Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 30 3. Atrocius in urbe saevitum: nobilitas, opes, omissi gestique honores pro crimine, et ob virtutes certissimum exitium. Nec minus praemia delatorum invisa quam scelera, cum alii sacerdotia et consulatus ut spolia adepti, procurationes alii et interiorem potentiam, agerent verterent cuncta odio et terrore. Corrupti in dominos servi, in patronos liberti; et quibus deerat inimicus, per amicos oppressi. 3. Atrocius per amicos oppressi Atrocius: comparativo dell avverbio atro citer. in urbe: la prospettiva geografica si restringe ancora: dall Italia si passa a Roma, la capitale dell impero. saevitum: sottinteso est; è perfetto passivo impersonale da saevio ( infuriare ). ob virtutes certissimum exitium: la morte per le buone qualità era sicurissima . L accanimento contro le virtutes nei tempi bui del principato è uno dei temi più ricorrenti nel- la produzione letteraria di Tacito. Nec scelera: e le ricompense dei delatori non erano più odiose dei loro crimini , vale a dire che l attività di delazione era ampiamente incoraggiata e ricompensata. cum agerent verterent: cum narrativo con valore temporale. adepti: participio perfetto deponente con valore attivo da adipiscor ( ottenere ), regge gli accusativi sacerdotia et consulatus e procuratio nes et interiorem potentiam. verterent cuncta: vertere cuncta è un nesso che si trova già in Virgilio (Eneide II, 652-653) e Lucano (Pharsalia VII, 58). quibus op pressi: quelli a cui mancava un nemico, vennero schiacciati tramite gli amici : Tacito conclude l elenco delle atrocità commesse a Roma con una sententia a effetto che riassume il paradosso di una situazione in cui i valori consueti della società sono completamente rovesciati. Analisi del testo Un proemio fra tradizione e innovazione Il proemio delle Historiae espone non soltanto il contenuto dell opera, ma anche e soprattutto i presupposti teorici che la guidano. Tacito si ricollega sì alla grande produzione storiografica a lui precedente, ma sostituisce il consueto riassunto del passato fino al punto di inizio della narrazione (la cosiddetta archeologia , presente già nell opera dello storico greco Tucidide e ripresa da Sallustio nel suo De coniuratione Catilinae) con una sorta di suddivisione del genere tra avanti-Azio e dopo-Azio . Mentre le storie del periodo repubblicano erano riuscite a conciliare eloquentia ac libertas (r. 3), quelle relative al periodo imperiale sono state invariabilmente inquinate da due atteggiamenti opposti ma ugualmente deleteri (r. 9), l adulazione (adulatio) e l astio (malignitas) nei confronti dell imperatore di turno. In questo modo, la dichiarazione di imparzialità che si legge subito dopo, pur essendo un elemento ricorrente del genere, si carica di implicazioni politiche e letterarie: Tacito decide cioè di saltare completamente l esempio degli storici a lui più vicini nel tempo per riallacciarsi nello spirito e negli intenti a quelli più distanti, tra i quali doveva annoverare autori come Catone il Censore, Sallustio e Livio. Lo stile storico di Tacito I primi due capitoli delle Historiae rivelano un interessante evoluzione stilistica e offrono già un saggio significativo dello stile maturo di Tacito. Le primissime righe, che contengono una serie di precisazioni metodologiche e 530 considerazioni personali, presentano un andamento tutto sommato armonico, quasi declamatorio, molto attento alla simmetria e alla corrispondenza delle parti: si pensi per esempio a espressioni perfettamente bilanciate come primum inscitia rei publicae mox libidine adsentandi rursus odio adversus dominan tes (rr. 5-7); a Vespasiano inchoatam, a Tito auctam, a Domitiano longius provectam (r. 11). L affermazione di imparzialità spezza infine l armonia con la forte va riatio* tra neque amore e sine odio (r. 12); e il capitolo 2, un vero e proprio indice degli argomenti trattati nell opera, abbandona quasi del tutto la concinn tas* per mostrare tutti i tratti più caratteristici dello stile di Tacito, tra cui la sistematica ellissi* delle forme del verbo esse, la tendenza fortissima alla paratassi, l evidente predilezione per l asindeto* e l uso di espressioni di derivazione poetica (infecti caedibus, r. 25; verterent cuncta, r. 29). Simili indici erano anch essi frequenti nelle opere storiografiche, ma seguivano generalmente l andamento degli eventi così come erano suddivisi nei singoli libri; Tacito decide di abbandonare questa consuetudine, ricorrendo invece a una suddivisione per temi (guerre interne ed esterne, 2, 1; incendi e disastri naturali, 2, 2; decadenza morale, 2, 3) e per regioni coinvolte (oriente e occidente dell impero, 2, 1; l Italia, 2, 2; Roma, 2, 3). Ne emerge un elenco quasi interminabile di delitti e catastrofi che finisce per convergere verso il cuore dell impero: un quadro così drammatico certo contribuisce non poco a catturare fin da subito l attenzione dei lettori.

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale