T3 ITA - Scappare da Roma e vivere bene

L ET IMPERIALE T3 Scappare da Roma e vivere bene tratto da Satire I, 3, 21-50; 164-184 italiano Nella terza satira Giovenale affronta il tema del ritiro dalla caotica, insicura e immorale Roma, e lo fa attraverso un dialogo con l amico Umbricio, cliens come lui. Umbricio ha deciso di andarsene per trasferirsi a Cuma (in Campania) e spiega le sue ragioni, rincalzate da Giovenale che deplora l invivibilità di Roma e le pessime condizioni di chi vuole vivere onestamente. 5 10 15 20 25 Qui allora Umbricio mi dice: «Dal momento che non c è più posto a Roma per i mestieri onesti, nessuna ricompensa per le fatiche, e le tasche oggi sono più vuote di ieri e domani lo saranno ancora un po di più, ho deciso di andarmene lì dove Dèdalo si spogliò delle ali esauste;1 finché la canizie è recente, finché la vecchiaia è agli inizi e senza difetti, finché a Làchesi resta ancora da filare2 e io mi reggo sulle mie gambe senza che la mano abbia bisogno del bastone, meglio andar via. Vivano qui Astorio e Catulo, restino quelli che cambiano il nero in bianco, quelli per cui è facile prendere in appalto templi, fiumi e porti, cloache da prosciugare e cadaveri da portare al rogo, e poi offrire la testa in vendita all asta. Una volta questi suonavano il flauto, presenze fisse nell arena municipale, bocche note per tutta la città, e ora offrono spettacoli e, quando la plebaglia lo ordina col pollice verso, uccidono a furor di popolo; quindi, tornati a casa, prendono in appalto latrine e perché non dovrebbero far tutto, poi? giacché sono di quelli che la Fortuna, quando vuol divertirsi, innalza dal nulla ai più alti fastigi. Che ci faccio io a Roma? Io non so mentire; un libro, se è brutto, non riesco a lodarlo e a richiederlo; non conosco il moto degli astri; il funerale di un padre non voglio e non posso prometterlo; non ho mai esaminato le viscere delle rane; portare a una donna sposata doni e messaggi di un amante, sanno farlo gli altri; nessun ladro mi avrà per mezzano, ed è per questo che non esco al seguito di nessuno, come se fossi monco, senza la destra, un corpo inutile. Chi è amato oggi, se non chi è complice, se non chi ha un animo che avvampa ribollendo per colpe segrete e sempre da tacere? [ ] Non è mai facile emergere per quelli che hanno un misero patrimonio a ostacolare le proprie virtù, ma a Roma il loro sforzo è più duro: costa caro un miserabile alloggio, costano care le pance dei servi, costa cara una cena frugale. Ci si vergogna a cenare con stoviglie di terracotta, cosa che non troveresti così turpe se all improvviso ti ritrovassi presso i Marsi o alla mensa dei Sabini: lì ti accontenteresti di un ruvido cappuccio verdastro.3 C è una gran parte dell Italia, a dire il vero, in cui nessuno in- 1. dove Dèdalo esauste: il riferimento a Dèdalo si spiega con la rievocazione della versione del mito secondo la quale Dèdalo, fuggito in volo dal labirinto di Creta, sarebbe arrivato a Cuma e qui avrebbe consacrato le sue ali al dio Apollo dopo 468 aver fondato un tempio in suo onore. 2. finché a Làchesi filare: Làchesi era una delle Parche preposte alla vita e al destino individuale. Umbricio con l immagine (quasi dal sapore epico) di Làchesi alla quale rimane ancora da filare intende significare l aspettativa di anni ancora da vivere. Làchesi era infatti colei che filando assegnava il tempo del destino individuale. 3. ti accontenteresti di un ruvido cappuccio verdastro: il riferimento al cappuccio è un richiamo di un dettaglio, cioè

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale