T4 - La vita degli schiavi in America (Colson Whitehead, da

PERCORSI TEMATICI «Non mi chiamo Momo. Il mio nome è Mosè . Il giorno dopo, toccò a lui aggiungere: [ ] «Io non sono arabo, Momo, sono musulmano . «Allora perché tutti dicono che lei è l arabo della via, se non è arabo? . «Arabo, Momo, vuol dire bottega aperta dalle otto del mattino a mezzanotte, anche la domenica . ( ric-Emmanuel Schmitt, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Edizioni E/O, Roma 2001) FINO A TE Come avrai potuto capire da questo breve estratto del romanzo, l amicizia fra i due protagonisti supera le reciproche diffidenze e diventa motivo di apertura alla diversità e di apprezzamento della cultura di appartenenza dell altro. Sulla base degli stimoli offerti dalla lettura dei brani di Minucio Felice e di ric-Emmanuel Schmitt, rifletti sul messaggio comunicato dai rispettivi autori. Successivamente, prendendo spunto dai due testi, confrontati con i tuoi compagni di classe per comparare le vostre esperienze nella relazione con chi proviene da un altra cultura o ha un diverso credo religioso. T4 La vita degli schiavi in America Colson Whitehead da La ferrovia sotterranea Nel romanzo del 2016 La ferrovia sotterranea lo scrittore statunitense Colson Whitehead (n. 1969) ricorre a un invenzione fantastica che dà il titolo all opera per affrontare il tema del razzismo nell America dell Ottocento e, più in generale, della discriminazione razziale in ogni epoca. Nelle pagine iniziali, dalle quali presentiamo un estratto, viene narrata la storia della nonna (Ajarry) della protagonista (Cora), rapita da giovane e portata in America, dove ha trascorso la vita come schiava nella piantagione dei Randall: è uno spaccato estremamente incisivo della vita degli schiavi nelle piantagioni del Sud degli Stati Uniti. 5 10 15 La nonna di Cora prese marito tre volte. Aveva una predilezione per le spalle larghe e le mani grandi, così come il vecchio Randall, anche se il padrone e la schiava pensavano a forme diverse di fatica fisica.1 Le due piantagioni erano ben fornite, novanta capi di manodopera negra nella metà settentrionale e ottanta capi in quella meridionale. Di solito Ajarry aveva scelta. E quando non ce l aveva, pazientava. Il suo primo marito sviluppò una passione per il whisky di mais e cominciò a usare le sue grandi mani per formare grossi pugni. Ad Ajarry non dispiacque vederlo andar via quando lo vendettero a una piantagione di canna da zucchero della Florida. Si mise con uno dei bei ragazzi della metà meridionale. Prima di morire di colera, raccontava spesso storie della Bibbia, perché il suo precedente padrone era stato di vedute più ampie in fatto di schiavi e religione.2 A lei piacevano le storie e le parabole e forse doveva dar ragione ai bianchi: i discorsi sulla salvezza potevano mettere strane idee in testa agli africani. [ ] Al suo ultimo marito tagliarono le orecchie perché aveva rubato del miele. Le ferite trasudarono pus finché lui non andò all altro mondo. 1. anche se fisica: Ajarry desidera un uomo prestante come marito, il padrone apprezza la forza fisica degli schiavi per poterla sfruttare nel lavoro. 582 2. il suo precedente religione: di solito agli schiavi non veniva fornita un educazione religiosa.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale