Tua vivit imago - volume 3

L autore Stazio qualis ab Arcadio rediit Tirynthius antro 750 captivomque suem clamantibus intu lit Argis. Erigitur Tydeus vultuque occurrit et amens laetitia que ira que, ut singultantia vidit ora trahique oculos seseque agnovit in illo, impe rat absc sum porgi, laeva que receptum 755 spectat atrox hostile caput, gliscitque tepentis lumina torva videns et adhuc dubitantia figi. Infelix contentus erat: plus exigit ultrix Tisiphone; iamque inflexo Tritonia patre venerat et misero decus inmortale ferebat, 760 atque illum effracti perfusum tabe cerebri asp cit et vivo scelerantem sanguine fauces nec com tes auferre valent : stetit aspera Gorgon crinibus emissis rectique ante ora cerastae velave re deam; fugit aversata iacentem, 765 nec prius astra subit quam mystica lampas et insons Ilissos multa purgavit lumina lympha . Argivi, in quanto discendenti di naco. Ar gos: accusativo semplice di moto a luogo del nome di città plurale Argi. Aetolumve larem: Tìdeo era figlio di neo, re di Calidone in Etolia. nec enim mihi cura: sott. est, dativo di possesso. fragilem usum: lett. e questo uso debole del corpo . de sertorem animi: lett. disertore/traditore dell animo . virtus suprema: l estrema virtù , cioè l ultimo atto di valore guerriero. Atrei si umquam: sott. est. Hippome don: allusione alla storia di Ippomedonte che morì affogato nel fiume Ismèno. 745-750. Moti omnes intu lit Argis Moti omnes unda : è Capàneo il primo a trovare Melanippo, figlio di staco (Astac den), a sollevarlo dalla polvere sul punto di spirare (e pulvere tollit spirantem; il verbo è tollo) e a consegnarlo a Tìdeo: mentre [Melanippo] ricopriva il dorso (terga cruentantem) con l onda della ferita scossa (concussi vulneris unda ) . qualis intu lit Argis: Capàneo sporco del sangue di Melanippo è paragonato a Ercole di ritorno ad Argo con il cinghiale d Erimanto ucciso; il monte Erimanto si trovava in Arcadia: per questo Ercole, figlio di Giove e di Alcmena regina di Tirinto (Tirynthius), ritorna ab Arcadio antro (intu lit è perfetto di infe ro; Argis è dativo di un nome di città plurale). 751-756. Erigitur Tydeus dubitantia figi Erigitur: il verbo descrive l impeto quasi gioioso di Tìdeo che si rizza e fissa lo sguardo nel volto del nemico ucciso. Gioia e ira (laetitia que ira que, ablativi dipendenti da amens) si mescolano nell animo del folle (amens), che osserva il volto in preda agli spasmi (singultantia ora) vedendo la stessa immagine di morte che lo sta pervadendo (sese agnovit in illo). ut: congiunzione temporale ( non appena ). impe rat caput: costruisci: impe rat hostile caput absc sum (da absc do) porgi (infinito passivo di porgo, altra forma di porr go) et, receptum laeva , spectat atrox ( crudele , riferito al soggetto). gli scitque figi: esulta vedendo gli occhi torvi e ancora esitanti (adhuc dubitantia) di lui tiepido (tepentis) rimanere fissi (figi) , cioè restare infine immobili nel momento della morte ormai sopraggiunta. La sinistra è la mano nefasta per eccellenza. 757-762. Infelix contentus auferre valent Infelix Tisiphone: Lo sciagurato (infelix) era soddisfatto: Tisifone vendicatrice (ultrix) esige di più (plus exigit) . Con questa affermazione quasi lapidaria Stazio lascia solo immaginare l azione successiva, creando un effetto di interruzione drammatica e di attesa. iamque inflexo valent: la scena si sofferma su Pàllade (Tritonia, perché nata secondo il mito sulle rive del lago Tritòne in Africa) che tornava sul campo di battaglia dopo aver ottenuto dal padre Giove (inflexo patre, ablativo assoluto) il dono dell immortalità per l infelice eroe (misero decus inmortale ferebat). La dea assiste (asp cit) all azione di Tìdeo e lo vede, grondante dalla sporcizia del cranio infranto (effracti perfusum tabe cerebri), con le fauci sporche del sangue vivo (scelerantem: participio presente di scele ro, macchiare, contaminare, profanare ), morbosamente intento nel folle gesto dal quale nemmeno i compagni riescono a fermarlo (nec com tes auferre valent, inciso). 762-766. stetit aspera lympha La Gòrgone (che Pàllade porta sul petto) rimane come impietrita (stetit) con i capelli sciolti (crinibus emissis, cioè sollevati ) e i serpenti, ritti di fronte al volto della dea, ne velano la vista (velave re è forma arcaica e poetica per velave runt). La dea fugge via abbandonando Tìdeo morente (iacentem), per non far più ritorno in cielo se non dopo (nec prius astra subit quam) aver purificato con il fuoco sacro e l acqua dell Elisso o Ilisso (fiume dell Attica le cui acque avevano il potere di purificare; insons significa innocente , qui in senso causativo, che toglie i peccati, rende innocenti ) la vista dell orribile scena. quam mystica lympha : mystica lampas e insons Ilissos sono i soggetti di purgavit; multa lympha è ablativo strumentale. 351

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale