L’epistolografia

Il contesto letterario La letteratura all'apogeo dell'impero in breve Tra quelle pervenuteci, il De aquae ductu urbis Romae è senza dubbio l opera più importante dell autore: nel trattato egli mostra infatti di sapersi servire, nonostante l aridità della materia affrontata, di un esposizione chiara e misurata, ma allo stesso tempo fluida ed efficace. Gli Strategemata, o Strategematon libri, sono invece una raccolta storica di stratagemmi militari adoperati da celebri generali greci e romani. L opera è composta da quattro libri e si presenta sotto la forma di sbrigativi commentari che, nonostante l argomento storico, ben poco hanno in comune con opere storiografiche di maggiore impegno. Lo stile e la narrazione, comunque, sono generalmente meno curati rispetto al De aquae ductu urbis Romae. L epistolografia Un genere antico innovato La produzione epistolare in prosa ha una storia molto lunga nelle letterature classiche: la lettera è infatti una delle forme di comunicazione più antiche e conosce ben presto una significativa elaborazione letteraria, portando alla nascita di un vero e proprio genere. Per quanto riguarda la letteratura latina, dopo la sperimentazione dell epistola in versi attuata in età augustea da Orazio e Ovidio, in questo periodo l epistolografia in prosa vive un momento di rinnovato sviluppo grazie soprattutto alla raccolta epistolare di Plinio il Giovane. Quest ultimo sceglierà di aggirare l esempio imposto da Seneca con le sue epistole filosofiche, per ritornare al modello ciceroniano di un epistolografia dal carattere personale. A differenza del modello, però, le epistole di Plinio hanno a volte il sigillo dell ufficialità (quando il carteggio è rivolto a personalità politiche di primissimo piano, come lo stesso imperatore Traiano) e sono comunque sempre estremamente curate dal punto di vista retorico-stilistico, perché sono pensate per la pubblicazione. L epistolario pliniano, con il suo carattere squisitamente letterario, eserciterà una grande influenza sulla produzione epistolografica successiva, da quella tardo-antica fino a quella di età umanistica. Grazie a Plinio il Giovane si innova anche l epistolografia: le lettere, infatti, che pur mantengono immediatezza espressiva, talvolta hanno carattere non privato ma ufficiale e sono molto curate formalmente perché pensate per la pubblicazione. La retorica Una produzione variegata La produzione retorica di questo periodo è dominata dalla figura di Quintiliano: grazie alla sua fama e alla sua influenza come maestro di oratoria (fu il primo retore a ottenere, nel 78 d.C., una cattedra stipendiata dallo Stato), questi riesce a imporre un ritorno al modello ciceroniano, privo dell andamento sconnesso e sentenzioso del nuovo stile a cui aveva aderito, tra gli altri, anche Seneca. Il ritorno a Cicerone sostenuto da Quintiliano nella sua Institutio oratoria significa la promozione non soltanto di un ben preciso ideale stilistico, ma anche di un modello pedagogico basato su una vasta e approfondita formazione culturale. Uno dei suoi allievi più famosi è Plinio il Giovane, che nelle sue opere tenta infatti di replicare le ampie e armoniose costruzioni ciceroniane. Certo, va detto che, nonostante ciò, la tanto disprezzata pratica delle declamazioni non sembra esser venuta meno, se si attribuiscono allo stesso Quintiliano ben due libri di Declamationes (benché a oggi la critica le ritenga, pressoché unanimemente, spurie). Parallelamente, in questi anni si sviluppa un fertile dibattito sulle motivazioni della contemporanea decadenza dell oratoria, al quale prendono parte personaggi illustri come appunto Quintiliano, che nel perduto De causis corruptae eloquentiae le individua nella corruzione dei costumi, e Tacito, che invece nel Dialogus de oratoribus le riconduce alla perdita della libertas repubblicana. Molto si è perso dell oratoria di questo periodo, fatta eccezione per il Panegyricus Traiani composto da Plinio il Giovane, ma proprio il Dialogus de oratoribus ci lascia intravedere un quadro molto ricco e variegato: tutti i personaggi che prendono parte al dialogo tacitiano Curiazio Materno, Marco Apro, Vipstano Messalla e Giulio Secondo furono infatti celebri oratori, oltre che uomini di Stato. Sebbene la figura di Quintiliano si imponga sulle altre, la produzione retorica del periodo non registra solo il ritorno al modello ciceroniano, ma anche la continuazione delle declamationes e in una generale vivacità l inizio di una fase di decadenza. 295

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale