Achilleide

L ET IMPERIALE Achilleide T5 Cantami il grande Achille! tratto da Achilleide I, 1-19 italiano Il proemio dell Achilleide è composto da 19 versi contro i 45 della Tebaide e l argomento del canto è tutto sintetizzato in 7 versi, all interno dei quali è presente anche la topica invocazione del poeta alla musa. Complessivamente la sezione relativa alla protasi si estende dal v. 1 al v. 13, comprendendo anche una più estesa invocazione al dio Apollo (vv. 8-13), cui segue la dedica all imperatore Domiziano (vv. 14-19). Il passo è programmatico sia per quanto riguarda il progetto dell opera, che prevedeva la narrazione dell intera vicenda di Achille rimasta poi incompiuta, sia per il proposito annunciato dal poeta di dedicarsi a un opera più grande sulle gesta dell imperatore rispetto alla quale l Achilleide costituisce quasi un esercizio preparatorio. 5 10 Il magnanimo Eàcide1 cantami, o dea,2 e la prole temuta dal Tonante,3 alla quale fu vietato di succedere al Padre nel regno del cielo. Certo le imprese di questo eroe furono rese molto famose dal canto meonico,4 ma parecchie di esse sono ancora prive di celebrazione poetica. Fa che noi (così la fantasia ne sospinge) possiamo tutte cantarle ad una ad una, snidandolo con la tromba dulichia5 dal suo nascondiglio di Sciro, senza fermarci sul solo episodio di Ettore trascinato sotto le mura della città6, ma accompagnando il giovane eroe per tutte le imprese della guerra di Troia. Solo, tu, o Febo, se altra volta non indegnamente sino in fondo bevemmo alla fonte della tua ispirazione,7 concedimi ora una fonte novella e cingi le mie chiome di una seconda corona: ché non come uno straniero busso all aonio bosco,8 né ora per la prima volta le mie tempie s accrescono dell onore delle sacre bende. Lo sa la pianura dircea e me tra i nomi degli antichi avi e insieme col suo Anfione annovera Tebe.9 Ma tu,10 di fronte a cui, essendo di gran lunga il primo, rimane attonito il 1. Il magnanimo Eàcide: Achille è menzionato attraverso l uso del patronimico Eàcide, cioè figlio di aco, in quanto il padre Pèleo era figlio del re aco. Quest ultimo è tecnicamente il nonno di Achille, ma già in Omero Eàcide è patronimico con il quale si indica sia Pèleo, sia il figlio Achille. 2. o dea: la Musa, apostrofata dal poeta secondo l uso epico. 3. la prole temuta dal Tonante: il riferimento al protagonista prosegue con un allusione alla profezia secondo la quale Giove, se avesse sposato la ninfa Teti, sarebbe stato spodestato dal trono celeste dalla sua prole. Per questo motivo Teti venne assegnata come sposa a un mortale: Pèleo. Achille è prole di Giove perché nipote di aco, figlio di Giove (che è dunque suo bisnonno). Con la remota discendenza olimpica si spiega anche il fatto che alla prole (cioè ad Achille) sia vietata la successione al cielo dei padri. 4. canto meonico: i poemi omerici, per 358 i quali le gesta del grande Achille a Troia erano fonte di ispirazione e soggetto poetico. L attributo indica la Meonia, cioè la Lidia, ritenuta una delle possibili patrie di Omero. 5. tromba dulichia: si tratta della tromba di Ulisse, il quale architetta come stratagemma per individuare Achille nascosto nel gineceo la simulazione di un imminente attaco tramite suoni di guerra. L aggettivo si riferisce all isola di Dulichio nel mar Ionio, luogo di nascita di Ulisse, e viene normalmente utilizzato in riferimento all eroe. 6. senza fermarci... della città: Stazio dichiara di voler andare ben oltre il racconto dell Iliade e quindi oltre l uccisione di Ettore. 7. bevemmo... ispirazione: Stazio richiama qui la vecchia ispirazione poetica conferitagli da Apollo ai tempi della composizione della Tebaide. 8. aonio bosco: è il bosco del monte Elicona, che si trova in Beozia, sacro alle Muse e al dio Apollo. Stazio puntualizza ulteriormente l immagine dell abbeverarsi alla fonte delle Muse specificando il dettaglio dell Elicona, tradizionalmente ricordato dai poeti epici. 9. Lo sa... Tebe: riferimento alla fondazione della città di Tebe a opera di Zeto e del fratello Anfìone, il vate che cantando aveva incantato i macigni ammassati da Zeto, che da soli si ordinarono in mura. Il richiamo al mito di fondazione della città è dettaglio di carattere erudito inserito all interno dell elaborato ricordo della composizione della Tebaide. Stazio afferma infatti di far parte di coloro che sono di Tebe, in quanto cantore della vicenda della città, segnata dalla lotta fratricida di Etèocle e Polinìce. 10. Ma tu: dopo aver invocato Apollo, Stazio inserisce un apostrofe* e una vera e propria dedica all imperatore Domiziano.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale