PLUS - L’epistolografia prima dei Greci

L epistolografia L epistolografia prima dei Greci La scrittura di lettere non è una novità del mondo greco: più o meno tutte le società, in rapporto allo sviluppo di una scrittura, la praticarono. Le civiltà a scrittura cuneiforme (sumeri, accadici, ugaritici) hanno lasciato discreti corpora di lettere che testimoniano una forte vitalità da questo punto di vista. Le quasi quattrocento lettere scoperte ad Amarna, in Egitto, e risalenti al XIV secolo a.C., sono una interessante dimostrazione della forte rete di relazioni internazionali che si manteneva, per molti aspetti, proprio grazie all invio di lettere le quali, una volta giunte al mittente (per esempio al faraone o a qualche sovrano del Vicino Oriente), venivano di solito lette ad alta voce al destinatario. Un aspetto caratteristico delle lettere provenienti dal Vicino Oriente, soprattutto quelle in accadico (la lingua delle relazioni internazionali del Vicino Oriente Antico), essa Platone, oltre a tratteggiare con chiarezza sorprendente alcune questioni filosofiche, lascia anche un ritratto estremamente vivido di sé stesso e delle sue esperienze. Raccolte di epistole vennero tramandate per molti autori greci, come l oratore Isocrate (436-338 a.C.) e il medico Ippocrate (ca 460-370 a.C.). Di particolare rilevanza sono le tre epistole di Epicuro (341-270 a.C.), perché si tratta dell unico testo (assieme alle Massime) giuntoci di questo filosofo, capostipite del movimento che porta il suo nome e che influenzerà profondamente la cultura ellenistica e romana. Proprio durante l Ellenismo la corrispondenza privata di grandi autori viene assunta, sotto molti aspetti, come modello stilistico e letterario: particolare attenzione ricevono quei caratteri di limpidezza, linearità e colloquialità che sono propri della scrittura epistolare. L inizio della settima epistola di Platone in un manoscritto del IX secolo, il più antico che sia stato conservato. Parigi, Bibliothèque Nationale. è la determinata e chiarissima formalità: le epistole, proprio per il loro grande valore e per il ruolo che ricoprivano nel determinare i rapporti sociali tra due realtà politiche, erano basate su un rigidissimo formulario, che permette oggi agli studiosi una maggiore facilità di comprensione e interpretazione. Una delle lettere rinvenute ad Amarna nel 1887. L EPISTOLOGRAFIA A ROMA L uso delle lettere nel mondo romano Anche a Roma, come nel caso della Grecia, la corrispondenza epistolare fu anzitutto un mezzo di comunicazione. Per necessità di cose, questo tipo di comunicazione riguardava soprattutto gli strati educati della popolazione, quelli cioè in grado di decifrare e di ricambiare, eventualmente, il messaggio. Come nel mondo greco, un certo numero di epistole era indirizzato non a un singolo lettore, ma a una comunità (epistole internazionali ad altri regni, a comunità, a corporazioni ecc.). L epistolario ciceroniano La prima grande raccolta epistolare del mondo romano è costituita dalla cospicua mole delle lettere di Cicerone (106-43 a.C.): della produzione precedente rimangono soltanto frammenti (tra i quali le due epistole che, secondo la tradizione, Cornelia avrebbe indirizzato ai suoi figli, Tiberio e Gaio Gracco). Le epistole di Cicerone spaziano in tutti i temi, anche in base al destinatario. Vi sono lettere di argomento politico, di argomento filosofico, di descrizione di ambiente, ma anche di confessione privata: è proprio nelle lettere che Cicerone rivela infatti le sue tensioni emotive, acuite e condotte sino all estremo negli ultimi anni della vita, soprattutto dopo la morte della figlia Tullia nel 45 329

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale