Lo stile

L ET IMPERIALE in breve Satira 2 L indignazione del poeta si riversa contro la devozione falsa ed egoistica di chi prega gli dèi pur conducendo una vita immorale e nelle preghiere chiede meschinamente solo benefici per sé stesso; particolare risalto ironico è conferito al tema della superstizione. Satira 3 Persio si scaglia contro un giovane perdigiorno che sperpera in un ozio malsano le proprie giornate, poltrendo e senza riservare alcuna attenzione, né tempo o impegno allo studio e soprattutto alla filosofia stoica; quest ultima è l unico baluardo per condurre un esistenza retta e moralmente sana, libera dalle malattie dello spirito, che il poeta giudica più gravi di quelle del corpo. Satira 4 tutta costruita sull insegnamento impartito dal filosofo Socrate al politico ateniese, suo allievo, Alcibiade, che ha deciso di dedicarsi alla politica senza prima prendere in debita considerazione se le sue capacità morali e intellettuali glielo consentano; al cuore del testo c è il precetto filosofico socratico del conosci te stesso , premessa indispensabile per potersi occupare degli altri. Satira 5 Persio si rivolge con toni di gratitudine al maestro e amico Anneo Cornuto; successivamente il testo si trasforma in una sorta di esaltazione della libertà garantita al saggio stoico dall apprendimento filosofico: se la vera libertà consiste nel vivere secondo ragione, infatti, l unico ad essere davvero libero è proprio il saggio. Satira 6 in forma di epistola: Persio si rivolge all amico Cesio Basso, poeta lirico, da Luni (in Liguria), dove afferma di condurre una vita felice, all insegna della misura e dell equilibrio e lontano dagli eccessi, in particolare dai due vizi opposti della prodigalità e dell avarizia. Influenzato dalla filosofia L arma dell invettiva satirica contro i vizi dell uomo La poesia di Persio trae ispirazione stoica, Persio considera dalla filosofia stoica, per la quale la letteratura deve essere uno strumento di formazione la poesia uno strumento morale: a questo si deve la scelta del genere satirico, che consente all autore di smascherare per smascherare vizi e difetti umani. Per questo e combattere i vizi dell uomo attraverso il sarcasmo e l invettiva. Da questo punto di vista aderisce al genere la satira di Persio si distingue nettamente da quella, serena e pacata, di Orazio e si avvicina satirico, ma la sua voce piuttosto al tono veemente, indignato, spesso volgare proprio della diàtriba*. rimane inascoltata e ai margini della società. Rispetto alla predicazione diatribica, tuttavia, l atteggiamento di Persio appare più pes- simista, nel senso che il poeta si presenta come un predicatore inascoltato e talora deriso, le cui esortazioni morali sono destinate in partenza al fallimento e finiscono per essere rivolte più a sé stesso che a un destinatario: così le satire di Persio vengono a configurarsi, più che come una serie di lezioni impartite ad altri, come un percorso personale verso la saggezza filosofica; un percorso che culmina con la satira sesta, nella quale il poeta si descrive ormai sereno in un luogo appartato. Lo stile La satira di Persio si Il gusto del macabro in nome del verum Se la satira deve smascherare la corruzione e caratterizza per uno l ipocrisia, dovrà avere uno stile aggressivo e realistico : da qui la rivendicazione, da parte stile aggressivo, spesso di Persio, della propria rustic tas, una rozzezza campagnola che intende contrapporsi al difficile e oscuro, ricco di espressioni contemporaneo gusto degenerato, segno e conseguenza della corruzione morale, e puntare della quotidianità ma invece al verum, a dire la verità . A questa scelta di fondo si possono ricondurre il gusto del deformate e volutamente deforme e del macabro come modo di esprimere l idea del vizio, la frequenza del lessico incomprensibili. relativo alla sfera corporea e sessuale, e il ricorso alla lingua quotidiana, benché deformata dalla presenza di espressioni stranianti (nessi verbali inattesi, metafore ardite, forzate associazioni di idee, passaggi bruschi e improvvisi), che costringono il lettore a fermarsi a riflettere per riuscire a comprenderne il significato: il risultato è uno stile difficile e spesso oscuro, sempre volutamente aspro, lontanissimo dal sermo oraziano (alla callida iunctura predicata da Orazio nell Ars poetica si contrappone ora la iunctura acris, non più accorta ma aspra ) e anticipatore di quello che sarà lo stile del successivo poeta del canone satirico, Giovenale (à p. 450). 48

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale