Tua vivit imago - volume 3

L autore Petronio 60 65 70 75 80 85 cento .8 7. Per l intanto che leggiamo tutti attenti quelle scritte, Trimalcione batté le mani e «Ahimé , sentenziò, «dunque il vino ha vita più lunga dell omuncolo! E allora facciamo le spugne. Il vino è vita. Questo qui è Opimiano puro. Non ne ho imbandito uno così buono ieri, eppure avevo a cena ospiti molto più prestigiosi . 8. Mentre noi dunque beviamo, tutti compresi ed estatici a quelle lussuosità, uno schiavo portò uno scheletro d argento, costruito così che le sue giunture e vertebre snodate potessero piegarsi da ogni parte. 9. Avendolo una volta e due volte buttato sulla tavola, e ogni volta quel mobile congegno assumendo posizioni diverse, Trimalcione commentò: 10. «Ahinoi miseri, com è nulla l intero omuncolo! Così saremo tutti, dopo che l Orco ci avrà rapiti. Dunque viviamo, finché possiamo ancora spassarcela .9 35.1. Agli elogi tien dietro una portata non proprio straordinaria secondo l attesa: tuttavia la sua originalità attirò gli occhi di tutti.10 2. Era infatti un grande vassoio rotondo che portava, disposte in cerchio, le dodici costellazioni, e sopra ognuna l ideatore aveva disposto una vivanda appropriata e conveniente al soggetto: 3. sull Ariete ceci con i due cornini, sul Toro un pezzo di vacca, sui Gemelli testicoli e rognoni, una corona sul Cancro, un fico d Africa sul Leone, sulla Vergine una vulva di scrofa, 4. sulla Libra una bilancia, con una pizza al formaggio su un piatto e una al miele sull altro, e un pescetto di mare sullo Scorpione, un uccello della specie miralungo sul Sagittario, un aragosta sul Capricorno, sull Acquario un oca, sui Pesci due triglie. 5. Al centro poi una zolla, strappata da terra con tutte le sue erbe, sosteneva un favo. 6. Uno schiavetto egizio portava d attorno del pane in una teglia d argento e anche lui con una voce orrenda spremette fuori una romanza del mimo Il venditore di silfio.11 7. Poiché ci accostavamo abbastanza mesti a quei cibi così volgari: «Forza , dice Trimalcione, «mangiamo, qui sta il succo di questa cena . 36.1. Dopo tale sentenza di Trimalcione, irrompono quattro schiavi danzanti al suono dell orchestra, e oplà, scoperchiano il vassoio. 2. Ipsofacto ci vediamo dentro 8. Falerno di anni cento: la bevanda solitamente utilizzata per accompagnare la gustatio era il mulsum, realizzato unendo mosto d uva e miele. Il Falernum Opi mianum è una qualità di vino imbottigliata nel 121 a.C., anno in cui fu console Lucio Opimio. L abbondanza di quella vendemmia rimase proverbiale: la quantità di vino prodotta fu tale che, ancora nel I secolo d.C., era possibile trovarne delle anfore, a prezzi stratosferici. 9. «Ahinoi spassarcela : il tema della fugacità della vita era particolarmente comune durante i banchetti, al punto tale da essere raffigurato su coppe e mosaici. I versi recitati da Trimalcione (Eheu nos mi seros, quam totus homuncio nil est! / Sic erimus cuncti, postquam nos auferet Or cus. / Ergo vivamus, dum licet esse bene) sono due esametri e un pentametro, un accostamento che non obbedisce alle regole della versificazione latina: Trimalcione si improvvisa poeta, ma i suoi versi sono decisamente zoppicanti, e ripropongono, ancora una volta, il tema dello schiavo arricchito che cerca di mostrare la propria integrazione all interno delle classi alte. 10. una portata gli occhi di tutti: la cena era composta da vari fercula, le portate; queste si dividevano in gustatio, il momento degli antipasti, primae mensae, le portate principali, e secundae mensae, i dolci e la frutta. 11. Il venditore di silfio: ancora una vol- ta alla tavola di Trimalcione fa la propria comparsa la musica; si tratta di un brano del mimo noto come Il venditore di silfio (De Laserpiciario mimo canticum), opera per noi assolutamente sconosciuta. Il mimo era un genere di spettacolo farsesco in cui abbondavano improvvisazione teatrale, musica e danza, che imitava scene di vita quotidiana. Il silfio (laserpicium) era una pianta aromatica proveniente dalla Cirenaica (l odierna Libia), da cui si realizzava una resina che veniva adoperata sia in cucina che come rimedio contro numerosi malanni; oggi è una specie estinta, probabilmente a causa dell uso intensivo e dei cambiamenti climatici che hanno interessato la regione. 249

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Età imperiale