Tua vivit imago - volume 3

L INCONTRO CON L AUTORE LO STILE DI TACITO brev tas inconcinn tas variatio Il racconto dell incendio di Roma è un esempio eccellente dello stile storiografico maturo di Tacito, e offre uno spaccato istruttivo delle sue caratteristiche peculiari. Ciascuno dei primi tre paragrafi si apre con una proposizione principale ridotta al minimo, secondo il principio della brev tas (Sequitur clades, r. 1; Impetu primum, r. 5). A questo primo segmento sintattico si vanno poi aggiungendo gli altri, non in un periodo armonioso e di cui si riesca a cogliere immediatamente la struttura generale, ma quasi per accumulo , con i rapporti sintattici tra le varie subordinate che si vanno chiarendo l uno dopo l altro (è questa l inconcinn tas*, principio opposto alla concinn tas* ciceroniana). Questa disarmonia sintattica è inoltre ulteriormente ricercata attraverso il sistematico ricorso alla variatio, vale a dire all elusione della simmetria fra gli elementi coordinati. Gli esempi nel capitolo sono tantissimi; tra i più significativi: forte an dolo principis (r. 1); in edita adsurgens et rursus inferiora populando (rr. 5-6); fessa aetate aut rudis pueritiae (rr. 9-10); sive ut raptus licentius exercerent seu iussu (rr. 22-24). La scelta di un simile stile si lega a doppio filo, come si può facilmente comprendere, con una certa visione del mondo: la scrittura spezzata di Tacito, che frustra sistematicamente le aspettative del lettore, descrive una realtà che sfugge a ogni tentativo di catalogazione, in cui gli eventi gemmano gli uni dagli altri in modo del tutto imprevedibile. Non mancano nel capitolo altri tic dello stile tacitiano: l ellissi pressoché sistematica delle forme di esse, il ricorso a elaborate perifrasi in sostituzione di singoli sostantivi, l uso consistente dell allitterazione per evidenziare i momenti di maggiore tensione drammatica, l allusione a modelli poetici, in particolare epici (per esempio il vetus Roma fuit di r. 8, riecheggia il virgiliano Urbs antiqua fuit di Eneide I, 12). I TEMI DI TACITO eventi storici e loro cause responsabilità del potere psicologia delle masse e degli individui Dal punto di vista dei contenuti il capitolo si lascia dividere piuttosto agevolmente in due parti: la prima (paragrafi 1-3) descrive, dopo una breve introduzione, il luogo d origine dell incendio, la sua diffusione attraverso la città e le cause della sua azione così devastante; la seconda (paragrafi 4-7) si sofferma invece sui costi umani della tragedia, sulla psicologia delle masse coinvolte e sull impotenza degli uomini di fronte all elemento naturale. Immediatamente ai margini della narrazione, e a circondare il capitolo in una sorta di struttura ad anello, restano le considerazioni dello storico sulla possibile responsabilità di Nerone nel disastro: Tacito è molto attento a presentarla come non sicura (incertum, r. 1), ma allo stesso tempo chiarisce che l eventuale coinvolgimento del princeps è testimoniato da un auctor, vale a dire da una fonte letteraria, attribuendo così un attendibilità maggiore a questa ipotesi (al capitolo XV, 39, per fare un confronto, il canto di Nerone sulla fine di Troia mentre Roma brucia è invece derubricato a rumor, una diceria popolare). Allo stesso modo, al paragrafo 7 l eventualità che l azione dei misteriosi individui che ostacolano i soccorsi possa essere stata guidata dall alto emerge dal solo ablativo iussu (r. 24): Tacito non specifica per ordine di chi potessero agire, ma l omissione di un genitivo come principis paradossalmente rafforza invece che dissipare i sospetti su Nerone. questa una delle caratteristiche più affascinanti della storiografia tacitiana: dietro alla patina di imparzialità, un principio-guida che viene solennemente dichiarato all inizio delle Historiae e degli Annales e almeno in apparenza rispettato, traspare comunque, in misura a prima vista impercettibile, il giudizio dell autore, che col suo sguardo disincantato guida i lettori nel mondo caotico e violento del primo secolo dell impero. 509

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Età imperiale