Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE in breve vicende della guerra. I due blocchi narrativi riproducono una suddivisione rintracciabile anche nell Eneide. I primi sei libri descrivono in sostanza il massiccio spostamento del contingente militare e sono assimilabili alla metà odissiaca presente nel racconto del viaggio di Enea, mentre la seconda esade (libri VII-XII) è interamente incentrata sulle vicende belliche e quindi richiama piuttosto tratti iliadici , componente quest ultima presente anche nel poema di Virgilio, dove dal sesto libro in poi si narra dell affermazione di Enea in terra italica. Dall Eneide la Tebaide Tradizione epica e innovazione Come Virgilio nell Eneide, Stazio nel suo poema non trae gli interventi degli esclude la presenza divina e introduce l azione degli dèi nelle vicende umane, ma la narradèi, ma li sostituisce con zione è impostata in un ottica di accentuazione della presenza del Fato e della Fortuna, e personificazioni di idee; dalla Pharsalia recupera per questo aspetto specifico Stazio si pone in linea con il modello della Pharsalia di Lucano l assenza di equilibrio (à p. 183). Inoltre, se in Virgilio gli dèi sono quelli tradizionali del pantheon greco-romano narrativo e l importanza (per esempio Giove, Giunone, Minerva), nella Tebaide agiscono piuttosto personificazioni di Fato e Fortuna, ma amplifica il pessimismo. di idee astratte: perciò la Furia è rappresentazione del male in quanto tale, come manife- stazione universale di cattiveria, mentre la Fortuna e la Necessità sono percepite come ferrei meccanismi immutabili e non come vere e proprie figure divine. Rispetto invece al pessimismo presente nel testo di Lucano, dove lo sconvolgimento interno alla romanità si consuma tra concittadini, in Stazio c è un amplificazione, perché l odio e il dolore proseguono eternamente di padre in figlio come una maledizione. La complessità di questo dramma non si riduce però alla presentazione di una maledizione che prende corpo in una catena di vendette, ma diventa una sorta di necessità, quasi universale, che incombe sull uomo per la sua smania di potere e dominio assoluto. In questo senso Stazio introduce un elemento di innovazione rispetto alla narrazione tradizionale del mito tebano. Egli, infatti, con la scelta di dare veste epica a un mito storico greco compie una duplice operazione di ripresa e nello stesso tempo di superamento della tradizione letteraria pregressa. Da una parte, infatti, Stazio utilizza tòpoi e strutture proprie del genere epico, come la scena del concilio divino (inserito nel primo libro e poi presentato nuovamente in azione nel decimo), lo scontro verbale tra personaggi di diverso spessore umano, la presenza di segni e profezie (come nel caso del settimo libro), il catalogo di eroi ed eserciti, le aristìe (cioè i duelli singoli) tra eroi (basti l esempio dello scontro tra Melanippo e Tìdeo). D altra parte nella Tebaide non c è alcun baricentro e non si crea l equilibrio narrativo che caratterizza il testo virgiliano: Stazio sembra essersi dunque avvicinato di più all espressività e alla tensione narrativa che si rileva nei versi di Lucano. La Tebaide presenta I personaggi La Tebaide non celebra Roma, la romanità o singoli individui storici o protapersonaggi tipizzati e gonisti, né gli eroi sono caratterizzati da una profondità psicologica. Questo è un elemento privi di approfondimento peculiare, che allontana Stazio anche dall impostazione retorica e dallo stile di Lucano: nei psicologico, mossi da versi della Tebaide si riscontra una progressiva tipizzazione, per cui i singoli personaggi sono forze superiori e dominati dal furor. in realtà dei tipi, dei caratteri universalmente riconoscibili, non dei veri e propri perso- Testi PLUS Alla guerra! Morte reciproca 336 naggi protagonisti con una loro dimensione psicologica e risultano perciò appiattiti. Così, per esempio, Etèocle rappresenta il tiranno abile manipolatore, Tìdeo è assimilabile all ira, Capàneo è il tipo dell empio bestemmiatore, contro il quale interviene addirittura Giove scagliando il fulmine (à T4), Tèseo incarna la pietà che ristabilisce l equilibrio. Tutti i personaggi sono freneticamente trascinati da forze superiori che interagiscono seguendo leggi universali. Su ogni cosa o evento emerge il furor che anima la guerra e soggioga i singoli dirigendone le azioni (ne è esempio la descrizione del duello tra Etèocle e Polinìce) e per questo aspetto Stazio non si rifà solo al Bellum civile, ma anche alle tragedie di Seneca.

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Età imperiale