Tua vivit imago - volume 3

L autore Tacito ! repetita iuvant p. 544 à 10 iuventa C. Caesarem, divi Augusti nepotem, sectatus, non sine rumore Apicio diviti et prodigo stuprum veno dedisse, mox Tiberium variis artibus devinxit, adeo ut obscurum adversum alios sibi uni incautum intectumque efficeret, non tam sollertia (quippe isdem artibus victus est) quam deum ira in rem Romanam, cuius pari exitio viguit ceciditque. 3. Corpus illi laborum tolerans, animus audax; sui obtegens, in alios criminator; iuxta adulatio et superbia; palam compositus pudor, intus summa apiscendi libido, eiusque causa modo largitio et luxus, saepius industria ac vigilantia, haud minus noxiae, quotiens parando regno finguntur. settentrionale. prima iuventa : nella prima gioventù , complemento di tempo determinato all ablativo. C. Caesarem: il figlio di Agrippa e della figlia di Augusto Giulia, morto nel 4 d.C. sectatus: sottinteso est, fece parte del seguito di . non sine rumore: regge la seguente infinitiva. La litote* ( non senza pettegolezzi ) libera Tacito dalla responsabilità della diceria, ma al tempo stesso la imprime ancor di più nella memoria del lettore. Apicio dedisse: che si fosse prostituito per denaro al ricco e dissoluto Apicio ; l espressione stuprum dare significa prostituirsi . Apicio: Marco Gavio Apicio, da non confondere con l omonimo autore del De re coquinaria. mox: l avverbio di tempo divide questa seconda fase della vita di Seiano dalla prima iuventa (rr. 6-7). adeo ut efficeret: al punto da rendere (Tiberio), ambiguo nei confronti di tutti gli altri, aperto e imprudente con lui solo , proposizione consecutiva. adversum alios sibi uni: altro esempio di variatio, con una costruzione perifrastica nel primo caso e il dativo semplice nel secondo. Sibi uni si riferisce a Seiano. non tam quam: in correlazione. sollertia ira : ablativi di causa. deum: è genitivo plurale da riferire a ira . cuius: si riferisce a rem Romanam. cuius ceciditque: lett. per pari sciagura della quale (= della res Ro mana) salì al potere e cadde in rovina . vi guit ceciditque: il soggetto dei due verbi è sempre Seiano. 3. Corpus illi finguntur Corpus noxiae: nota la totale assenza di verbi al modo finito e la struttura per coppie, spesso antitetiche, con una netta prevalenza della coordinazione per asindeto tra i cola e una studiata variatio all interno delle singole unità sintattiche (es. sui obtegens, in alios criminator, in asindeto, contro adulatio et superbia). illi: dativo di possesso con ellissi* di esse; il pronome si riferisce ovviamente a Seiano. sui criminator: capace di nascondere i suoi affari, ma accusatore degli altri , con l avversativa espressa per asindeto. summa apiscendi libido: un enorme desiderio di potere . apiscendi: genitivo del gerundio da apiscor ( conseguire ), forma arcaica e poetica di adipiscor. eiusque causa: e per via di questa ; eius si riferisce alla libido apiscendi. haud minus finguntur: (qualità) non meno dannose quando vengono simulate per conquistare il potere assoluto . Noxiae si riferisce a industria e vigilantia. parando regno: proposizione finale costruita col dativo del gerundivo, un arcaismo a cui Tacito ricorre spesso; il sostantivo regnum ha qui un valore chiaramente negativo. Analisi del testo Il ritratto paradossale Tacito prova un interesse spiccato per i personaggi paradossali , vale a dire quegli individui che racchiudono in sé vizi e virtù o che mettono le loro buone qualità al servizio di fini esecrabili; a costoro lo storico dedica spesso ritratti di straordinaria efficacia, sia che il giudizio complessivo sul personaggio risulti pienamente negativo (come nel caso di Seiano) sia che prevalgano invece curiosità o ammirazione (come accade per esempio per Petronio nel XVI libro degli Annales). Nel ritratto di Tacito, Seiano emerge come un politico abile, capace unico fra tutti di decifrare le ambiguità di Tiberio e di sfruttarle a suo vantaggio, dotato di resistenza fisica e di un coraggio fuori dal comune eppure completamente dominato dalla bramosia di potere: è quest ultimo aspetto che indirizza il suo agire fin dalla giovinezza (prima iuventa , rr. 6-7), tra dicerie sulla sua condotta sessuale e un operosità dettata esclusivamente dal tornaconto personale. Tacito considera l ascesa di un simile monstrum al fianco di Tiberio come una vera e propria sciagura divina, chiamando in causa prima la fortuna (r. 3) e poi l ira deum (r. 10), che fece in modo di danneggiare Roma sia quando Seiano si trovò al vertice del potere sia quando ne fu allontanato violentemente (cuius pari exitio viguit ceciditque, rr. 10-11). Il modello di Catilina La descrizione delle caratteristiche fisiche e morali di Seiano che occupa il paragrafo 3 ha un modello letterario facilmente riconoscibile: il ritratto di Catilina nel quinto capitolo 543

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Età imperiale