PLUS - A tavola!

L autore Petronio A tavola! Nell antica Roma si era soliti cominciare la giornata con un pasto leggero detto ientaculum, paragonabile alla nostra colazione. Fra mezzogiorno e il primo pomeriggio si aveva, invece, il pasto principale, chiamato cena, cui seguiva, verso il tramonto, la vesperna, uno spuntino fatto prima di andare a letto. Col tempo, l usanza di posticipare sempre più la cena portò alla scomparsa della vesperna e all introduzione del prandium, una sorta di seconda colazione da tenersi alla fine della mattinata. La ragione di questo cambiamento va individuata nell importanza sociale che la cena rivestiva presso le classi alte, per le quali questo pasto era il principale momento conviviale della giornata e quindi occasione di incontro e di socializzazione. Tra i ricchi si diffuse così l abitudine di allungare la durata della cena e di ritardarne l orario: dopo aver dedicato la mattina ai vari negotia ci si concedeva un breve prandium e si andava poi alle terme, in cui si trascorreva la prima parte del pomeriggio; una volta tornati nella propria domus aveva luogo la cena, che in alcuni casi poteva durare fino a notte fonda. Il pasto aveva luogo in una stanza che era detta triclinium per la presenza di particolari letti (i klinai), disposti a gruppi di tre attorno a dei tavolini, in modo tale da lasciar libero un lato per consentire alla servitù di apparecchiare e sparecchiare le portate (fercula): esse consistevano in antipasto (gustatio), una serie di piatti principali (primae mensae), frutta e dessert (secundae mensae). In caso di cenae particolarmente sfarzose, i commensali potevano essere intrattenuti da musicisti e saltimbanchi; a conclusione del banchetto venivano distribuiti dei doni (apophorèta), accompagnati da biglietti che li descrivevano in maniera arguta e ironica. Analisi del testo Un mondo di mezzo I commensali di Trimalcione vengono via via presentati a un curioso Encolpio, stupefatto da ciò che lo circonda, dal liberto Ermerote che li addita di volta in volta (vides vides ). Attraverso questa descrizione, Petronio ci introduce nel mondo di mezzo dei liberti arricchiti: persone che appartengono per censo alla casta dei nobili (modello di riferimento e paradigma culturale), e per mentalità alla gente comune che, come i nostri protagonisti, sopravvive di espedienti. I liberti, infatti, sono ex schiavi: persone che vengono dal popolo, e che del popolo conservano non soltanto la lingua, ma anche i gusti, decisamente dissonanti rispetto al contesto di cui ora fanno parte. La loro voce, dunque, è quella della vita quotidiana della Roma di Petronio, e per loro bocca il lettore può immergersi nel mondo della gente comune dell epoca. La dissonanza di chi è fuori posto La presenza di questi individui all interno del Satyricon dà vita a un vero paradosso, ossia al fatto che ogni tentativo di adeguarsi ai canoni sociali delle classi colte in realtà sortisce l effetto opposto: è, infatti, evidente che il codice cui vorrebbero far riferimento i gusti e gli usi della gente a modo è un qualcosa che non appartiene loro, un qualcosa che cercano di riprodurre senza possedere le adeguate capacità. Ogni gesto di Trimalcione è un dichiarato tentativo di mostrare la propria emancipazione e allo stesso tempo la chiara manifestazione che egli non appartiene e non apparterrà mai a quella classe in cui si è trovato grazie alla propria buona sorte e alle proprie qualità. L arte di descrivere il reale Con questa scena Petronio offre ai lettori del Satyricon un gustoso spaccato di vita quotidiana, scelta probabilmente insolita per il pubblico dell epoca. Originale è, senz altro, l uso che Petronio fa di questa scena di vita vissuta: egli se ne serve per aprire una digressione nella narrazione caratterizzata da una descrizione virtuosistica della realtà. L enumerazione dei dettagli, il soffermarsi sui particolari spesso insoliti diventa così un modo per rendere le scene più comuni un inatteso campo in cui dar prova delle proprie abilità di letterato. Coerentemente con il gusto dell epoca, che privilegia una scrittura ricercata e impressionistica, Petronio sviluppa un testo che, in quanto a stile, cerca di meravigliare il lettore mediante la complessità e la ricchezza delle scene narrate. 245

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale