Gli insegnamenti didattici di Quintiliano

L ET IMPERIALE Gli insegnamenti didattici di Quintiliano T2 L importanza della formazione di base tratto da Institutio oratoria I, 1, 1-8 italiano Il primo libro dell Institutio oratoria è dedicato ai fondamenti dell istruzione. Bisogna formare l allievo, sin da quando è bambino, con l obiettivo di svilupparne il più possibile le qualità individuali. Secondo Quintiliano, infatti, l insegnamento non è soltanto trasmissione di sapere, ma un processo che serve a plasmare il buon cittadino. Educare i ragazzi, perciò, non significa preparare dei professionisti alla carriera che intraprenderanno da adulti, ma far sì che amplino in maniera adeguata le potenzialità insite nella loro natura umana. All interno del processo di apprendimento risulta centrale, dunque, il ruolo dell insegnante. 5 10 15 20 25 1. Ordunque, il padre, appena il figlio è nato, concepisca per lui le più belle speranze; e così ne avrà più cura fin dagli inizi della sua educazione. Falsa è, infatti, la querimonia, che a pochissimi sia concessa la capacità di assimilare gli insegnamenti e che, invece, i più perdano tempo e fatica per lentezza d ingegno. Vero è, al contrario, che si trovano tanti dotati di buona penetrazione e inclini a imparare. Perché ciò è naturale per l uomo; e a quella guisa che gli uccelli sono generati per volare, i cavalli per correre, le fiere per incrudelire, così è tipicamente nostra la solerte attività dello spirito, per cui si crede che l animo umano abbia origine divina. 2. Gli ottusi, invece, e coloro che sono inadatti ad imparare non sono conformi alla natura umana più di quanto lo siano i corpi anomali e i mostri: ma questi ragazzi ottusi, che sono sempre stati pochissimi, forniscono la prova che nei ragazzi brillano moltissime possibilità e, quando queste svaniscono col crescere dell età, è chiaro che è venuta meno non la natura, ma la diligenza degli educatori. «Non tutti hanno la stessa intelligenza , 3. voglio ammetterlo; e i risultati saranno più o meno buoni: ma non si riesce a trovare nessuno, che con l appassionata applicazione non abbia raggiunto una benché minima mèta. Chi abbia fatto tale considerazione, non appena divenuto padre, provveda con la massima cura all educazione di colui, del quale spera di fare un buon oratore. 4. Per cominciare, le nutrici dovranno esprimersi con un linguaggio corretto: di loro Crisippo1 si augurava che fossero, se possibile, esperte di filosofia o almeno voleva che si scegliessero le migliori, per quanto permesso dalle circostanze. Senza dubbio ben più importante è in loro la moralità: bisogna però anche che parlino correttamente. 5. la nutrice che il bambino ascolterà per prima, sono le sue parole ch egli cercherà di ripetere balbettando. E per natura noi siamo attaccatissimi alle prime suggestioni dell innocenza: così come il sapore, del quale si impregnano i recipienti nuovi, rimane persistente, né si potrà mai più cancellare la tinta della lana, che ne ha mutato il primitivo color bianco. Il guaio è che proprio le suggestioni peggiori restano maggiormente impresse. Ciò che è buono si cambia 1. Crisippo: si tratta del filosofo Crisippo di Soli, figura fondamentale dello stoicismo, corrente filosofica nata ad Atene verso la fine del IV secolo a.C. 428

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale