T8 LAT ITA - Che spavento!

L autore Petronio T8 Che spavento! tratto da Satyricon 62-63 latino italiano Durante la cena a casa di Trimalcione (à T5) i commensali si lasciano andare a conversazioni di varia natura. A un certo punto, uno di costoro, chiamato Nicerote, racconta l esperienza incredibile vissuta quando ancora era uno schiavo: uscito di notte per andare a trovare la sua amante, si era imbattuto in un lupo mannaro. Trimalcione, a sua volta, racconta di un esperienza ugualmente spaventosa capitatagli in gioventù. 62.1. «Forte dominus Capuae exie rat ad scruta scita expedienda. 2. Nactus ego oc- 5 10 casionem persuadeo hospitem nostrum, ut mecum ad quintum miliarium veniat. Erat autem miles, fortis tanquam Orcus. 3. Apoculamus nos circa gallicinia; luna lucebat tanquam meridie. 4. Venimus inter monimenta: homo meus coepit ad stelas facere; sedeo ego cantabundus et stelas numero. 5. Deinde ut respexi ad comitem, ille exuit se et omnia vestimenta secundum viam posuit. Mihi anima in naso esse; stabam tanquam mortuus. 6. At ille circumminxit vestimenta sua, et subito lupus factus est. Nolite me iocari putare; ut mentiar, nullius patrimonium tanti facio. 7. Sed, quod coeperam dicere, postquam lupus factus est, ululare coepit et in silvas fugit. 8. Ego prim tus nesciebam ubi essem; deinde accessi, ut vestimenta eius tollerem: illa autem lapidea facta sunt. 9. Qui mori timore nisi ego? Gladium tamen 62.1. «Successe che il padrone andò a Capua a venderci il meglio dei suoi stracci. 2. Pigliata a volo l occasione, convinco uno che stava ospite lì da noi a venire con me fino al quinto miglio. 3. Era un soldato forte come il diavolo. Alziamo il culo e partiamo verso il canto del gallo; la luna sbrilluccicava come fosse mezzogiorno. 4. Arriviamo in mezzo a un cimitero: il mio uomo cominciò a farla tra le tombe; io mi siedo canticchiando e mi metto a contarle, quelle tombe lì. 5. Poi, come do un occhiata al mio compagno, quello si spoglia e tutti i capi di vestiario li mette sull orlo della strada. Mi sentii l anima nel naso, quasi ci rimanevo stecchito. 6. Ma quello pisciò tutto intorno ai suoi abiti, e di colpo si trasformò in lupo. Non pensate che sto scherzando! Non basterebbe il patrimonio di nessuno per farmi contar balle. 7. Ma come vi stavo dicendo, diventato lupo, quello cominciò a ululare e scappò nei boschi. 8. Io da principio non sapevo più dov ero, poi mi avvicinai ai suoi vestiti per raccoglierli: ma diventarono di pietra. 9. Come si può morire di paura se 62. Forte dominus habeam Capuae exie rat: il locativo qui impiegato è un solecismo*, che si spiega con la scarsa cultura di Nicerote. scruta scita: nesso di non semplice interpretazione, probabilmente da intendere, in senso ironico, come eccellenti stracci . fortis tamquam Orcus: nella religione romana delle origini, Orco era il nome del dio degli Inferi, raffigurato come un essere orribile dotato di forza sovrumana; il termine è passato nelle lingue romanze per indicare il mostro protagonista di numerose leggende e racconti popolari. Apoculamus: verbo composto dalla preposizione greca apò e il verbo popolare culare: alziamo le chiappe . gallicinia: lett. [l ora] del canto del gallo ; formato da gallum e cane re, gallicinia indi- ca quella parte della notte, corrispondente alla terza vigilia, compresa fra la mezzanotte e le ore precedenti le prime luci dell alba: secondo la credenza popolare era il momento in cui si manifestavano gli spiriti maligni. luna meridie: nota il particolare, non secondario per il seguito della storia, della luna piena che splende in cielo. Venimus inter monimenta: le sepolture in età romana erano collocate ai margini delle strade; la presenza delle tombe contribuisce a creare l atmosfera adatta. Nota la forma alternativa di monumenta. ad stelas facere: lett. fare [pipì] in direzione delle lapidi (è sottinteso urinam). cantabundus: lett. diventato una persona che canta ; non è del tutto chiara l origine del suffisso -bundus , che forma questo e altri aggettivi deverbativi, ma pare significare che il soggetto intraprenda l azione espressa dal verbo. Mihi anima in naso esse: riferimento alla credenza popolare, diffusa in molte culture, secondo cui l anima potrebbe essere espulsa attraverso il naso, causando la morte dell individuo. ut mentiar facio: Nicerote, per avvalorare il suo racconto, assicura i presenti che non mentirebbe per nessuna cifra; alla fine del racconto, ripeterà questa esclamazione, invocando l ira degli dèi su di sé qualora avesse mentito. circumminxit vestimenta sua: il soldato traccia un cerchio magico con la propria urina attorno ai vestiti per proteggerli fino al suo ritorno; tale immagine è molto frequente nella letteratura romanzesca antica. 259

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale