Fino a noi - L’epigramma funerario dall’antichità a Edgar

L ET IMPERIALE Fino a noi L epigramma funerario dall antichità a Edgar Lee Masters (e Fabrizio De André) L iscrizione sepolcrale in versi (e in particolare in distici elegiaci) era una delle declinazioni originarie della forma epigrammatica (à p. 374); per questo motivo, quando Marziale scrisse il suo epitaffio per la piccola Erotion, il sottogenere dell epigramma funerario aveva già una storia plurisecolare: per fare un esempio, l intero libro VII dell Antologia Palatina è una raccolta di testi di questo tipo. La fortuna di questa particolare modalità espressiva è stata immensa e ininterrotta fino ai giorni nostri, e Marziale ne rappresenta soltanto un passaggio. Nella tarda antichità sicuramente degni di menzione sono gli epigrammi funerari del poeta Ausonio (ca 310-395), autore di raccolte che mostrano notevoli caratteri di originalità: i Parentalia (trenta componimenti funebri per i parenti deceduti) e la Commemoratio professorum Burdigalensium (una curiosa silloge di epitaffi per i colleghi professori della città gallica di Burdigala, l odierna Bordeaux). Nella latinità medievale l epigramma funerario fu più spesso vincolato alla sua funzione originaria di epigrafe, almeno fino all esplosione del genere epigrammatico nell umanesimo italiano, favorita anche dalla riscoperta e rivalutazione di Marziale: da questo momento in poi si moltiplicano gli esempi di epitaffi letterari, ovviamente ancora in latino, che trovano gli esiti più toccanti e riusciti nei Tumuli di Giovanni Pontano (1429-1503). Quando l epigramma divenne un genere popolare in tutta Europa, anche il suo sottogenere funerario ne giovò in varietà e originalità, e soprattutto si slegò dall uso del latino; un esito interessante fu la sua declinazione ironica, non ignota all antichità (cfr. à Giovanni Pontano. 398 anche Marziale, Epigrammata IX, 29), che emerge per esempio dall epitaffio che il poeta inglese Abel Evans (1675-1737) dedicò all architetto John Vanbrugh: Lie heavy on him, Earth! For he / Laid many heavy loads on thee ( Giaci pesante su di lui, Terra! Poiché lui ha deposto molti carichi pesanti su di te , con evidente allusione alla professione del defunto e rovesciamento del motivo del sit tibi terra levis). La sovrapposizione di epitaffio letterario e iscrizione sepolcrale si fa completa in quei componimenti che molti poeti dettavano personalmente per le loro sepolture; celeberrimo quello di John Keats (17951821), morto giovanissimo dopo una vita funestata da una salute precaria: Here lies One Whose Name was writ in Water, qui giace uno il cui nome fu scritto nell acqua . La tomba di John Keats, nel Cimitero acattolico di Roma. Nel XX secolo, la più importante raccolta poetica a tema funerario è senza dubbio l Antologia di Spoon River (1915) del poeta americano Edgar Lee Masters (1868-1950), che si propone di raccontare attraverso gli epitaffi dei suoi abitanti la variegata umanità del paesino immaginario di Spoon River. L opera, tradotta in italiano da Fernanda Pivano grazie all interessamento di Cesare Pavese, che riuscì ad aggirare la censura fascista, fu pubblicata in Italia nel 1943; la raccolta fu poi di ispirazione per il concept album del cantautore Fabrizio De André Non al denaro non all amore né al cielo (1971), che rielaborò alcune delle poesie di Masters in forma musicale.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale