3. Il tramonto dell’età aurea

L ET IMPERIALE in breve crisi economica che ne compromette profondamente il funzionamento. L elevata mortalità ha pesanti ricadute sulla produzione agricola, sulla tassazione e sull arruolamento, e tutto ciò si traduce in carestie, crollo del gettito fiscale, indebolimento delle difese: intrappolato in una simile spirale, l impero rischia di soccombere, anche perché costretto ad affrontare ribellioni sul fronte interno e invasioni dall esterno. Commodo è imperatore Commodo In tale scenario di crisi diventa princeps Commodo (180-192 d.C.), il figlio a diciotto anni; sorretto diciottenne di Marco Aurelio. Bisogna ancora una volta sottolineare che questa scelta è perda consiglieri nell azione fettamente in linea con la natura del principato: i principi che hanno scelto di adottare il di governo, vive in modo dissoluto e si proprio successore lo hanno fatto, in primo luogo, perché privi di figli maschi (à p. 286). Il disinteressa della res nuovo principe, anche a causa della sua giovane età, per i primi anni governa con il supporto publica. Muore per una di un gruppo di consiglieri. Questa situazione influenza profondamente il principato di congiura. à Busto di Commodo raffigurato come Ercole. Commodo poiché, di fatto, pone le condizioni perché si realizzi una separazione fra l imperatore, che detiene nominalmente il potere, e una serie di collaboratori, di volta in volta incaricati di affrontare le varie questioni di governo. In questo modo il princeps finisce per disinteressarsi sempre più della res publica e della sua amministrazione, preoccupandosi soltanto di curare la propria immagine di eroico sovrano dai tratti divini e giungendo, per tale ragione, a identificarsi con il dio Ercole (Hercules Romanus) e a organizzare spettacoli gladiatori ai quali partecipa in prima persona. Tale atteggiamento contribuisce a esacerbare una classe senatoria duramente colpita, nel frattempo, da numerose epurazioni. Il risultato è che Commodo perde la vita la notte dell ultimo giorno di dicembre del 192 d.C., vittima dell ennesima congiura. Con la morte di Commodo si chiude un epoca della storia di Roma contrassegnata dalla concordia civile: l impero ha ormai perso la compattezza acquisita ai tempi di Traiano e si appresta a vivere una fase caratterizzata dai disordini interni. L instabilità politica e l insicurezza economica e sociale hanno effetti ad ampio raggio, per esempio favorendo l allontanamento della popolazione dalla religione tradizionale (che ha una natura pubblica e politica), intensificando la diffusione di culti di origine orientale (à p. 591). 3. Il tramonto dell età aurea Il principato passa La guerra civile e Settimio Severo Nel 193 d.C. Commodo è sostituito da Publio Elvio da Pertinace a Didio Pertinace, che è sostenuto dai senatori e in passato si è rivelato un valido comandante e ha Giuliano, poi esplode rivestito numerosi incarichi, fra cui quello di governatore provinciale. Ma il suo principato una guerra civile. La dura appena tre mesi: Pertinace non riesce a guadagnarsi il supporto dei pretoriani, che lo vince Settimio Severo, che dopo alcune ricche uccidono. Segue, allora, una serie di sovrani o di aspiranti tali, che si contendono il potere. conquiste in Oriente Didio Giuliano regna per un paio di mesi, poi viene messo a morte da una congiura dei muore. Gli succede il senatori; nel frattempo, le legioni si sono ribellate alla sua autorità, e i vari contingenti di figlio Caracalla, che emana la Constitutio stanza nelle province hanno acclamato imperatore il proprio generale: Clodio Albino in Antoniniana. Britannia, Gaio Pescennio Nigro in Siria, Settimio Severo in Pannonia. Inevitabilmente si scatena una guerra civile, che per quattro anni getta Roma nel caos. Alla fine a prevalere è Settimio Severo (197-211 d.C.), il quale una volta conquistato il potere fa mettere a morte i responsabili della morte di Pertinace e scioglie le coorti pretorie, sostituendole con truppe a lui fedeli. Per rafforzare la propria posizione non soltanto nomina successore designato suo figlio Caracalla, ma si impegna anche affinché venga riconosciuta una propria 590

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale