Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 35 fortu tis casibus, promptissimus quisque saevitia principis interciderunt, pauci, et ut ita dixerim non modo aliorum sed etiam nostri, superstites sumus, exemptis e media vita tot annis, quibus iuvenes ad senectutem, senes prope ad ipsos exactae aetatis terminos per silentium ven mus? 3. Non tamen pigebit vel incondita ac rudi voce memoriam prioris servitutis ac testimonium praesentium bonorum composuisse. Hic interim liber, honori Agricolae soceri mei destinatus, professione pietatis aut laudatus erit aut excusatus. fortu tis casibus saevitia: sono complementi di causa all ablativo. interciderunt: perfetto indicativo da interc do, composto di cado: morirono . ut ita dixerim: per così dire . non modo sumus: siamo sopravvissuti non soltanto agli altri, ma anche a noi stessi . exemptis annis: ablativo assoluto; exemptis è una forma del participio perfetto di ex mo ( sottrarre ). quibus: nel corso dei quali ; il pronome relativo si riferisce al precedente annis. ad terminos: letteralmente ai confini stessi di un esistenza ormai trascorsa ; un elegante perifrasi* per indicare la morte. 3. Non tamen excusatus pigebit: verbo assolutamente impersonale. vel incondita ac rudi voce: con parole seppur ineleganti e rozze ; l ablativo è strumentale. testimonium praesentium bonorum: testimonianza delle attuali fortune ; secondo alcuni Tacito annuncerebbe già qui il proposito di narrare l età felice inaugurata da Nerva e Traiano, che verrà poi nuovamente espresso nella prefazione delle Historiae ma non sarà mai realizzato. professione pietatis: complemento di causa; nota l allitterazione. Analisi del testo Passato e presente, Agricola e Tacito La prefazione dell Agricola insiste in maniera quasi ossessiva sulle differenze tra passato e presente, attraverso il ricorso massiccio ad avverbi e complementi di tempo: questa contrapposizione emerge tanto all interno dei singoli periodi (fin dalla prima frase; antiqu tus nostris temporibus, rr. 1-2) quanto tra un capitolo e l altro (vero punto di svolta in tal senso è il nesso Nunc demum che apre il terzo, r. 23). I riferimenti cronologici sono inoltre disposti secondo una struttura a chiasmo, dal momento che prendono in esame il passato all inizio e alla fine (apud priores, r. 4; per quindecim annos, r. 30) e il presente nella parte centrale della prefazione (At nunc, r. 10; Nunc, r. 23). evidente l estrema attenzione con cui Tacito vuole rendere chiara la differenza tra il vecchio regime di Domiziano, caratterizzato dalla soppressione della libertà, dai roghi di libri scomodi e dalle esecuzioni sommarie, e il nuovo corso inaugurato da Nerva e Traiano, che è finalmente riuscito a comporre due elementi prima inconciliabili, principato e libertà (res olim dissociabiles miscuerit, principatum ac libertatem, r. 24). Il ricordo commosso delle vittime del passato recente (nella breve prefazione ricorre per ben tre volte il sostantivo memoria: rr. 6, 21, 35) e l ostentata fiducia nel futuro (non a caso proprio il tempo futuro prevale tra i verbi dell ultimo paragrafo) lasciano intravedere anche il bisogno per Tacito di giustificare 512 implicitamente la sua stessa posizione di fronte ai nuovi regnanti, data la sua proficua e ininterrotta carriera politica sotto i Flavi (à p. 493). La biografia di Agricola è dunque sì un atto di pietas nei confronti del suocero, come Tacito afferma esplicitamente alla fine della prefazione (rr. 36-37), ma è anche un apologia della classe dirigente sana che si era messa al servizio degli imperatori della dinastia Flavia, classe a cui lo stesso Tacito apparteneva e che, come proprio il caso di Agricola dimostrava, era stata più spesso vittima che complice dei delitti di Domiziano. Un incipit catoniano (e senofonteo) La prima frase di quella che è quasi certamente la prima opera di Tacito è già carica di implicazioni, sul piano letterario e non solo: come la critica ha da tempo notato, infatti, l incipit* solenne Clarorum virorum facta moresque posteris tradere rimanda chiaramente alla prefazione delle Origines di Catone il Censore (III-II secolo a.C.), che si apre con le parole clarorum hominum atque magnorum non minus otii quam negotii rationem exstare oportere, è opportuno che degli uomini grandi e illustri rimanga un resoconto del tempo libero non meno che dell attività pubblica (e un altro frammento, forse contiguo al primo nel testo catoniano, recita clarorum virorum laudes atque virtutes, le lodi e le qualità degli uomini illustri ). Ma i primi

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale