Le traduzioni della Bibbia

L ET IMPERIALE in breve Le traduzioni della Bibbia La cosiddetta Bibbia dei Settanta è una versione greca della Bibbia redatta ad Alessandria d Egitto nel III secolo d.C. da 72 eruditi. La Bibbia dei Settanta Le prime traduzioni in latino dell Antico Testamento, in realtà, si rifanno a una versione greca, anziché risalire direttamente al testo ebraico: il testo che viene trasposto è quello noto come Settanta o Traduzione dei Settanta , trasposizione in greco dell originale ebraico eseguita ad Alessandria d Egitto tra il III e il II secolo a.C. e che, secondo la tradizione, sarebbe stata approntata da settantadue dotti che avrebbero tutti prodotto, l uno indipendentemente dall altro, lo stesso identico testo greco. Sotto il titolo di Vetus La Vetus Latina La prima traduzione in latino del testo sacro è nota con il nome di Vetus Latina si raccolgono Latina, per distinguerla dalla traduzione proposta successivamente da Girolamo, la Vulgata, più versioni della che diventerà la versione ufficialmente accolta dalla Chiesa. In realtà, sotto l etichetta di Vetraduzione dell Antico tus Latina si raggruppano diverse traduzioni dell Antico Testamento, che presentano discorTestamento, di cui le più importanti sono l Afra e danze, a volte anche piuttosto nette, e che si differenziano sulla base dell area geografica di l Itala, che circolavano produzione e diffusione: tra queste, le più note e diffuse, sono l Afra, la versione circolante rispettivamente in Africa in Africa, e l Itala, quella adottata in Italia. Si tratta di opere piuttosto mediocri nella resa e in Italia. letteraria, sia perché questi testi erano destinati alle masse di fedeli incolti, sia perché la particolare natura del testo, contenente la parola di Dio, rendeva necessaria una traduzione il più possibile letterale e fedele all originale. Acta e passiones dei màrtiri Compaiono opere che La memoria dei màrtiri in letteratura A fianco della produzione appena citata, prende intendono testimoniare avvio anche un filone letterario autonomo, con opere composte direttamente in latino, che le vicende dei màrtiri appartengono a generi letterari nuovi e originali: gli acta martyrum e le passiones, ovvero i cristiani, di cui raccontano il processo resoconti dettagliati dei processi che hanno portato alla condanna a morte dei màrtiri e le e la conseguente narrazioni del loro martirio. condanna o il martirio. Per rendere onore al coraggio dei màrtiri e conservarne il ricordo, a partire dal II secolo Nel primo caso si iniziano a redigere i resoconti dei loro processi, in una narrazione asciutta ed essenziale, abbiamo i cosiddetti acta, nel secondo che ricalca quella delle cronache giudiziarie: da qui il nome di acta, sebbene solo di rado si le passiones, che basino sugli autentici atti dei processi. aggiungono all elemento Gli acta martyrum più antichi, quelli del martirio di Policarpo, vescovo di Smirne (160 cronachistico anche aspetti d.C.), e quelli dei martiri di Lione e di Vienne (178 d.C.), sono in greco, mentre la produprettamente letterari. zione in lingua latina di questo particolare genere si apre con gli Acta martyrum Scillitanorum, nei quali si espongono le fasi del processo mosso per ordine del proconsole Saturnino contro tre uomini e tre donne originari della città di Scillum, in Numidia, i quali vennero condannati a morte a Cartagine nel 180 d.C. Le passiones, invece, non sono semplici cronache, ma vere e proprie narrazioni dei martìri, maggiormente elaborate dal punto di vista retorico-stilistico e arricchite dalla presenza di dettagli biografici e dalla descrizione dei sentimenti e delle sensazioni dei protagonisti. La Passio Perpetuae et La Passio Perpetuae et Felicitatis L esemplare più alto del genere delle passiones è la PasFelicitatis è il resoconto, sio Perpetuae et Felicitatis, che racconta del martirio di una giovane nobildonna romana di ricco di pàthos, origine africana, Vibia Perpetua, e della sua schiava Felicita, entrambe catturate e processate del martirio di due donne di origine africana, una nel 202 d.C. a Cartagine insieme con il loro catechista Saturo. Il racconto, che si presenta nelnobile e la sua schiava. la prima parte come una sorta di diario composto dalla stessa Perpetua, è ampliato dall in- serzione di alcune visioni mistiche e dalla descrizione delle sofferenze della protagonista ed è caratterizzato da una narrazione semplice e diretta, che però, proprio per questo, risulta retoricamente efficace e capace di far presa, a livello emotivo, sui lettori. 604

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale