Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 15 20 25 strinxi et matavitatu umbras cec di, donec ad villam amicae meae pervenirem. 10. In larvam intravi, paene animam ebullivi, sudor mihi per bifurcum volabat, oculi mortui; vix unquam refectus sum. 11. Melissa mea mirari coepit, quod tam sero ambularem, et: Si ante, inquit, venisses, saltem nobis adiutasses; lupus enim villam intravit et omnia pecora tanquam lanius sanguinem illis misit. Nec tamen derisit, etiamsi fugit; servus enim noster lancea collum eius traiecit . 12. Haec ut audivi, operire oculos amplius non potui, sed luce clara Gai nostri domum fugi tanquam copo compilatus; et postquam veni in illum locum, in quo lapidea vestimenta erant facta, nihil inve ni nisi sanguinem. 13. Ut vero domum veni, iacebat miles meus in lecto tanquam bovis, et collum illius medicus curabat. Intellexi illum versipellem esse, nec postea cum illo panem gustare potui, non si me occidisses. 14. Viderint quid de hoc alii exopinissent; ego si mentior, genios vestros iratos habeam . 63.1. Attonitis admiratione universis: «Salvo , inquit, «tuo sermone, Trimalchio, si qua fides est, ut mihi pili inhorruerunt, quia scio Niceronem nihil nugarum narrare: 2. immo certus est et minime linguosus. Nam et ipse vobis rem horribilem narranon sono morto io? Ma impugno la spada, e zah, zah, zah, taglio a fette le ombre, finché arrivo al podere della mia amica. 10. Entrai che ero un fantasma, quasi sputavo l anima, il sudore mi colava sulle cosce, gli occhi spenti; ci faticai a riavermi una buona volta. 11. Melissa comincia a guardarmi stralunata, che andavo a zonzo a quell ore piccole, e mi dice: Se venivi prima almeno ci potevi aiutare: difatti, nel podere c è entrato un lupo che le pecore le ha tutte sgozzate come un beccaio. Però non è riuscito a farcela; ché un nostro servo gli ha trapassato il collo con la lancia . 12. Come sentii queste notizie, non potei più chiudere occhio, ma appena giorno fuggii a casa del nostro Gaio come un oste rapinato; e andato nel posto dove gli abiti erano diventati di pietra, ci trovai soltanto sangue. 13. Come poi torno a casa, il mio soldato era sbracato sul letto come un bue, e c era un medico che gli curava il collo. Allora capii che era un lupo mannaro, e non potei più mangiarci insieme un boccone di pane, dopo, neanche se mi avessero ammazzato. 14. Pensino un po gli altri quello che gli pare; io, se racconto frottole, che i vostri dèi tutelari mi castighino . 63.1. Tutti sbalorditi dallo stupore, Trimalcione ci fa l aggiunta: «C è da crederci a questa storia, se a qualcosa si può credere, così che mi si sono drizzati tutti i peli, perché so che Nicerote non conta balle: 2. anzi è un tipo serio, per niente fanfarone. Ma io pure ve la posso raccontare una matavitatu cec di: se non si tratta di corruttela, matavitatu va inteso come una formula di scongiuro, una specie di abracadabra, oppure un esclamazione; Nicerote comincia a tirare fendenti alle ombre con la spada perché, secondo le antiche credenze, gli spiriti avevano paura del ferro. In larvam: pallido come un fantasma . animam ebullivi mortui: sono qui descritti i sintomi della paura. Si ante adiutasses: periodo ipotetico di terzo tipo (dell irrealtà), con protasi e apodosi al piuccheperfetto congiuntivo perché l ipotesi irrealizzabile riguarda il passato; con un espediente piuttosto comune, il protagonista viene a sapere da un altro personaggio, che svolge la funzione di 260 messaggero, i fatti accaduti in sua assenza. villam intravit: entrò nella fattoria ; il verbo intrare qui significa entrare con la forza, attaccare . omnia pecora misit: anacoluto*, che rende sia la parlata da semicolto di Nicerote che la concitazione del momento. tanquam copo compilatus: si tratta di un riferimento a una favola di Esopo in cui un albergatore viene derubato da un ladro che fa finta di essere un lupo mannaro. Il termine copo è forma popolare per caupo e costituisce un attestazione del monottongamento in o del dittongo au, fenomeno che ha trasformato parole come cauda e aurum in coda e oro . Intellexi esse: capii che si trattava di un mutaforma ; versipellis è un composto di vertere ( mutare, trasformare ) e pellis ( pelle , ma anche aspetto ). quid exopinissent: si tratta di un interrogativa indiretta, introdotta dal pronome interrogativo quid. genios vestros iratos habeam: la religione romana sosteneva l esistenza di esseri soprannaturali, detti geni , che avevano il compito di tutelare le singole persone, ma anche famiglie, comunità e persino luoghi particolari. 63. Attonitis freneticus periit Niceronem: forma popolare in luogo di Ni cerotem. linguosus: che fa ricorso alla lingua , quindi chiacchierone . Asinus in tegulis: espressione proverbiale che allude all incredibilità di una storia vera.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale