T19 ITA - Il suicidio di Seneca

L ET IMPERIALE esempio di opposizione poco efficace (e anzi decisamente controproducente) a un princeps dispotico e liberticida: il tema del miglior modo per la classe dirigente di approcciarsi a una gestione tirannica del potere imperiale è centrale nella riflessione tacitiana fin dall Agricola (à p. 492), ed è senza dubbio un elemento di riflessione importante, per quanto implicito, anche nel resoconto del fallito piano di Pisone. Una rappresentazione teatrale Nei due capitoli qui riportati colpisce la rappresentazione drammatica del piano della congiura, che vede i suoi protagonisti dividersi i ruoli come attori sulla scena: è stato infatti notato che, per esempio, l espressione impiegata in relazione a Flavio Scevino (primas sibi partes expostulante Scaevino, rr. 7-8) appartiene al linguaggio tecnico del teatro. Ma quale tragedia vogliono interpretare i congiurati? La risposta è tanto sorprendente quanto affascinante: il piano messo a punto da Pisone e dai suoi complici ricalca infatti molto da vicino l assassinio di Cesare del 44 a.C. a opera di Bruto e Cassio. I congiurati si assegnano infatti delle parti che rimandano chiaramente a quelle dei cesaricidi: Laterano che deve gettarsi alle ginocchia di Nerone con un pretesto e buttarlo a terra con la sua forza, così da immobilizzarlo interpreta Lucio Tillio Cimbro, che aveva avuto lo stesso ruolo nell uccisione di Cesare; allo stesso modo Flavio Scevino, volendo colpire per primo, sceglie per sé il ruolo di Publio Servilio Casca, che diede la prima pugnalata a Cesare. Protagonista assoluto della replica è però, ovviamente, Nerone: l ultimo esponente della dinastia Giulio-Claudia si sovrappone dunque nelle intenzioni dei congiurati al capostipite della famiglia, del quale si augurano che possa condividere presto la sorte. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE T19 Il suicidio di Seneca tratto da Annales XV, 60, 2; 62-64 italiano La congiura dei Pisoni (à T18) fallì prima ancora di cominciare per via del tradimento di un liberto di Flavio Scevino, che rivelò a Nerone l esistenza di un piano per assassinarlo. Alla delazione seguì una repressione durissima: l imperatore colse l occasione del pericolo scampato per vendicarsi non soltanto dei congiurati, ma anche di altri personaggi scomodi che con la congiura avevano poco o nulla a che fare. Tra le vittime eccellenti ci fu anche Seneca, maestro e consigliere di Nerone, già da anni ritiratosi a vita privata eppure ancora influente e visto ormai con fastidio dal princeps. Il lungo racconto che Tacito dedica alla sua morte colpisce ancora per la fermezza e la serenità con cui il filosofo seppe affrontare la fine. 60.2. Seguì la morte violenta di Anneo Seneca, che fu occasione di gran gioia per 5 10 Nerone, non perché lo avesse conosciuto come partecipe della congiura, ma perché riteneva che fosse il caso di colpirlo col ferro, dal momento che il veleno non aveva conseguito il suo effetto.1 [ ] 62.1. Seneca, impavido, chiese che gli portassero le tavole del testamento e, poiché il centurione rifiutò, si volse agli amici dichiarando che, dal momento che gli si impediva di dimostrare la sua gratitudine, lasciava a loro la sola cosa che possedeva e la più bella, l esempio della sua vita. Se avessero di questo conservato ricordo, avrebbero conseguito la gloria della virtù come compenso di amicizia fedele. 2. Frenava, intanto, le lacrime dei presenti ora col semplice ragionamento, ora parlando con maggiora energia e, richiamando gli amici alla fortezza dell animo, chiedeva 1. dal momento che effetto: il tentativo di avvelenamento ai danni di Seneca è narrato in Annales XV, 45. 560

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale