LA PEDAGOGIA DI QUINTILIANO

L ET IMPERIALE in breve LA PEDAGOGIA DI QUINTILIANO PLUS Il maestro si presenta Distaccandosi dalla L insegnamento della retorica L idea che Quintiliano ha dell educazione retorica, se da manualistica tradizionale un lato presenta una serie di elementi che sono in continuità con la tradizione didattica orgreca, Quintiliano punta mai consolidata, dall altro è profondamente innovativa rispetto alla manualistica di origine a una retorica inserita nel contesto romano greca. Rispetto agli oratori greci, però, in Quintiliano si assiste al tentativo di creare un sistee basata su exempla ma dottrinario che sia efficacemente inserito all interno del mondo romano, in cui la conconcreti di competenza sapevolezza di una funzione politica dell oratoria è ancora forte. Mentre la riflessione sulla tecnica (primo fra tutti Cicerone) e di virtù. retorica in ambito greco aveva dedicato attenzione soprattutto alla descrizione di modelli teorici universali e astratti, Quintiliano elabora un sistema basato su modelli concreti, e in particolare sul classicismo ciceroniano. La grande novità, dunque, è proprio l importanza che acquisisce il concetto dell exemplum, del modello esemplare, che è assunto in quanto tale non soltanto da un punto di vista strettamente tecnico, ma anche (anzi, soprattutto) dal punto di vista etico-morale. Rielaborando una La formazione dell oratore come formazione del cittadino L oratore ideale di Quinmassima di Catone il tiliano è vir bonus dicendi peritus, un uomo di valore esperto nell arte della parola : queCensore, Quintiliano sto concetto, che risale a Catone il Censore (III-II secolo a.C.), è legato al riconoscimento auspica che l oratore sia dell importanza sociale dell oratoria, e dunque dell oratore. In Quintiliano, però, osserviadicendi peritus perché possa essere pienamente mo una rilettura del modello originale: se per Catone, infatti, era il vir bonus a dover essere un vir bonus. dicendi peritus intendendo così che l abilità retorica doveva essere subordinata al rispetto del codice definito dal mos maiorum l interpretazione quintilianea considera il dicendi peritus la condizione indispensabile affinché il vir possa essere realmente bonus. In questa maniera Quintiliano riesce a recuperare un elemento centrale che gli eventi legati alla fine della repubblica e al passaggio al principato avevano profondamente compromesso: la funzione politica dell eloquenza. gr ce loqui Discorso lungo e discorso breve Nel suo dialogo dedicato alla retorica, intitolato Gorgia dal nome del protagonista, il filosofo greco Platone (428-347 a.C.) mette in scena uno scambio di opinioni fra Socrate (470-399 a.C.) e il celebre sofista Gorgia di Lentini (ca 485-375 a.C.). Fra gli argomenti dibattuti troviamo il problema del giusto modo di organizzare il proprio discorso: secondo Socrate, infatti, bisogna preferire uno stile breve e sintetico (Platone, Gorgia 449b, 8), mentre Gorgia, al contrario, è un sostenitore della macrologìa tipica dei sofisti, ossia di uno stile riccamente articolato, quasi sovrabbondante. Questo contrasto fra brachylogìa e macrologìa, fra discorso breve e discorso lungo , fa la sua comparsa anche in Quintiliano, in quella sezione 420 del libro VIII dell Institutio oratoria che è dedicata all impiego retorico delle sententiae, le brevi frasi a effetto adoperate con lo scopo di vivacizzare il discorso. Opponendosi allo stile di Seneca (à p. 78), Quintiliano critica quello che è a suo dire un vero e proprio abuso delle sententiae, impiegate in maniera eccessiva soprattutto come sententiae in clausula (o, per dirla in greco, epiphonèmata), ossia costruite con una precisa struttura ritmica che le rende adatte esclusivamente alla clausola finale del periodo. L elocuzione senecana, infatti, si nutre del fascino esercitato dalla brev tas, dalla sospensione della frase, dalla complessiva concettosità. Quintiliano, al contrario, fonda il proprio stile su un articolazione ampia e su frasi a effetto.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale