Tua vivit imago - volume 3

L autore Quintiliano 30 35 40 45 facilmente nel peggio ma quando mai si sono visti i difetti diventare virtù? Perciò l allievo neppure nella prima infanzia si abitui a un linguaggio, che dovrebbe poi disimparare. 6. Sarebbe ugualmente augurabile che i genitori fossero colti quanto più possibile. E non parlo solo del padre. noto, ad esempio, che alla formazione oratoria dei Gracchi contribuì non poco la loro madre, Cornelia, le cui lettere, scritte con stile colto ed elegante, sono giunte fino ai posteri; e si dice che Lelia, figlia di Gaio, si esprimeva nel parlare con la stessa raffinatezza del padre; l orazione tenuta da Ortensia, figlia di Quinto, davanti ai Triumviri si legge ancora, e non solo per omaggio al sesso.2 7. Ciò non vuol dire che i genitori sforniti di cultura debbano avere minore cura nell educazione dei figli; anzi, proprio per questo dovranno essere più attenti in tutto il resto. Quanto ai compagni di studi del futuro oratore, valga quello che si è detto per le nutrici. 8. Per i pedagoghi vorrei, in più, o che fossero veramente preparati (e questa dovrebbe essere la prima preoccupazione) o almeno che sapessero di non essere dei pozzi di scienza. Non c è genìa peggiore di coloro che, dopo aver imparato appena qualche cosa oltre i primi elementi, sono persuasi, a torto, di saper tutto. Infatti, si sdegnano all idea di doversi ritirare per far posto ad altri insegnanti e con aria imperiosa, e talvolta infierendo come in forza di un diritto autoritario, di cui quasi sempre gente simile va superba, continuano ad insegnare la loro ignoranza. (trad. R. Faranda) 2. Cornelia al sesso: Cornelia era la figlia di Scipione l Africano, nonché la madre di Tiberio e Gaio Gracco. Lelia era la figlia di Gaio Lelio detto il Sapiente, il carissimo amico di Scipione Emiliano. Ortensia, figlia del grande oratore Quinto Ortensio Ortalo, si batté con successo contro l introduzione, da parte di Ottaviano e Marco Antonio, di una pesante tassa che andava a colpire le matrone romane. Analisi del testo Un progetto culturale molto ampio La vastità del progetto culturale di Quintiliano appare evidente dall attenzione che egli riserva alla formazione del giovane oratore sin dalla più tenera età: questo percorso, infatti, è concepito non come trasmissione di nozioni, ma come realizzazione del cittadino. Scopo degli insegnanti e della scuola è valorizzare prima di tutto quella che è la dote innata del fanciullo, ossia la capacità di apprendere e imparare: essa «è naturale per l uomo; e a quella guisa che gli uccelli sono generati per volare, i cavalli per correre, le fiere per incrudelire, così è tipicamente nostra la solerte attività dello spirito, per cui si crede che l animo umano abbia origine divina (rr. 5-8). Questo passo è forse uno dei più significativi dell intera Institutio: Quintiliano, infatti, sottolinea come l apprendimento non sia una prerogativa riservata a pochi individui intellettualmente brillanti, ma sia, al contrario, una capacità universale. Il maestro dev essere in grado di dare il buon esempio Tutti gli uomini sono in grado di apprendere cose nuove: è fondamentale, pertanto, che siano costantemente seguiti nel modo giusto perché ogni ragazzo ha, dentro di sé, gli strumenti e la capacità per ottenere i più alti risultati. Se ciò non accade, se lo studente non riesce a dare corpo alle sue potenzialità, la colpa va attribuita a una formazione inadeguata e a maestri che non hanno saputo trasmettere 429

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Età imperiale