Tua vivit imago - volume 3

L autore Tacito 25 30 35 40 45 ba, affrontò, stringendo il pugnale, i soldati in armi. Rinfacciando loro il crimine commesso, attira su di sé gli assassini, col gesto e le parole e, nonostante le ferite, dà a Pisone il tempo di fuggire. 2. Quest ultimo riparò nel tempio di Vesta9 e, accolto dallo schiavo pubblico, che lo nascose nel proprio alloggio, poté, non grazie alla santità di quel luogo di culto, ma per merito del nascondiglio, differire la morte imminente; ma poi per ordine di Otone, che smaniava di sapere morto lui particolarmente, si presentarono Sulpicio Floro, un soldato delle coorti britanniche,10 cui da poco Galba aveva concesso la cittadinanza, e la guardia del corpo Stazio Murco. Trascinato fuori da costoro, Pisone fu ucciso sulla soglia del tempio. 44.1. La morte di nessuno dicono Otone accolse con esultanza più grande, la testa di nessuno si abbandonò a guardare con sguardo più insaziabile: forse, allora finalmente liberato da ogni tensione, cominciava ad aprire il suo animo alla gioia; forse, il ricordo della maestà imperiale di Galba e dell amicizia per Tito Vinio gli turbava l animo, per quanto impietoso, con inquietanti visioni, mentre invece si credeva in diritto, davanti agli dèi e agli uomini, di gioire della morte del suo nemico e rivale.11 2. Le teste mozze, infisse su picche, venivano portate in giro, fra le insegne delle coorti, a fianco dell aquila della legione; a gara mostravano le mani lorde di sangue quanti aveano ucciso; chi era stato solo presente al massacro si gloriava, mentendo o no, di quel crimine, come d un gesto bello e memorabile. Più tardi Vitellio ebbe a trovare più di centoventi richieste avanzate da gente che reclamava ricompense per una qualche partecipazione di rilievo ai fatti di quel giorno: tutti costoro fece cercare e uccidere, non per onorare Galba, ma perché, secondo una politica ormai tradizionale dei principi, ciò vale come difesa nel presente e vendetta per il futuro. (trad. M. Stefanoni, con adattamenti) 9. nel tempio di Vesta: il tempio di Vesta si trovava all estremità orientale del foro, quindi un po più lontano rispetto a dove furono uccisi Galba e Vinio. 10. un soldato delle coorti britanniche: si trattava cioè di un soldato ausiliario di origine britannica; il fatto che avesse ricevuto da poco la cittadinanza da Galba (come dimostra anche il nomen Sulpicius, lo stesso di chi gli aveva concesso il privilegio) sottolinea ovviamente l odiosità del tradimento di Floro. 11. forse... rivale: il senso è che Otone provava una qualche forma di rimorso per le uccisioni di Galba e Tito Vinio, mentre riteneva che fosse suo pieno diritto rallegrarsi per la morte del rivale Pisone. Analisi del testo La fine senza precedenti di Galba Il colpo di Stato del 15 gennaio del 69 d.C. fu un evento senza precedenti nella storia di Roma: mentre era già capitato in passato che il princeps venisse eliminato da una congiura di palazzo o che si togliesse la vita (pensa alle sorti di Caligola, Claudio e Nerone), Galba fu il primo imperatore a essere ucciso dagli stessi soldati che gli avevano giurato fedeltà, e Tacito dimostra piena consapevolezza della gravità inaudita rappresentata da un simile precedente. Con queste parole aveva infatti introdotto, nel capitolo 40, il resoconto degli eventi: «dunque dei soldati romani, come se si apprestassero a scacciare dal trono degli Arsàcidi un Vologeso o un Pacoro e non a trucidare il loro imperatore, un uomo vecchio e inerme, dispersa la folla, calpestato il Senato, terribili in armi, fecero irruzione 533

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Età imperiale