quale col tempo si andò formando un vero e proprio corpus di testi di natura perlopiù mistica e pseudoscientifica. Nonostante fosse divenuto, per tale ragione, un bersaglio dell apologetica cristiana, il suo valore di letterato fu riconosciuto da Agostino (à p. 758), che tuttavia ne contrastò con forza le posizioni filosofiche: in Apuleio, infatti, convergono non soltanto la figura del retore e quella del mistico, ma anche quella del filosofo. In particolare, il suo De Platone et eius dogmate costituì per l Occidente latino un importantissima fonte per la conoscenza e la comprensione della dottrina platonica nei secoli in cui le opere di Platone non erano disponibili. Un episodio particolare della fortuna antica di Apuleio è rappresentato dalle letture allegoriche della favola di Amore e Psiche: i cristiani, a cominciare dal grammatico e mitografo Fulgenzio, vissuto tra il V e il VI secolo d.C. e autore dei Mythologiarum libri, la interpretarono infatti come allegoria dell incontro tra l Anima e il Desiderio. Si tratta di una lettura che viene respinta dagli studiosi, alla luce delle posizioni non conciliabili con la dottrina cristiana espresse da Apuleio sia nelle stesse Metamorfosi (basti pensare al ruolo di Iside nell undicesimo libro), sia nei trattati filosofici. 624 Le Metamorfosi dal Trecento all età moderna Molto importante fu, inoltre, l influenza culturale delle Metamorfosi: di quest opera nel XIV secolo si erano perse le tracce da tempo e ne era rimasta una sola copia manoscritta, in un codice conservato oggi alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Questo manoscritto (che conteneva anche le uniche copie rimaste dell Apolog a, oltre che di parte degli Annales e delle Historiae di Tacito à p. 503) venne riscoperto da Giovanni Boccaccio (1313-1375), che ne fece una trascrizione e ripropose nel Decameron gli elementi di alcune novelle (à T8), anche se già Francesco Petrarca (1304-1374) doveva senza dubbio possedere una certa conoscenza dell opera di Apuleio. Maestro di Jean Mansel, miniatura di un manoscritto del XV secolo raffigurante la novella di Peronella raccontata nel Decameron di Boccaccio e ispirata a un passo dell undicesimo libro delle Metamorfosi. Parigi, Biblioteca dell Arsenale. Nel Cinquecento il romanzo conobbe numerose edizioni e venne più volte tradotto, influenzando ampiamente la produzione letteraria europea del tempo e affermandosi come modello per gli autori dei secoli successivi, affascinati da una narrazione decisamente fuori dagli schemi classici della letteratura latina. Con la traduzione del testo di Apuleio si cimentarono Matteo Maria Boiardo (1441-1494), l autore dell Orlando innamorato, ma anche Agnolo Firenzuola (1493-1543), che ne pubblicò una versione riadattata dal titolo Asino d oro; Niccolò Machiavelli (1469-1527) trasse

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale