Epistole letterarie e filosofiche

I GENERI a.C. Elemento fortemente apprezzato nell epistolario di Cicerone è il ricorso, calibrato ma spontaneo, al sermo cotidianus; non si deve, però, scambiare questa maggiore spontaneità del dettato per trascuratezza stilistica: sebbene, con un certo numero di ragioni, si sia sostenuta la natura originariamente privata delle lettere di Cicerone, tuttavia l autore mantiene sempre la compostezza stilistica che gli è propria. Epistole letterarie e filosofiche Un caso particolare è quello delle lettere poetiche, scritte dunque con evidenti intenti letterari, nelle quali l autore e il mittente possono coincidere (come avviene, in età augustea, nelle Epistole di Orazio e nelle Epistulae ex Ponto di Ovidio) oppure il mittente può essere d invenzione (come nelle Heroides di Ovidio), mentre una fattispecie ancora diversa è quella delle Lettere a Lucilio di Seneca (4 a.C.-65 d.C.), che, benché probabilmente inviate davvero al destinatario, nel loro insieme costituiscono una sorta di trattato filosofico in forma epistolare. Le lettere di Plinio il Giovane Il secondo grande autore di lettere del mondo latino è, indubbiamente, Plinio il Giovane (ca 61-114 d.C.). Non si sa se la dichiarazione fatta nella prima epistola del primo libro, cioè di aver raccolto e pubblicato le sue lettere non per propria volontà, ma dietro consiglio e supplica degli amici, sia vero; in ogni caso la raccolta pliniana la sola sua opera pervenutaci, insieme al Panegirico per l imperatore Traiano presenta lettere di indubbio valore stilistico, che lasciano un affresco estremamente vivido di Roma e della vita che i Romani di classe agiata vivevano quotidianamente, oltre a ritratti indimenticabili di figure umane e di luoghi, come le ville da lui possedute o visitate. L epistolario di Frontone Autore di una raccolta epistolare fu anche Frontone (II secolo d.C.), il più rappresentativo scrittore della corrente arcaista e istitutore dell imperatore Marco Aurelio. Il suo epistolario, gravemente mutilo e per molti aspetti irreparabilmente lacunoso, comprende lettere indirizzate agli imperatori Antonino Pio, Marco Aurelio e Lucio Vero; i temi trattati sono molteplici e la lettura permette un accesso privilegiato alla corte imperiale di quell epoca. 330 L età tardoantica Dagli ultimi secoli di Roma provengono tre epistolari di enorme interesse e valore. Il primo è quello di Quinto Aurelio Simmaco (340-ca 402 d.C.), uomo politico di spicco e indefesso rappresentante dell aristocrazia pagana più dotta e tradizionalista; la raccolta è composta di nove libri più un decimo di relationes, nel quale è contenuta la celeberrima relatio tertia sulla vicenda dell Ara della Vittoria, del 384 d.C. (à p. 734). Gli altri epistolari sono di Sidonio Apollinare (ca 430487 d.C.), vescovo di Clermont Ferrand e importante poeta, nonché mirabile prosatore, e di Magno Felice Ennodio (473-521 d.C.), poeta e retore, vescovo di Pavia: queste due raccolte epistolari, al di là della religione cristiana professata dagli autori, sono fulgidi esempi del perdurare della tradizione classica nel periodo di transizione tra il mondo romano e quello altomedievale. DAL MEDIOEVO ALL UMANESIMO L ars dictaminis In età medievale la composizione di epistole divenne, per alcuni autori, il solo modo attraverso il quale sopravvissero. Si tratta per lo più di epistole prive di valore letterario, composte da monaci o preti al fine di risolvere questioni dottrinali o (più spesso) meramente amministrative: una lite tra abbazie vicine poteva richiedere una lettera al vescovo, per dirimere la questione. La scrittura di lettere ricevette tuttavia una vasta trattazione nelle scuole di retorica. L arte del dictamen, cioè proprio della composizione di lettere, fu al centro, si può ben dire, di tutta la speculazione sul bello stile (non soltanto epistolare, ma estesa a ogni forma di composizione, prima latina e poi anche volgare). Argomento di studio nell ambito di questa ars erano anzitutto la disposizione degli argomenti e la struttura retorica che la lettera doveva assumere, ma anche lo stile latino della stessa (essenzialmente il cursus, cioè la precisione nella clausola, la chiusa del periodo) ricopriva un ruolo centrale. Fra i principali autori di artes dictaminis (o artes dictandi) ricordiamo papa Gregorio VIII (XII secolo), il bolognese Guido Fava (o Faba, XII-XIII secolo) e, soprattutto, Boncompagno da Signa (XII-XIII secolo), il più originale e versatile, autore del Boncompagnus o Rhetorica antiqua in sei parti, contenente numerosi esempi di epistole, e della Rhetorica novissima in 13 libri.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale