Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE Traduzione di E. Barelli Traduzione di G. Viansino La speranza e la ragione degli studi non sono riposte ormai che in Cesare. Egli soltanto ha rivolto, in questo nostro tempo, il suo sguardo alle meste Camene, quando già celebri e noti poeti meditavano di appaltare un qualche modesto stabilimento balneare di Gabi, o qualche panetteria in Roma, ed altri non reputavano più né vergognoso né turpe trasformarsi in banditori pubblici; Clio, affamata, abbandonate le valli di Aganippe, già migrava nelle sale di vendita. [ ] Nessuno, d ora in avanti, sarà più costretto a sopportare per i suoi studi indegne fatiche, tra coloro che intessono le loro melodiose armonie in metri canori e hanno gustato l alloro. Coraggio, o giovani! La benevolenza dell imperatore vi guarda e vi sprona, né altro desidera che mostrarsi a voi. O Telesino, se tu pensi di poter ottenere da qualche altra parte un aiuto alle tue condizioni attuali e per questo riempi fogli di pergamena zafferano, affrettati piuttosto a mettere insieme un po di legna e offri le tue composizioni al marito di Venere, oppure chiudi sotto chiave i tuoi libretti e abbandonali ai fori delle tarme. Spezza la penna, o infelice, distruggi le tue sudate battaglie, tu che scrivi carmi sublimi dentro uno stretto bugigattolo, per divenire degno di una coroncina d edera o di una magra statua. Per te non c è altra speranza. Il ricco avaro ha ormai imparato, davanti ai dotti, a limitarsi soltanto all ammirazione e alla lode, come fanno i bambini con l uccello di Giunone. Speranza e motivazione per le attività intellettuali si trovano in Cesare solo: solo lui si è infatti volto a guardare benevolo le Camene dal volto aggrottato in questo tempo, in cui celebri e conosciuti poeti già stavano cercando di prendere in appalto un bagnetto a Gabi, a Roma forni per il pane, altri non giudicavano né sconcio né turpe diventare banditori, quando abbandonate le valli per cui scorre Aganippe, affamata emigrava nelle sale in cui si tengono aste Clio. [ ] nessuno sarà però d ora in avanti costretto a sopportare fatiche indegne delle attività intellettuali, chiunque sa intessere parole squillanti in ritmi sonori e ha fatto a morsi foglie d alloro. A queste attività prestate dunque la vostra attenzione, o giovani! si guarda attorno indagando e stimola voi il favore generoso del Duce e cerca per sé argomenti su cui si scrivano poesie. Se invece tu pensi di doverti aspettare da altre parti aiuti di patronato per le tue condizioni economiche, e per questo scopo pagine di pergamena color zafferano vengono da te riempite devi chiedere in tutta fretta un po di legna e, quanto vieni componendo, devi offrirlo in dono al marito di Venere, o Telesino! oppure, chiudi a chiave i tuoi libretti e, depositatili, lascia che la tarma se li sforacchia! fa a pezzi le penne con cui scrivi, povero disgraziato, e quelle battaglie epiche, su cui hai trascorso le notti, cancellale, tu che componi poesie sublimi standotene in una piccola cella per presentarti poi in pubblico degno di un busto macilento coronato di edera! speranza, oltre questa in Cesare, non ce n è: già infatti ha imparato il ricco avaro solamente a guardare ammirato, solamente a lodare colui che ha ricchezza d eloquio, così come fanno i fanciulli con l uccello di Giunone! COMPETENZE ATTIVE Per riflettere Secondo il latinista Luca Canali (1925-2014), che ha tradotto, tra gli altri, anche Giovenale, i vv. 59-62 («La triste povertà, che non concede quel poco di denaro di cui notte e giorno il corpo ha bisogno, non può cantare sotto l antro delle Muse né impugnare il tirso. Orazio ha lo stomaco pieno quando dice Evoè , il grido dell estasi bacchica assimilato all atto della creazione poetica ) sarebbero i versi più sgradevoli dell intera produzione di questo poeta: come spieghi questo giudizio da parte dello studioso? Ti sembra che una valutazione così severa sia completamente condivisibile oppure le parole di Giovenale potrebbero essere giustificate, tenendo in considerazione le sue notevoli difficoltà economiche ed esistenziali? 476

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Età imperiale