T4 LAT - La nostra pagina ha il sapore dell’uomo

L ET IMPERIALE T4 La nostra pagina ha il sapore dell uomo tratto da Epigrammata X, 4 latino Anche in questo epigramma Marziale esprime una posizione fortemente polemica contro la poesia di argomento mitologico, affidandola significativamente a un modulo espressivo proprio dell epica: il catalogo. La galleria di monstra elencati dal poeta viene esplicitamente contrapposta allo schietto realismo dei suoi versi, che certo non ospitano Gorgoni e Arpie ma in compenso sanno di uomo . Per chi non vuole conoscere meglio sé stesso, del resto, c è sempre Callimaco Metro: distici elegiaci Qu le g s Oe d po de n | ca l ga nte mque Thy e ste n, Co lch da s e t Scy lla s, | qu d n s mo nstra le g s? Qui legis Oedipo den caligantemque Thyesten, Colch das et Scyllas, quid nisi monstra legis? Quid tibi raptus Hylas, quid Parthenopaeus et Attis, quid tibi dorm tor proderit Endymion, 5 exutusve puer pinnis labentibus, aut qui odit amatrices Hermaphroditus aquas? Quid te vana iuvant miserae ludibria chartae? Hoc lege, quod possit dicere vita «meum est . 1-6. Qui legis aquas? Qui Thyes ten: tu che leggi un dipo e un oscuro Tieste . Il pronome relativo Qui si riferisce a Mamurra, il destinatario dell epigramma il cui nome però viene reso esplicito solamente al v. 11; la scelta del nome rimanda probabilmente all omonimo avversario di Catullo, attaccato dal poeta veronese nei carmi XXIX e LVII. Oedipo den e Thyesten sono accusativi con desinenza alla greca ; il primo viene da Oedipo des, variante più ricercata del comune Oedipus. Le vicende di dipo e Tieste erano due celeberrimi temi di tragedia, frequentati anche in ambito latino (pensa, per esempio, ai due omonimi drammi senecani à p. 70). Caligantem è un participio presente accusativo da cal go, verbo della prima coniugazione che significa essere oscuro, coperto dalle tenebre . Marziale allude alle conseguenze dell orribile delitto compiuto da Tieste, che secondo il mito si sarebbe cibato delle carni dei suoi figli provocando la fuga del sole, inorridito da una tale vista, e facendo cadere una notte innaturale sulla Terra. Colch das et Scyllas: donne di Còlchide e Scille ; i due accusativi dipendono ancora dal legis del v. 1. Il primo termine è un allusione a Medea, la figlia del re della Còlchide Eeta, che tramite le sue arti ma- 388 giche aiutò l amato Giasone a trafugare il vello d oro; il secondo a Scilla, figlia del re di Mègara Niso, che per favorire Minosse, di cui si era innamorata, provocò la morte del padre in guerra contro di lui. quid legis?: che cosa leggi se non mostruosità? . Quid tibi Endymion: proderit, futuro semplice da prosum, essere utile , è il verbo principale dei vv. 3-6: a che ti gioverà . Nota l anafora* Quid tibi quid quid tibi, che rafforza il concetto espresso da Marziale. Raptus Hylas, Ila rapito , si riferisce a Ila, un giovane di straordinaria bellezza che prese parte alla spedizione degli Argonauti; mentre attingeva acqua da una sorgente durante una sosta le ninfe si innamorarono di lui e lo trascinarono con sé, episodio a cui allude il participio raptus (da rapio). Parthenopaeus e Attis erano, rispettivamente, uno dei Sette contro Tebe, episodio mitico oggetto di poemi epici e tragedie, e un giovane che si evirò per consacrarsi al culto della dea Cìbele, la cui storia è narrata da Catullo nel carme LXIII. Il dormiglione Endimione (dorm tor Endymion) era un giovane amato da Selene, la dea lunare, che per godere della sua vista lo fece sprofondare in un sonno eterno (da cui l epiteto dorm tor impiegato da Marziale). exutusve laben tibus: o il fanciullo spogliato delle penne che cadono : si tratta di un allusione al mito di caro e della sua morte, provocata dal desiderio di volare troppo vicino al sole con le ali artificiali approntate per lui dal padre Dèdalo. Exutus è participio perfetto da exuo, spogliare, svestire ; labentibus è ablativo plurale del participio presente attivo del verbo deponente di terza coniugazione labor, concordato con pinnis. Nota l allitterazione* nell espressione puer pinnis. aut aquas?: costruisci: aut Hermaphroditus qui odit aquas amatrices?. Hermaphroditus era il figlio di Hermes e Afrodite; rifiutò l amore della ninfa Salmace (qui odit amatrices aquas: nella mitologia antica le ninfe erano divinità minori legate al mondo naturale e in particolare a fonti, fiumi e laghi). 7-12. Quid Aetia Callimachi vana: attributo del successivo ludibria, che significa finzioni, fandonie . Hoc lege: l impiego di lege, imperativo, rimanda alle due occorrenze del verbo all inizio dell epigramma, intendendo correggere le abitudini letterarie di Mamurra. quod meum est : efficace personificazione* della vita, che si riconosce nella poesia realistica di Marziale. Il relativo quod è attratto all accusativo dal pronome prolettico Hoc, quando ci si aspetterebbe de quo (complemento di argomento); traduci di cui .

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale