IL DIALOGUS DE ORATORIBUS

L autore Tacito in breve monito per Roma, incarnando una minaccia potenzialmente mortale che incombe sui confini dell impero; per questo Tacito individua nell incapacità dei Germani di fare fronte comune la loro principale debolezza, e si augura che una simile discordia possa non cessare mai (cap. 33,2: Maneat quaeso duretque gentibus, si non amor nostri, at certe odium sui, quando urgentibus imperii fatis nihil iam praestare fortuna maius potest quam hostium discordiam, Prego che possa durare a lungo tra questi popoli, se non l amore per noi, almeno l odio fra loro, dal momento che incombendo il destino dell impero ormai la fortuna non può più garantirci nulla di meglio della discordia tra i nemici ). Non è escluso infine che Tacito lanciasse un tale monito in concomitanza di un evento di stretta attualità: proprio nel 98 infatti Traiano si trovava sul confine del Reno con un forte esercito, lasciando immaginare una possibile ripresa delle operazioni belliche contro le indomite popolazioni della Germania Magna. Lo stile La Germania è l opera di Tacito che più di tutte rivela l influenza del nuovo stile senecano (à p. 78) e delle scuole di retorica: frequente è infatti l impiego di anafore e allitterazioni, così come è massiccio il ricorso alle sententiae tipiche della pratica declamatoria. Numerose sono anche le espressioni di derivazione poetica, che non mancano di lasciare un segno anche nel lessico (nella Germania abbondano termini ricercati che Tacito non utilizza altrove). opportuno ricordare però come lo stile oratorio fosse considerato più adatto di quello narrativo per la trattazione del tema etnografico. Lo stile della Germania risente dell influenza di Seneca e della retorica e vede l uso frequente di espressioni poetiche. IL DIALOGUS DE ORATORIBUS Datazione e struttura Di qualche anno successivo all Agricola e alla Germania è probabilmente il Dialogus de oratoribus; l elemento di datazione più significativo è la dedica a Fabio Giusto, console nel 102 d.C., per cui l opinione prevalente è che l opera sia stata composta a ridosso di questa data. Il Dialogus de oratoribus è un dialogo, ambientato nel 75 d.C., che riporta una conversazione tra quattro personaggi: Curiazio Materno, retore e autore di tragedie praetextae, Marco Apro e Giulio Secondo, importanti avvocati del tempo, e Vipstano Messalla, retore dilettante. Il dibattito si svolge in casa dello stesso Materno, e Tacito sostiene di avervi assistito quando era ancora giovanissimo (iuvenis admodum, capitolo 1, 2); l ambientazione e gli espedienti drammatici impiegati rivelano la chiara influenza del modello ciceroniano del De oratore. Composto intorno al Riassunto dell opera L opera si apre con Marco Apro e Giulio Secondo che, accompagnati da Tacito, vanno a far visita a Curiazio Materno il giorno successivo alla recitazione del Cato, la sua ultima tragedia, che ha suscitato il fastidio dei potenti. L occasione diventa per Apro un pretesto per criticare la scelta del padrone di casa di abbandonare la vita pubblica e l oratoria in favore della poesia; l accusa di Apro innesca la discussione sul primo grande tema dell opera, vale a dire il primato tra eloquenza e poesia, in cui Apro e Materno difendono le rispettive posizioni attribuendo a Secondo il ruolo di giudice . L arrivo di Vipstano Messalla sposta il dibattito su un nuovo argomento: l oratoria moderna è migliore o peggiore di quella delle generazioni precedenti? Il primo a rispondere alla domanda è Apro, che difende appassionatamente lo stile dei moderni : l oratoria dei contemporanei a suo avviso non ha fatto altro che adattarsi al gusto del pubblico, al mutamento delle procedure giudiziarie e allo spirito del tempo, mettendo a punto un bagaglio espressivo che potesse soddisfare il palato sempre più raffinato dell uditorio; ma Messalla e Materno sono concordi nel decretare la superiorità degli antichi sui moderni, innescando a loro volta la discussione sulle cause del declino dell eloquenza. Il Dialogus si sviluppa in tre 102 d.C. e ispirato al De oratore ciceroniano, il Dialogus de oratoribus è un dialogo fra Vipstano Messalla, Marco Apro, Giulio Secondo e Curiazio Materno, ambientato in casa di quest ultimo. momenti, corrispondenti ad altrettanti temi di conversazione. Testo PLUS La tesi di Materno: libertà e oratoria 495

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale