Tua vivit imago - volume 3

L autore Giovenale satira. Gli studiosi hanno ipotizzato che la figura di imperatore qui richiamata sia quella di Adriano, i cui gusti letterari e la propensione erano noti e che aveva fondato a Roma l Athenaeum, luogo di incontro e attività di retori, filosofi, artisti e letterati. Le pene dei mestieri intellettuali I primi versi della satira affrontano anche due ulteriori motivi: la necessità di abbandonare la poesia, di darsi a mezzucci e differenti arti per guadagnarsi da vivere e l irrefrenabile bisogno del poeta cup dus ( bramoso, voglioso ) di far poesia; quest ultima descritta come una sorta di malattia che lo consuma condannandolo alla miseria e all insoddisfazione per il mancato appoggio socia- le . Il tema è ampiamente sviluppato in interazione con il ricordo del passato, quando i poeti potevano dedicarsi in grande all ispirazione poetica perché non dovevano preoccuparsi di riempire la pancia o delle vesti per proteggersi dal freddo. La satira, nella sua ironica quanto dolente denuncia di ciò, si colora di una vivida attualità, senza però contrapporre una pars construens all amara e polemica constatazione del presente. Ne emerge una continuità e coerenza con il Giovenale dei primi due libri delle satire e al contempo un apertura verso la riflessività e il ridimensionamento di toni, verso una lettura del reale mediata dalla filosofia, che caratterizza la seconda fase, più matura, di produzione dell autore. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Sintetizza il contenuto informativo del passo, suddiviso nelle tre sezioni di versi proposte. 2. Chi sono le Camene (r. 2)? Come si potrebbe giustificare l uso di questo termine in relazione alla poetica di Giovenale? TRADUZIONI A CONFRONTO 3. Ti vengono riportati in lingua i vv. 1-7 e 17-32 della settima satira di Giovenale. Dopo averli attentamente confrontati con la traduzione di Biagio Santorelli proposta in trattazione e con quelle di Ettore Barelli e di Giovanni Viansino che trovi qui di seguito, commenta le varie rese, soffermandoti ad analizzare i loro punti in comune e le loro differenze. Testo originale Et spes et ratio studiorum in Caesare tantum; solus enim tristes hac tempestate Camenas respexit, cum iam celebres notique po tae balneolum Gabiis, Romae conducere furnos temptarent, nec foedum alii nec turpe putarent praecones fieri, cum desertis Aganippes vallibus esuriens migraret in atria Clio. [ ] nemo tamen studiis indignum ferre laborem cogetur posthac, nectit quicumque canoris eloquium vocale modis laurumque momordit. hoc agite, o iuvenes. circumspicit et stimulat vos materiamque sibi ducis indulgentia quaerit. si qua aliunde putas rerum exspectanda tuarum praesidia atque ideo croceae membrana tabellae impletur, lignorum aliquid posce ocius et quae componis dona Veneris, Telesine, marito, aut clude et positos tinea pertunde libellos. frange miser calamum vigilataque proelia dele, qui facis in parva sublimia carmina cella, ut dignus venias hederis et imagine macra. spes nulla ulterior; didicit iam dives avarus tantum admirari, tantum laudare disertos, ut pueri Iunonis avem. 475

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale