Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 15 dei poeti satirici. Grande e meritata fama ha conseguito Persio,4 pur con un solo libro di satire. E ce ne sono altri oggi illustri e che saranno in avvenire ricordati. 95. Dell altro genere di satira, più antico, ma caratterizzato dalla varietà non soltanto dei metri, fu scrittore Terenzio Varrone, l uomo più erudito dei Romani. Egli compose numerosissime e dottissime opere e fu conoscitore profondo della lingua latina e, in ogni senso, di antiquariato, relativo sia al mondo greco che a quello romano: ma il suo contributo era destinato più all erudizione che all eloquenza.5 (trad. R. Faranda) 4. Persio: Aulo Persio Flacco (à p. 47) ha lasciato un unico libro con sei satire. 5. Terenzio Varrone eloquenza: Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) fu autore estremamente prolifico, di grandissima erudizione. A lui dobbiamo la selezione delle commedie plautine giunte fino a noi. Analisi dei testi Una storia della letteratura Il libro decimo dell Institutio oratoria è noto soprattutto per la sezione di storia della letteratura greca e latina contenuta nel primo capitolo. Dopo aver affrontato, nei primi nove libri, le varie fasi dell apprendimento, il ruolo degli insegnanti e i concetti fondamentali della retorica, Quintiliano passa, infatti, a descrivere gli autori che ritiene fondamentali per la formazione dei futuri oratori. Questa sezione risponde all esigenza, centrale in tutto il metodo di Quintiliano, di considerare l apprendimento un attività basata sull imitatio (à T7), ossia sulla riproduzione consapevole di quegli elementi su cui si basa l ars retorica. Al modello costituito dal docente, dunque, lo studente deve ora aggiungere quello dei grandi autori del passato, che vengono pertanto elencati e suddivisi per genere. Quintiliano critico letterario Secondo Quintiliano, però, lo studio degli autori classici non deve condurre lo studente ad acquisire passivamente le varie caratteristiche dello stile, ma, al contrario, deve portare a sviluppare una tale sensibilità letteraria e un tale spirito critico da permettergli di riconoscerne i pregi e i difetti. Soltanto in questo modo, infatti, il giovane che si avvia alla carriera oratoria potrà essere in grado di attingere il meglio da ogni autore nell occasione più opportuna. Ancora una volta, riconosciamo le cifre dell insegnamento quintilianeo, che sono i due concetti di esemplarità ed esperienza. Strettamente connessi fra loro, possono essere acquisiti e sviluppati attraverso l azione congiunta di pratica e studio, e dunque, di nuovo, grazie al ricorso a modelli autorevoli da studiare, riprodurre e commentare. 438 La classifica dei poeti Il canone dei modelli offerto da Quintiliano colloca al primo posto della letteratura latina Virgilio (à T5, rr. 2-3), secundus solamente a Omero. Seguono, suddivisi in base al genere letterario, altri scrittori, dei quali Quintiliano offre un sintetico giudizio. I primi sono gli autori di opere didascaliche: Macro e Lucrezio, di cui si loda l eleganza, e Varrone Atacino, pregevole come traduttore (à T5, rr. 11-16). In questa sede si richiama anche Ennio, di cui però si ricorda l importanza soprattutto storico-culturale, in quanto troppo lontano dal gusto contemporaneo per costituire un riferimento (à T5, rr. 16-18). Seguono i poeti epici: tra loro spiccano i giudizi sull Ovidio delle Metamorfosi, che tuttavia è criticato per l eccessivo spazio concesso a tematiche leggere (lascivus in herois), su Valerio Flacco, di cui si ricorda con rimpianto la recente scomparsa (multum in Valerio Flacco nuper amisimus), e su Lucano (ardens et concitatus et sententiis clarissimus à T5, rr. 19-30). Per l elegia, il canone quintilianeo comprende con l eccezione di Gallo di cui abbiamo solo pochi frammenti quegli autori (Tibullo, Properzio, Ovidio) che ancora oggi consideriamo i migliori rappresentanti di quel genere in ambito latino, e che non hanno nulla da invidiare agli autori greci (à T6, par. 93). Un genere in cui invece i Romani primeggiano è quello della satira (satura quidem tota nostra est), di cui si ricordano Orazio (il preferito da Quintiliano), Lucilio (di cui si loda la cultura e la grande libertà di parola), Persio e Varrone (vir Romanorum eruditissimus, da tenere in considerazione più per le opere scientifiche che per la produzione poetica à T6, parr. 94-95).

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Età imperiale