T4 LAT - Sfidami tu, Giove!

L autore Stazio ANALISI 2. Quali figure retoriche riconosci nell espressione Caput, o caput, o mihi si quis / apportet, Melanippe, tuum (vv. 739-740)? Spiegane l utilizzo e illustra che cosa mettono in risalto in questo passo. 3. Nel descrivere l episodio dello scontro fra Tìdeo e Melanippo, Stazio segue abbastanza fedelmente la versione del mito; acuisce però, con una moderna sensibilità, tipica dell età imperiale, gli accenti truci della parte finale. Rileggi i vv. 751-756 e metti in evidenza gli elementi che contribuiscono a una tale amplificazione. COMPETENZE ATTIVE Per approfondire Dalla fiaba di H nsel e Gretel alle notizie tramandateci dagli storici antichi; dalle saghe di lupi mannari e di streghe fino a Totem e tabù (1913) di Sigmund Freud; dal colloquiale ti mangerei di baci fino alle più raffinate espressioni linguistiche di carattere amoroso ed erotico, il cannibalismo in tutte le sue declinazioni reali e metaforiche ha sempre destato particolare attrazione e allo stesso tempo repulsione per i suoi aspetti storici, antropologici, filosofici, psicoanalitici e psichiatrici. Svolgi una ricerca approfondita su questo argomento, condividila con i tuoi compagni e insieme scrivete un testo da pubblicare sul blog della scuola, che prenda in considerazione: a) il cannibalismo del guerriero; b) il cannibalismo sacrale-religioso; c) il cannibalismo politico; d) il cannibalismo per fame; e) il cannibalismo dei serial killer; f) il cannibalismo come espressione di ira e di pulsioni incontrollabili; g) il cannibalismo psicotico; h) il cannibalismo amoroso. T4 Sfidami tu, Giove! tratto da Tebaide X, 897-931 latino Tra i sette che combattono a Tebe, Stazio si sofferma sulla furia di Capàneo, colui che osa sfidare l ira degli dèi con blasfema tracotanza. L azione del personaggio, che riversa tutta la sua violenza sulla città, è descritta nei particolari: il poeta si sofferma infatti sull arrivo, poi sulla minaccia scagliata contro gli abitanti e quindi sulla sfida rivolta contro gli dèi stessi, che sembrano non intervenire in soccorso di Tebe. Il passo, che si conclude con l ira di Giove e la morte di Capàneo, costituisce una rappresentazione della potenza devastante e cieca del furor che muove la battaglia e le forze in gioco. Metro: esametri c tu No n ta me n hae rba nt | pa ce m Io v s, e cce qu e ra nt Non tamen haec turbant pacem Iovis, ecce quierant iurgia cum mediis Capaneus auditus in astris, 897-906. Non tamen haec Cadmi? Nei versi precedenti, la vista della distruzione di Tebe e della violenza cieca di Capàneo suscita lo sdegno degli dèi riuniti attorno a Giove. L assemblea degli dèi deve stabilire con la propria volontà una direzione agli eventi e gli esiti dello scontro. I vv. 883-896 sono così incentrati sulle contrapposte richieste degli Argolici Tyriique dei, cioè delle divinità che parteggiano per Polinìce e quelle che pro- ! repetita iuvant p. 356 à teggono Tebe. Giove non parteggia per nessuno; interviene Bacco, che soffre per la città del nonno (Bacco era infatti figlio di Giove e Sèmele, figlia di Cadmo) e ricorda la potenza del fulmine di Giove che uccise la madre. Poi anche Apollo, il dio fondatore della città, piange, mentre Ercole è incerto se parteggiare per Argo o per Tebe e così via gli altri celesti, che Stazio menziona in serrata successione, per mettere in rilievo l attesa e la pazienza di Giove. ecce quierant auditus in astris: all improvviso si ode la voce di Capàneo che sfida l ira divina. Il silenzio che pervade l assemblea divina (quierant, piuccheperfetto sincopato per quieverant, da quiesco) è infatti rotto (nota il cum inversum ) dalle grida dell eroe intento nell opera di distruzione; grida con le quali egli reclama a gran voce (clamabat) una reazione da parte degli dèi, provocandoli. 353

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale