Tua vivit imago - volume 3

L ET IMPERIALE 90 95 100 105 110 115 capponi e mammelle di scrofa, e in mezzo una lepre adorna di ali così da sembrar Pegaso.12 3. Scorgemmo anche, agli angoli del vassoio, quattro statuine di Marsia, dai cui piccoli otri13 scorreva una salsa pepata sopra dei pesci che ci nuotavano come in un braccio di mare. 4. Ci uniamo tutti all applauso cominciato dai servi e ci buttiamo ridendo su quelle leccornìe. 5. Non meno allegro anche lui per quell improvvisata, Trimalcione tuona: «Trincia! . 6. Subito si fa avanti il trinciatore, e divide in pezzi la pietanza gesticolando a tempo di musica, così da sembrare un gladiatore che pugnava dal carro al suono dell organo.14 7. Insisteva nondimeno Trimalcione con la voce in cadenza: «Trincia, Trincia . Io, sospettando che quella parola reiterata si riferisse a qualche spiritosaggine, non mi vergognai di chiederlo al commensale alle spalle. 8. E quello, che aveva assistito spesso a scherzi di tal sorta, «Vedi il tizio che trincia le pietanze? mi dice «si chiama Trincia. Così ogni volta che lui dice Trincia , con la medesima parola chiama e ordina . [ ] 40.1. «Che genio! , gridiamo in coro, e con le mani alzate al soffitto giuriamo che personaggi come Ipparco e Aràto erano neanche degni di allacciargli le scarpe,15 finché non arrivarono i servi a distendere sui nostri letti da pranzo dei copriletti dove c erano ricamate le reti e le vedette appostate con gli spiedi e tutto l apparato venatorio. 2. Ancora non sapevamo cosa dovessimo aspettarci, quando fuori del triclinio s alza un enorme frastuono, ed ecco dei cani di Laconia cominciano a scatenarsi da tutte le parti, anche intorno alla tavola. 3. Dietro di loro viene portata una teglia dov era collocato un cinghiale di prima grandezza, con un berretto da liberto in testa, e dalle zanne gli pendevano due cestelli intrecciati di foglie di palma, uno pieno di datteri freschi, l altro di datteri secchi. 4. Gli stavano intorno dei cinghialetti di pasta dura, attaccati alle poppe, che significavano che quello lì in realtà era una cinghialessa. 5. E questi erano un regalo, da portar via poi. Intanto, a fare a pezzi il cinghiale non si presentò quel Trincia che aveva trinciato i capponi, ma un omone barbuto, con fasce avvolte alle gambe, coperto da una mantellina di tanti colori, e brandito un coltello da caccia sbuzzò con violenza il cinghiale, e dalla sua ferita presero il volo dei tordi. 6. Ma c erano lì gli uccellatori pronti con le canne, e mentre quelli svolazzavano intorno al triclinio li catturarono sul momento. 7. Indi, dato l ordine di distribuire a ciascuno il suo, Trimalcione aggiunge: «Adesso guardate quel porco selvatico che squisitezza di ghiande si pappava . 8. Subito gli 12. Pegaso: mitico cavallo alato della mitologia greca, che l eroe Bellerofonte avrebbe addomesticato e impiegato per affrontare la Chimera, il mostro che era in parte leone, in parte capra e in parte serpente. 13. Marsia otri: nella mitologia antica, Marsia era un satiro che aveva osato sfidare Apollo in una gara di musica. Scon- 250 fitto, fu scuoiato vivo dal dio che, secondo una versione della leggenda, avrebbe utilizzato la sua pelle per realizzare un otre. 14. al suono dell organo: l organo idraulico (hydraulus) era uno strumento noto sin dal III secolo a.C., molto utilizzato negli spettacoli. Trimalcione, dunque, ha trasformato la cena in un vero e proprio palcoscenico. 15. Ipparco e Aràto le scarpe: Trimalcione ha appena spiegato il significato delle portate che ha fatto servire, risultando, per i presenti, più acuto di Aràto di Soli (ca 315-240 a.C.) e di Ipparco di Nicea (200-120 a.C.); il primo è stato autore di un celebre poema di carattere astrologico, mentre il secondo è stato uno dei più grandi astronomi del mondo antico.

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Età imperiale