BRANI CRITICI

BRANI CRITICI 1. Franco Bellandi Sulla sesta satira Proponiamo un brano dell introduzione del latinista Franco Bellandi alla satira sesta, nel quale lo studioso mette in luce l atteggiamento misogino che non trova soltanto espressione in ciò che Giovenale afferma esplicitamente, ma nella stessa scelta di dedicare alle donne una satira specifica. 5 10 15 20 25 30 Nella satira l infrazione femminile più duramente e costantemente aggredita è senza dubbio costituita dall impudicitia, ma essa non è che la punta emergente (e più facilmente biasimevole) di un iceberg di generale impudentia: la pudicitia è solo una parte del pudor femminile1 e questo è da considerarsi infranto anche, e non meno gravemente, quando la donna rigetta il suo ruolo di sottomissione e la sua posizione di marginalità/esclusione rispetto ai publica o civilia officia, non a caso definiti tradizionalmente officia virilia:2 è facile farsi beffe della donna che si virilizza facendosi atleta o gladiatrice (246 ss.; 420 ss.), ma è quando Giovenale aggredisce la donna che si occupa di diritto e oratoria (242 ss.), di politica (398 ss.), di cultura letteraria e retorica (434 ss.) trasformandola tutte le volte in una faziosa macchietta grottesca che si tradisce nel modo più vistoso il pregiudizio maschilista, intollerante di ogni indebita invasione di campo. Giustamente è stato osservato che Giovenale è tutt altro che tenero anche con il sesso maschile; volendo si potrebbe anche sostenere che non bisogna attribuire eccessivo significato nemmeno alle dimensioni vistosamente ipertrofiche3 dell attacco alla donna (con i suoi quasi 700 versi questa è di gran lunga la più estesa fra tutte le composizioni del nostro autore, anzi dell intera satira latina): in fondo è stato detto essa da sola fa da contraltare almeno a un intero libro (il primo), che, in prevalenza incentrato sulle varie forme di corruzione del maschio, non trascura certo di attaccare con toni assai duri anche la sua depravazione sessuale, e non c è dubbio che anche nei libri successivi è il versante maschile della società ad essere quantitativamente più esposto agli strali del satirico. A mio avviso, in fondo, l ipertrofia dell attacco4 è solo un sintomo secondario o superficiale della profonda misoginia dell autore: più significativo è il fatto stesso che mentre il maschio è il protagonista di tutte le altre satire, secondo la poliedricità dei diversi ruoli e sagome sociali che può rivestire, proporzionalmente, dunque, al suo peso specifico nella società una satira sola si occupi ex professo5 della questione femminile riducendola, di fatto, a questione matrimoniale , secondo un ottica maschilista per cui la donna è un tema problematico isolabile (e grave) solo o essenzialmente in quanto si configura socialmente come moglie del maschio: la stessa concentrazione del tema è ideologicamente significante. Ma si può andare oltre: dall attacco anche assai aspro alla corruzione sessuale del maschio non si ricava una sorta di equidistanza critica di Giovenale di fronte alle colpe dei due sessi, anzi: se si considera la natura stessa dell infrazione maschile al proprio pudor, si capisce facilmente che essa inversa e complementare a quella imputata al sesso femminile è la più sicura controprova della radicata misoginia dell autore: l uomo è accusato di femminilizzazione, ma non c è vera simmetria fra i due tipi di impudentia. I valori maschili sono sentiti 1. la pudicitia del pudor femminile: la pudicitia, il cui contrario è impudicitia, è la castità ; il pudor, il cui contrario è l impudentia, indica, più in generale, il pudore , il riserbo , la modestia . 478 2. officia virilia: compiti maschili . 3. ipertrofiche: eccessivamente lunghe. 4. l ipertrofia dell attacco: la lunghezza della satira. 5. ex professo: di proposito .

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale