LA SATIRA IN ETÀ MEDIEVALE E MODERNA

I GENERI LA SATIRA IN ET MEDIEVALE E MODERNA La satira nel Medioevo Nonostante si consideri spesso il Medioevo come un età di forte oppressione ideologica e materiale, si possono citare numerosi testi in cui la vena satirica emerge, talvolta addirittura con maggior libertà, schiettezza e crudezza di quanto non avvenga nel mondo antico (o in quello moderno). Il soggetto preferito è spesso quello ecclesiastico: della Chiesa vengono messi in ridicolo lo smodato appetito di potere e denaro, i vizi sessuali o mondani dei prelati, l ignoranza del clero. I Carmina Burana (una raccolta di canti medievali goliardici in latino o in alto tedesco) presentano spessissimo accuse di questo tipo, specie contro l avidità di denaro. Elementi satirici si ritrovano anche in alcune opere insospettabili : per esempio negli scrittori ecclesiastici più severi, intenti a castigare quegli stessi preti o frati che venivano scherniti dai poeti scanzonati e libertini dei Carmina Burana. Analogamente, si può ricondurre alla satira, sotto alcuni aspetti, il filone degli scritti de contemptu mundi ( sul disprezzo del mondo ): nonostante il carattere grave e a volte tragico dell argomentazione, gli autori di libri o poemi di questo sottogenere hanno spesso a cuore la caratterizzazione distorta e grottesca della vita umana, con le sue irredimibili brutture. Dal Rinascimento al Settecento Il Rinascimento conosce una nuova stagione della satira, con il recupero della grande tradizione antica. Agli umanisti sta a cuore castigare gli indotti colleghi o gli eruditi dei secoli precedenti. Di carattere chiaramente satirico è La nave dei folli dell umanista e poeta tedesco Una parte della Satira I di Ariosto, autografa. Sebastian Brant (1457-1521), una sorta di lunga danza macabra delle manchevolezze umane. Elementi satirici ritornano anche nel capolavoro della letteratura rinascimentale, il Gargantua e Pantagruele del francese Fran ois Rabelais (ca 1494-1553): l enorme potenza creativa di questo testo, una vera opera-mondo , non permette tuttavia di considerarlo come un romanzo esclusivamente satirico. Lo stesso si può affermare di un altro capolavoro della letteratura mondiale, il Don Chisciotte dello spagnolo Miguel de Cervantes (15471616), che presenta anch esso alcuni tratti propri della satira (il grottesco distorcimento dei caratteri, la buffonesca rappresentazione delle aspirazioni di alcune classi sociali). In Italia, il maggiore autore satirico dell epoca è Ludovico Ariosto (1474-1533): le sue sette satire in terzine, attenuate nella mordacità, rappresentano una delle migliori espressioni del genere; in esse Ariosto persegue in particolare il modello oraziano. Tra il XVII e il XVIII secolo gli scrittori satirici abbondano: tra i molti nomi che si potrebbero citare, vale la pena ricordare quello di uno dei più prolifici scrittori, critici e poeti inglesi, Samuel Johnson (1709-1784), Gustave Doré, Il banchetto di Gargantua, 1854. 486

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale