Tua vivit imago - volume 3

L autore Petronio 20 25 3. Erat autem venalicium cum titulis pictis, et ipse Trimalchio capillatus caduceum tenebat Minervamque ducente Romam intrabat. 4. Hinc quemadmodum ratiocinari didicisset, deinque dispensator factus esset, omnia diligenter curiosus pictor cum inscriptione reddiderat. 5. In deficiente vero iam porticu levatum mento in tribu nal excelsum Mercurius rapiebat. 6. Praesto erat Fortuna cornu abundanti copiosa et tres Parcae aurea pensa torquentes. 7. Notavi etiam in porticu gregem cursorum cum magistro se exercentem. 8. Praeterea grande armarium in angulo vidi, in cuius aedicula erant Lares argentei positi Venerisque signum marmoreum et pyxis aurea non pusilla, in qua barbam ipsius conditam esse dicebant. 9. Interrogare ergo atriensem coepi, quas in medio picturas habe rent. «Iliada et Odyssian , inquit, «ac Laenatis gladiatorium munus . 3. C era dipinto un mercato degli schiavi, ognuno con il suo cartellino segnaletico al collo, e anche lui, Trimalcione, lungocrinito, che impugnando il cadùceo entrava in Roma guidato da Minerva. 4. Da qui in avanti, il pittore scrupoloso lo aveva effigiato nei dettagli, come avesse appreso l aritmetica e poi fosse stato promosso amministratore, tutto con relative didascalie. 5. Verso la fine del portico, Mercurio lo involava a un altissimo soglio issandolo per il mento. 6. Accanto aveva la rigogliosa Fortuna con il corno dell abbondanza, e le tre Parche intente a filare stami d oro. 7. Osservai anche sotto il portico un branco di giovani schiavi che un istruttore allenava alla corsa. 8. Poi vidi in un angolo un grande armadio con una nicchia all interno, dov erano alloggiati i Lari d argento, una statua marmorea di Venere e una pisside d oro non trascurabile, in cui dicevano fosse custodita la prima barba dello stesso. 9. Cominciai allora a chiedere al custode quali pitture ci fossero al centro. «L Iliade e l Odissea , rispose «e il ludo gladiatorio offerto da Lenate . (trad. L. Canali) l atrio è affrescato con una vera e propria apoteosi di Trimalcione, che da schiavo era riuscito a fare fortuna attraverso il commercio (come indica la rappresentazione del padrone di casa con il cadùceo, attributo del dio Mercurio, protettore tra l altro dei mercanti) e a migliorare la sua posizione sociale (Mercurio stesso lo innalza al di sopra degli altri). cum titulis pictis: sono i cartelli al collo degli schiavi, contenenti le informazioni su ognuno di loro. capillatus: nel dipinto, Trimalcione ha ancora tutti i capelli, mentre in precedenza era stato descritto come calvus (à T2): osserva l ironia che si cela dietro a questo dettaglio. La stessa immagine ricorrerà durante la cena, quando il padrone di casa racconterà un episodio avvenuto durante la sua giovinezza (à T7). ratiocinari: l infinito del verbo deponente ratiocinor (retto dal verbo didicisset, da discere) indica l abilità di far di conto. Fortuna cornu copiosa: la Fortuna è qui rappresentata con la tradizionale cornucopia, il corno dell abbondanza; la costruzione copiosus + ablativo è molto comune. tres Parcae torquentes: le Parche, le divinità che presiedevano al destino dell uomo, filano per Trimalcione uno stame dorato, a simboleggiare la sua vita felice. Notavi exercentem: il verbo principale, notare, regge il complemento oggetto gregem (in questo caso da rendere con gruppo ), con cui concorda il participio predicativo exercentem. Lares: i Lari erano gli spiriti degli antenati, divinizzati, che proteggevano la famiglia; erano rappresentati con statuette di terracotta, conservate in un edicola chiamata larario . Venerisque signum marmoreum: la statua di Venere, posta accanto ai Lari, potrebbe essere un simbolo del matrimonio, e simboleggiare dunque Fortunata, la moglie di Trimalcione. pyxis aurea dicebant: a Roma era molto diffuso l uso (probabilmente di derivazione greca) di consacrare la prima barba a una divinità; in questo caso possiamo, inoltre, cogliere un riferimento a Nerone: secondo Svetonio, anche l imperatore avrebbe racchiuso la propria prima barba in una pyxis aurea. Iliada et Odyssian: i due nomi sono declinati secondo la declinazione alla greca e sono in caso accusativo. Gli episodi omerici erano un soggetto molto comune nella pittura parietale dell epoca; l accostamento con i giochi gladiatori, però, squalifica completamente il livello della raffigurazione. Laenatis: non siamo in grado di comprendere fino in fondo il senso della citazione; si pensa che Lenate, un nome diffuso nella gens Pompeia, possa raffigurare il patrono di Trimalcione, ma non è nemmeno da escludere la possibilità che vi sia un riferimento a qualche avvenimento storico più importante. 239

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Età imperiale