Scene di vita vissuta

L ET IMPERIALE Scene di vita vissuta T2 Trimalcione fa il suo ingresso tratto da Satyricon 26, 7-10; 27, 1-6 italiano I protagonisti sono reduci da una delle loro numerose disavventure: andati al mercato per vendere un mantello, vengono riconosciuti dalla serva di una matrona chiamata Quartilla, incontrata in precedenza nella sezione del Satyricon che purtroppo è andata perduta. La donna, informata della presenza di Encolpio, Gìtone e Ascilto, intende vendicarsi di un oltraggio subìto da parte dei tre uomini, i quali in altra occasione avevano interrotto il rito misterico che stava compiendo; in questo punto, però, il testo torna a essere nuovamente frammentario. La narrazione riprende alle terme: è qui che fa la propria comparsa Trimalcione, un ex schiavo che ha avuto successo ed è diventato straordinariamente ricco, e per tale ragione non perde mai occasione di ostentare l immensità del proprio patrimonio e darsi arie da gran signore. Si apre, così, una sezione narrativa incentrata su questo singolare individuo e sul suo mondo, caratterizzato da uno sfarzo tutto particolare. 26.7. Era giunto ormai il terzo giorno, cioè l attesa della cena di commiato, ma, tra- 5 10 15 20 passati da tante ferite, ci piaceva più la fuga che la permanenza. 8. Pertanto, mentre discutiamo mestamente sul modo di evitare la tempesta che incombeva, uno schiavo di Agamennone1 s intromette ponendo fine alle nostre preoccupazioni: «E che? dice. «Non sapete voi forse da chi si va oggi? 9. Trimalcione, un gran signore, ha nel triclinio un orologio e un trombettiere messo lì apposta per sapere via via quanto tempo della sua vita ha consumato .2 10. Allora ci agghindiamo, scordate tutte le disgrazie, e a Gìtone, che si atteneva assai volentieri ai suoi doveri di schiavetto, ordiniamo di seguirci ai bagni. 27.1. Frattanto noi, tutti bardati, cominciamo a girellare anzi, vieppiù a smerciar burle e abbordar crocchi, quand ecco scorgiamo un vecchio calvo, drappeggiato in una tunica rossa, giocare a palla3 con dei ragazzi zazzeruti. 2. E non erano tanto i ragazzi, sebbene ne valesse la pena, che si facevano proprio guardare, quanto lui, il paterfamilias, che in pantofole si esercitava con palle verdepisello. E non raccattava mica quelle che cascavano in terra, ma c era uno schiavo che ne aveva una bisaccia piena e le porgeva ai giocatori. 3. Notammo anche strane cose: due eunuchi, pensate un po , stavano impalati alle due estremità del cerchio, e uno di loro reggeva un orinale d argento, l altro contava le palle, non quelle però che nei lanci della partita guizzavano fra le mani dei giocatori, ma quelle che ruzzolavano in terra. 4. Mentre ammiravamo quelle raffinatezze, arriva di corsa Menelao: «Eccolo: fa «è da lui che 1. Agamennone: maestro di retorica conoscente dei protagonisti; come si vedrà più avanti (r. 20), il suo assistente si chiama Menelao. Entrambi i nomi sono tratti (con una certa ironia) dall epica greca: Agamennone e Menelao erano i due fratelli a capo dell esercito acheo durante la guerra di Troia. 2. un orologio ha consumato: il tema 234 del tempo che passa e della vita che fugge introdotto dalla meridiana e dal trombettiere è molto diffuso nella letteratura e nell arte (pensa al tempus fugit virgiliano o al carpe diem di Orazio, ma anche alle rappresentazioni di scheletri e teschi che compaiono su pareti e pavimenti di ville e terme, e persino sul vasellame da banchetto: è il caso, per esempio, delle cop- pe d argento del cosiddetto Tesoro di Boscoreale ), e verrà più volte richiamato nell episodio della cena. 3. giocare a palla: il gioco a cui stanno giocando potrebbe essere il lusus trigo di cui parlano Orazio (Satire I, 6, 126) e Marziale (Epigrammi XII, 82, 3-4 e Apophorèta 46).

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale