PLUS - I giochi gladiatorii

L ET IMPERIALE I giochi gladiatorii Fra le iniziative prese da Vespasiano vi è la costruzione di un immensa struttura da impiegare per i ludi (gli spettacoli dei gladiatori). Questo edificio è il primo grande anfiteatro stabile di Roma, e sorge al posto del laghetto artificiale voluto da Nerone per ornare la sua Domus Aurea (à p. 34). Sebbene sia propriamente chiamato anfiteatro Flavio, la presenza, nei pressi, di una colossale statua di Nerone (dopo il suo assassinio trasformata in una statua del dio Sole) consolida l uso di riferirsi all edificio con il nome di Colosseo. La sua realizzazione si inserisce, da una parte, in un ottica di restituzione al popolo degli spazi pubblici sottratti dal precedente princeps con la costruzione della Domus Aurea; dall altra, intende fornire alla popolazione un luogo di intrattenimento che contribuisca a rafforzare il prestigio dell imperatore e della sua famiglia. L Urbe, in effetti, possiede solo strutture minori o provvisorie per ospitare gli spettacoli dei gladiatori, nonostante siano ormai ben radicati nella cultura romana. Sin dal III secolo a.C. si sono infatti diffusi a Roma, giunti probabilmente dall Etruria, i giochi gladiatorii: essi consistono in duelli all ultimo sangue organizzati in occasioni particolari, i ludi, feste pubbliche originariamente concepite come cerimonie di ringraziamento, spesso a carico di privati. Con l espandersi dell impero, i giochi sono cresciuti in popolarità e si sono diversificati attraverso lo sviluppo di nuove varianti (dando vita, addirittura, a vere e proprie battaglie, sia terrestri sia navali) e la definizione di categorie ben precise di combattenti. I gladiatori si differenziano l uno dall altro in base al particolare equipaggiamento che indossano: dapprima adoperando armi e armature delle popola- L anfiteatro Flavio, o Colosseo, voluto da Vespasiano e inaugurato da Tito. zioni sconfitte (esiste il gladiatore detto sannita , ma anche il gladiatore gallo e quello trace ), poi elaborando via via categorie nuove, con armamenti che permettono di sviluppare stili di combattimento sempre diversi, anche a seconda dei contendenti in campo. Sebbene i gladiatori siano prevalentemente schiavi, il successo ottenuto da molti di questi combattenti spinge numerosi cittadini a dedicarsi a tale attività, anche perché contrariamente a quanto si pensa non è così frequente che le sfide nell arena si concludano con la morte di uno dei duellanti. Addestrare un gladiatore, infatti, è un vero e proprio investimento, dunque gli organizzatori dei giochi cercano di tutelare il più possibile i combattenti, destinando agli spettacoli più rischiosi per esempio le venationes, autentiche cacce ad animali selvatici i condannati a morte per crimini particolarmente efferati, che hanno ricevuto la damnatio ad bestias. Mosaico del IV secolo d.C. che raffigura i combattimenti tra gladiatori. 284

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale