Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE Vulcani; quid agant venti, quas torqueat umbras 10 Aeacus, unde alius furtivae devehat aurum pelliculae, quantas iaculetur Monychus ornos, Frontonis platani convolsaque marmora clamant semper et adsiduo ruptae lectore columnae. [ ] Cur tamen hoc potius libeat decurrere campo, 20 per quem magnus equos Auruncae flexit alumnus, si vacat ac placidi rationem admittitis, edam. Cum tener uxorem ducat spado, Mevia Tuscum figat aprum et nuda teneat venabula mamma , patricios omnis opibus cum provocet unus 25 quo tondente gravis iuveni mihi barba sonabat, cum pars Niliacae plebis, cum verna Canopi cosa combinino i venti, quali ombre torturi Eaco, da dove quell altro porti l oro del pellicciotto rubato, che grandi frassini scagli Monico, lo gridano senza sosta i platani di Frontone, i marmi divelti e le colonne abbattute dalle continue recitazioni. [ ] Ma perché io preferisca correre in questo campo, per cui guidò i suoi cavalli il grande figlio di Aurunca ve lo dirò, se avete tempo e se ascoltate tranquilli le mie ragioni. Quando un flaccido eunuco prende moglie, quando Mevia trafigge un cinghiale d Etruria e brandisce gli spiedi a seno nudo, quando da solo sfida in ricchezza tutti i patrizi quel tale, al cui taglio strideva dura una volta la mia barba di giovane, quando Crispino un avanzo della plebe del Nilo, nativo di Canopo, va sventolando sulle dita infine, il poeta chiude questa prima carrellata di esempi negativi con la menzione di un certo Frontone e della sua dimora, che a forza di risuonare di continue recitationes da sola è in grado di ripetere a sua volta simili argomenti triti e ritriti. quid agant Monychus ornos: interrogative indirette dipendenti da clamant, i cui soggetti sono platani, marmora e columnae. Il verbo torqueat è utilizzato in senso figurato con il significato di tormentare, torturare , oppure mettere alla prova . Frontonis platani lectore columnae: gli ornamenti della casa di Frontone sono devastati dalla tortura delle continue recitazioni. Il sostantivo marmora può indicare muri e pavimenti coperti di marmo, ma la critica ritiene che si possa anche pensare a statue forse di Muse e poeti. Adsiduo lectore è complemento di causa efficiente (lector è infatti concreto per astratto: l assiduo lettore per dire le continue recitazioni ). 19-21. Cur tamen edam Cur tamen campo: interrogativa indiretta dipendente da edam; a libeat è sottinteso nobis. Potius significa piuttosto ; il poeta preferisce dedicarsi al genere della satira, 464 indicato nel verso successivo, piuttosto che ai generi letterari menzionati nei versi precedenti. per quem: si riferisce a campo. La metafora* è quella delle corse dei carri trainati da cavalli. magnus alumnus: il grande figlio di Aurunca è Lucilio, il padre della satira latina, originario di Sessa Aurunca. vacat: impersonale in latino (ma il senso è: se avete tempo ). placidi: predicativo del soggetto sottinteso (vos, i lettori). 22-30. Cum tener non scribere Il lungo periodo è composto di una serie di proposizioni temporali (con una sfumatura causale) introdotte da Cum, seguite infine al v. 30 dalla principale. Mevia: è un nome fittizio di donna di famiglia agiata, inserito da Giovenale come esempio negativo di come le matrone amassero degradarsi senza ritegno vestendo i panni dei cacciatori (venatores) nel circo come gli uomini. La breve descrizione inserita ai vv. 22-23 si concentra sul vestito che lascia nuda una spalla e quindi parte del seno (nuda mamma ) e sulla figura dell animale, il cinghiale feroce di razza etrusca (Tuscum aprum, complemento oggetto di figat, da figo, trafiggere, colpi- re ). patricios omnis barba sonabat: costruisci: cum [quidam], quo tondente gravis barba sonabat mihi iuveni, provocet unus opibus patricios omnis [= omnes]. Si tratta quindi di un ex barbiere, che ora rivaleggia in ricchezza (opibus provocet) con i patrizi. cum pars pondera gemmae: il poeta si riferisce qui a un personaggio presente anche in alcuni epigrammi di Marziale (à p. 370) e menzionato in particolare nella sezione iniziale della quarta satira (à T4). Si tratta di un arrampicatore sociale proveniente dall Egitto (per Giovenale egli è della corrotta città di Canòpo, v. 26), il quale con l inganno dal niente riesce a diventare un protetto di Domiziano ammesso a corte. Con il nesso umero revocante Giovenale indica un movimento da fanatici fatto per mettersi in mostra: infatti si pensava che la porpora brillasse di più e mostrasse il suo pregio se portata in alto verso il sole; dal tirare sopra la spalla il mantello risalterebbe così lo sfarzo che Crispino vuole ostentare. L espressione aestivum aurum è invece di senso incerto, ma l ipotesi più antica e verosimile è che si tratti di un anello d oro fatto fare da Crispino appo-

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale