La satira come reazione all’inferno della società

L autore Giovenale La satira come reazione all inferno della società T2 Se manca la capacità, ci pensa lo sdegno! tratto da Satire I, 1, 1-13; 19-30; 77-86 latino italiano Nella prima satira Giovenale attacca le pratiche letterarie in voga al suo tempo e afferma la novità della propria poesia. Già da questo primo testo emerge la forza polemica di Giovenale, l insofferenza profonda verso una corruzione che tocca tutti gli ambiti della vita e che sarà oggetto dei suoi versi, al contrario della trita prassi di scegliere soggetti falsi del mito. Metro: esametri 5 d to Se mpe r e go au r ta ntu m? | Nu mqua mne re po na m Semper ego auditor tantum? Numquamne reponam vexatus totiens rauci Theseide Cordi? Inpune ergo mihi recitaverit ille togatas, hic ele gos? Inpune diem consumpserit ingens Telephus aut summi plena iam margine libri scriptus et in tergo necdum finitus Orestes? Nota magis nulli domus est sua quam mihi lucus Martis et Aeoliis vicinum rupibus antrum Dovrei sempre essere soltanto un ascoltatore? Non mi vendicherò mai, io, tante volte perseguitato dalla Teseide di Cordo, che ormai ci ha perso la voce? Impunemente dunque mi avrà recitato le sue togate quello, le sue elegie quest altro? Impunemente mi avrà fatto perdere l intera giornata un Telefo senza fine, o un Oreste, scritto fin sul retro di un rotolo, quando già è pieno anche il margine in fondo, eppure non ancora terminato? A nessuno la propria casa è nota più di quanto lo siano a me il bosco sacro di Marte e l antro di Vulcano, prossimo alle rupi di Eolo; 1-6. Sempre ego Orestes Semper ego auditor tantum?: nell interrogativa puoi sottintendere ero oppure sim; allo stesso modo reponam può essere indicativo futuro o congiuntivo presente, ma il senso generale non cambia. reponam: il verbo significa letteralmente ripagare un debito e qui è usato nel senso ironico di ricambiare il favore . vexatus Cordi?: Giovenale fa riferimento a un poema su Tèseo, il mitico re ateniese che aveva sconfitto il Minotauro con l aiuto di Arianna, figlia di Minosse. Cordo sarà uno dei tanti poeti che praticano poesia epica riproponendo il trito repertorio mitico, pratica contro la quale si scaglia Giovenale. Vexatus significa letteralmente vessato (nel senso di maltrattato, afflitto ; puoi rendere: ammorbato, torturato ) dalla lunghezza di un componimento evidentemente di ben poco interesse. Inpune ergo finitus Orestes?: la struttura bipartita dei vv. 3-4 è studiata per ribadire l insofferenza del poeta, quasi martellato da una forma di recitazione che prevede in generale sia poesia lirica/elegie (ele gos), sia togatae, cioè commedie di argomento romano. Seguono quindi ai vv. 5-6 due esempi di tragedie, con protagonisti rispettivamente Tèlefo, re di Misia, il quale secondo un oracolo sarebbe stato il solo a guidare gli Achei indicando la via per Troia; e Oreste, che uccise la madre Clitemnestra e l amante di lei Egisto per vendicare l assassinio del padre Agamennone. Questo Oreste non ancora terminato (necdum finitus) non solo occupa già il rotolo nella sua lunghezza, ma anche i margini finali (plena margine; il sostantivo margo può essere in latino sia maschile che femminile) e persino il verso del papiro (a ciò allude la formulazione in tergo), normalmente non destinato alla scrittura. L immagine richiama così con evidenza il debordare di recitazioni di testi smisurati nella loro lunghezza, che non può nemmeno essere contenuta dal supporto scrittorio in maniera normale. I verbi recitaverit e consumpserit sono futuri anteriori. 7-13. Nota magis columnae In questi versi il poeta ironizza sulla ripetitività delle recitazioni pubbliche e sui soggetti scelti, tanto che conosce il bosco sacro a Marte nella Còlchide (lucus / Martis: nota l enjambement*) e l antro di Vulcano vicino ai monti di Eolo (Aeoliis vicinum rupibus antrum / Vulcani: ancora un enjambement, a suggerire forse la fatica dell ascolto) meglio di come si conosce la propria casa. La formulazione quid agant venti allude alla narrazione della tempesta (un motivo epico molto diffuso). aco è uno dei giudici dell Ade, insieme a Minosse e Radamante. Segue quindi la rievocazione del ratto del vello d oro (definito in maniera irriverente e avvilente con il diminutivo di uso colloquiale pellicula al v. 11) e il dettaglio del mito dello scontro tra Làpiti e Centauri innescato dal centauro Mònico, che per primo colpì i nemici dando inizio allo scontro durante le nozze di Pirìtoo e Ippodamia (quantas ornos rievoca il particolare del tronco d albero utilizzato come arma da Mònico). Al v. 12, 463

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale