Fino a noi - La fortuna di Marziale

L autore Marziale Fino a noi La fortuna di Marziale Marziale è il principale modello classico per la produzione di epigrammi in latino e nelle lingue europee. Marziale nell antichità Marziale gode di grande fama già in vita, se si considera che nel primo componimento della sua raccolta probabilmente aggiunto in un secondo momento come proemio all intero corpus epigrammatico si vanta di essere toto notus in orbe, conosciuto nel mondo intero (Epigrammata I, 1, 2); simili dichiarazioni sono peraltro frequenti nella sua raccolta, specialmente negli ultimi libri. La sua poesia continua a essere popolare, senza interruzioni di rilievo, per tutta l antichità, e il suo influsso si rivela particolarmente evidente in quella produzione poetica che tra IV e V secolo fa della brev tas e della varietà dei temi le sue caratteristiche distintive: così Marziale risulta essere un modello decisivo per gli epigrammi di Decimo Magno Ausonio (ca 310-383 à p. 729) e di Claudio Claudiano (ca 370-404 à p. 739). Proprio un amico di Claudiano, il giurista cesenate Torquato Gennadio, cura nel 401 un importante edizione dell opera di Marziale. Alla fine del mondo antico: Sidonio Apollinare e Lussorio La fortuna del poeta di Bìlbilis è vasta anche nel delicato passaggio dalla fine del mondo antico all Alto Medioevo: interessante la definizione che di Marziale dà un grande intellettuale gallico del V secolo come Sidonio Apollinare (ca 430-487), il quale in un suo componimento (Carmina IX, 268) lo chiama mordax sine fine, incessantemente corrosivo , suggerendo il fatto che al tempo il poeta fosse rinomato soprattutto per la sua produzione comico-scoptica. Una ricezione analoga è suggerita dall opera di Lussorio, detto talvolta il Marziale cartaginese , poeta attivo nel VI secolo nel regno africano dei Vandali, autore di un corpus di epigrammi che deve moltissimo per scelte stilistiche, meccanismi comici ed elementi di satira sociale al modello marzialiano. Il Medioevo Diversamente da quanto accade ad altri autori come Tacito (à p. 488) e Quintiliano (à p. 414) la conoscenza di Marziale non viene mai completamente meno nel Medioevo, per quanto non possa essere paragonata a quella dei grandi classici come Virgilio. Non si ha notizia per esempio di commenti medievali dedicati al poeta; fino alla sua rivalutazione in età umanistica sono pochi gli intellettuali che sembrano mostrare una conoscenza approfondita della sua opera, e Marziale è noto soprattutto tramite quelle antologie dette florilegi che selezionano i versi più significativi e facilmente memorabili, come per esempio le sententiae che concludono molti epigrammi. La riscoperta umanistica La vera riscoperta e valorizzazione della poesia di Marziale nella sua interezza si deve innanzitutto a Boccaccio (1313-1375), che intorno al 1362 trovò forse nel monastero di Montecassino un codice à Andrea del Castagno, Boccaccio (particolare), 1450 ca. Firenze, Galleria degli Uffizi. 379

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale