Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 155 160 cevano: «Può succedere; per favore, lascialo perdere; poi, se ci ricasca, nessuno di noi intercederà per lui . 7. Io invece, d una spietata severità, non potei trattenermi, ma, chino, all orecchio di Agamennone, «Per davvero gli mormoro «questo schiavo dev essere il più grande inetto del mondo. Chi mai si dimenticherebbe di sviscerare un maiale? Io, per Ercole, non gli perdonerei neanche se avesse trascurato di farlo con un pesce . 8. Al contrario Trimalcione, con la faccia rilassata e allegra: «E dunque , concede «siccome ci hai la memoria così corta, svisceralo qua alla nostra presenza . 9. Il cuoco, riavuta la tunica, afferrò un coltello, e con una mano attenta incise qua e là il ventre del maiale. 10. Lì per lì dai tagli che si allargano per la pressione del ripieno, si spargono fuori mortadelle e salsicciotti. 50.1. Allo spettacolo di questo marchingegno, la servitù proruppe in un applauso e gridò all unisono: «Viva Gaio .19 E anche il cuoco si ebbe l onore d una bevuta, e una corona d argento, e la coppa gliela offrirono su un vassoio corinzio. [ ] (trad. L. Canali) 19. Gaio: il praenomen di Trimalcione. Analisi del testo Mostrare quel che si è La scena del banchetto, qui descritta nelle sue portate salienti, costituisce, per Trimalcione, un modo per intrattenere gli ospiti mostrando la propria ricchezza. Dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, l episodio consente a Petronio di arricchire la descrizione del parvenu, mentre, dal punto di vista della narrazione, costituisce un divertente intermezzo per il lettore, che si confronta con improbabili portate e scene al limite del ridicolo. In particolare, siamo di fronte a un meccanismo complementare al realismo petroniano, che costruisce la caratterizzazione dei personaggi offrendo una semplice rappresentazione, senza filtri, del loro modo di agire e del loro registro linguistico. Un abile messa in scena gastronomica La cena, nel complesso, è strutturata più come uno spettacolo che come un pasto: le portate sono dei veri e propri numeri, dei pezzi di bravura messi in scena sotto la supervisione di Trimalcione, che oltre a essere il padrone di casa si rivela il grande regista della serata, che ha organizzato e stabilito i tempi dei vari intermezzi. Con la scenetta del cuoco e del maiale (rr. 145-160), infatti, siamo davanti a un vero e proprio coup de thé tre, un colpo di scena che ribadisce una volta di più la trasformazione in spettacolo della cena. 252 Una questione di classe Nel complesso, l episodio della scena è molto interessante perché ci offre una vivida descrizione, per quanto spesso eccessivamente caricaturale, del mondo dei liberti. Si tratta di un insieme eterogeneo di individui caratterizzato da uno spiccato dinamismo imprenditoriale e da una diffusa volontà di consolidare la propria posizione sociale. Di umile estrazione ma ambiziosi di inserirsi fra gli strati più alti della società, i liberti ci presentano, tramite il loro comportamento, una serie di elementi culturali (compreso il linguaggio che Petronio fa usare loro) che caratterizzano le classi popolari; allo stesso tempo, tuttavia, il loro desiderio di affermazione li porta ad acquisire e rielaborare elementi che appartengono ai ceti elevati, che dunque sono considerati dei modelli di riferimento. Una tale singolare commistione, evidente nel passo qui proposto, crea senza dubbio una dissonanza che il pubblico del Satyricon poteva trovare divertente, ma nello stesso tempo ci permette di riconoscere quali fossero gli elementi considerati caratteristici dell élite: ricchezza, ricercatezza, abilità letteraria, gusto artistico, ironia. Di tutte queste qualità Trimalcione cerca, a modo suo, di fornirne prova ai commensali.

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Età imperiale