Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 20 molto a Claudio, e che la violenza del tossico non fu subito avvertita o per la stupidità di Caudio o per la sua ebrietà; contemporaneamente, uno svuotamento intestinale parve che fosse giunto a proposito. 2. Agrippina, allora, presa da sgomento, poiché temeva le estreme conseguenze, non tenendo in alcun conto l odiosità che veniva a lei dalle circostanze presenti, ricorse subito alla complicità del medico Senofonte,4 che già in precedenza si era procurata. Si crede che costui, come se volesse aiutare Claudio nei conati di vomito, gli abbia allora cacciato in gola una penna intinta in un veleno potentissimo, ben sapendo che i delitti più spaventosi si cominciano fra i pericoli; ma condotti a termine recano con sé il premio. (trad. B. Ceva) 4. Senofonte: medico personale di Claudio, era un greco di Coo, menzionato da Tacito già al capitolo 61. Analisi del testo Un piano diabolico Con l abilità narrativa che lo contraddistingue, Tacito disegna un quadro efficace e al tempo stesso desolante delle circostanze che portarono all avvelenamento e alla morte di Claudio. Nel contesto di una lotta senza quartiere all interno della corte tra i fautori di Britannico, figlio dell imperatore e naturale erede al trono, capeggiati dal liberto Narcisso, e quelli di Nerone, guidati dalla formidabile figura della madre Agrippina, l allontanamento da Roma di Narcisso per ragioni di salute si trasforma immediatamente in un occasione unica per far volgere la situazione in favore di Nerone. Colpiscono, nel resoconto dello storico, il numero e il livello dei complici che la donna riuscì a coinvolgere nel suo progetto criminoso: Locusta, vera e propria avvelenatrice di corte , che Tacito con feroce ironia si spinge a definire, preannunciandone il ruolo decisivo nelle successive vicende del principato neroniano, a lungo considerata tra gli strumenti a disposizione del potere monarchico , diu inter instrumenta regni habita; Aloto, eunuco di corte preposto ad assaggiare i cibi preparati per Claudio per garantirne la sicurezza; e infine il greco Senofonte, medico personale dell imperatore, alla cui terra di origine, l isola di Coo, Claudio aveva concesso per riconoscenza nei suoi confronti l esenzione dalle imposte, come Tacito racconta nel capitolo 61 del libro. Di ciascuno dei complici Agrippina si è garantita l appoggio per tempo, e a ciascuno è attribuito un ruolo ben preciso: mentre la perizia di Locusta con i veleni è fondamentale per scegliere una sostanza che sia al tempo stesso ab- bastanza potente da invalidare Claudio e sufficientemente discreta da non destare sospetti, Aloto è per il suo ruolo il candidato ideale per somministrarla all imperatore, mentre Senofonte interviene soltanto quando il primo tentativo di avvelenamento fallisce. Su tutti domina la sapiente regia di Agrippina, che è pronta a tutto pur di favorire l ascesa al trono del figlio Nerone (nel capitolo precedente Tacito aveva scritto che per lei la dignità, la verecondia, il rispetto al proprio corpo, qualunque cosa, avevano un prezzo più vile che il possesso di un regno , Annales 65, 2). Una vicenda celeberrima Le circostanze eccezionali della morte di Claudio, esito di un vero e proprio game of thrones, suscitarono un interesse tale da preservarne anche particolari minori, come lo stesso Tacito non manca di osservare all inizio del capitolo 67. Il dettaglio del veleno versato su un piatto di funghi, pietanza di cui l imperatore era ghiottissimo, è riportato per esempio anche da Svetonio nella sua Vita di Claudio, sebbene il biografo riporti anche una versione alternativa; allo stesso modo, il fatto che Claudio evacuò in seguito all ingestione del veleno, circostanza che secondo Tacito rese inefficace il primo tentativo di avvelenamento, è alla base di un irriverente passo dell Apocoloky`ntosis di Seneca, secondo il quale le ultime parole dell imperatore morente furono ahimè, temo di essermela fatta addosso (vae me, puto, concacavi me). Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 546

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Età imperiale