Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 25 30 non batta su conio corrente un carme triviale, questi, il cui genere non so indicare ma solo percepire, è reso tale da un animo privo di ansie, libero da ogni amarezza, desideroso di boschi e fatto per abbeverarsi alle fonti delle Aonidi.5 Non può infatti cantare sotto l antro pierio e metter mano al tirso la povertà, mesta e priva del denaro di cui il corpo ha bisogno notte e giorno: è sazio Orazio, quando dice «Evoè .6 Che spazio può mai esserci per il talento se non quando i vostri cuori, incapaci di sopportare due preoccupazioni insieme, si tormentano soltanto per la poesia e si lasciano trasportare dai signori di Cirra e Nisa?7 opera di un animo elevato, e non certo turbato da doversi comprare una coperta, scorgere i carri, i cavalli e i volti degli dèi, e l aspetto dell Erinni che sconvolge il Rutulo.8 (trad. B. Santorelli) 5. Aonidi: sono le Muse; il nome deriva dal fatto che l Elicona (il monte nel quale esse dimorano) si trovava in Beozia, terra del figlio di Poseidone, Aone. 6. Evoè: grido delle baccanti; si tratta qui, secondo la critica, di un allusione all ode II, 19, 5-8 di Orazio. 7. Cirra e Nisa: Cirra è in realtà Apollo (Cirra era il nome del porto di Delfi, sede del famoso oracolo del dio). Nisa è il nome di diverse città, le quali sostenevano di aver dato i natali al dio Bacco. 8. i carri, i cavalli Rutulo: allusione alla narrazione presente nell Eneide (in particolare si potrebbe pensare al settimo libro), con il riferimento alle Erinni (cioè le Furie) che sconvolsero re Turno facendolo piombare in un odio feroce contro Enea e i Troiani. Analisi del testo La miseria degli artisti e il mecenatismo del princeps Il terzo libro delle satire si apre con un testo con il quale Giovenale torna a condannare gli effetti della degradazione del sistema clientelare e il disagio sociale che ne consegue. I toni violenti della sesta satira contro le donne (à T1) sono così per un attimo deposti a favore di un amara constatazione dell inesistenza di un interesse reale per l attività letteraria e di vincoli di rispetto, fiducia e protezione nei confronti di poeti e intellettuali. Si combinano, fin dalle prime righe del testo, il motivo dell idealizzazione dei tempi passati e la critica per la corruzione del presente, nonché l interesse per la realtà, la quotidianità, in questo caso rappresentata dalla condizione di chi, come Giovenale, vive in uno stato di frustrante demotivazione e povertà. Il motivo dello splendore del patronato del passato (non limitato solo alla figura dell imperatore) viene qui solo introdotto e quindi sviluppato attraverso exempla illustri ai vv. 60-87 (in successione Giovenale ricorda: Virgilio, Orazio, Lucano, Stazio). Tuttavia nei versi iniziali della satira la figura dell imperatore sembra essere la sola nella quale riporre qualche speranza di appoggio e sostentamento: nella contrazione di interessi e ricchezze elargite dai ricchi, solo l imperatore garantisce una forma di protezione artistica. Giovenale sembrerebbe così lasciar spazio a una forma di ottimismo, introducendo una velata captatio benevolentiae, con la quale esclude l imperatore dalla critica che anima questa Carl Spitzweg, Il povero poeta, 1839. Monaco di Baviera, Neue Pinakothek. 474

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Età imperiale