Tua vivit imago - volume 3

10 15 [ ] Non mehercules soleo cito fervere, sed in molle carne vermes nascuntur. Ridet! 4. Quid habet quod rideat? Numquid pater fetum emit lamna ? Eques Romanus es? Et ego regis filius. [ ]. 5. Homo inter homines sum, capite aperto ambulo; assem aerarium nemini debeo; constitutum habui nunquam; nemo mihi in foro dixit: Redde quod debes . 6. Glebulas emi, lamellulas paravi; viginti ventres pasco et canem; contubernalem meam rede mi, ne quis in illius sinu manus terge ret; mille denarios pro capite solvi; sevir gratis factus sum; spero, sic moriar, ut mortuus non erubescam . prendo fuoco mica subito io, ma nella carne frolla ci nascono i vermi. E ride! 4. Ma che ci avrà da ridere? Forse suo padre ha comprato un capretto? Sei un cavaliere romano? E io il figlio del re. [ ]. 5. Uomo fra gli uomini sono, e me la spasseggio a testa alta; non devo il baiocco d un soldo a nessuno, non ho mai avuto una denuncia, nessuno mi ha mai detto in piazza: Ridammi quello che mi devi . 6. Ho comprato un poderetto, ci ho da parte qualche soldarello, sazio venti stomachi e un cane. Ho riscattato la mia consorte, così nessuno può andare ad asciugarsi le mani sul suo petto; per affrancare la mia persona ho sborsato mille denari; invece seviro mi ci hanno fatto gratis, e morirò, spero, che non dovrò arrossire dopo morto . MONDO DEI LIBERTI Attraverso le parole di Ermerote, Petronio dà voce anche alle istanze di riconoscimento sociale dei liberti. Sottolineando elementi che emblematicamente indicano rispettabilità e successo, Ermerote mostra la soddisfazione del liberto che ha riscattato sé stesso e la propria consorte da una condizione spesso degradante. FORTUNA La categoria dei liberti mostra chiaramente come sia possibile modificare in modo radicale la propria condizione, passando da quella più bassa di schiavo a quella di cittadino. L accesso alla carica municipale di sevir è l onore politico più grande per un liberto e rappresenta anche simbolicamente l ascesa sociale di cui i liberti sono protagonisti grazie ai rovesciamenti della fortuna. (trad. L. Canali) mehercules: l invocazione alla divinità è una esclamazione tipica del parlato: per Ercole! . in molle carne vermes nascun tur: espressione proverbiale che fa riferimento alla mollezza di Ascilto. 4. Quid habet regis filius Numquid: è una forma rafforzata dell avverbio interrogativo num, che introduce una domanda retorica alla quale si attende una risposta negativa ( forse che ? ). pater lamna : tuo padre ha acquistato un fetum per una moneta ; la frase, quasi certamente proverbiale, è difficile da interpretare perché fetus può indicare il figlio di una pecora o di un uomo: nel primo caso sarebbe forse riferita all acquisto di un agnellino a poco prezzo (lamna è una forma sincopata di lamina, lett. sottile lastra di metallo , che indica per metonimia* una monetina); nel secondo, potrebbe riferirsi ad Ascilto stesso, nel senso che il padre avrebbe pagato per averlo come figlio, come se fosse chissà quanto speciale. A questa seconda interpretazione potrebbero collegarsi meglio le successive battute: «Sei un cavaliere romano? E io il figlio del re , come a dire chi ti credi di essere? (ricorda che gli equites, i cavalieri, erano cittadini che si distinguevano per prestigio e ricchezza). In ogni caso, 232 si tratta di una reazione irritata a un ilarità percepita come priva di motivo. 5-6. Homo inter homines non erubescam Qui e più avanti sono elencati tutta una serie di elementi emblematici non solo della condizione di uomo libero, ma anche simbolo tradizionale di onorabilità e rispettabilità: il poter andare in giro liberamente senza dover preoccuparsi di nascondere la propria identità (capite aperto ambulo), l assenza di debiti e l affidabilità (assem ae rarium nemini debeo nemo mihi in foro dixit: Redde quod debes ; sic moriar, ut non erubescam); il non aver mai ricevuto un decreto ingiuntivo (constitutum habui nunquam); avere una proprietà terriera e possedere dei risparmi (Glebulas emi, la mellulas paravi), segno di stabilità finanziaria; essere in grado di sfamare la propria, numerosa familia (viginti ventres pasco et canem); essere stato in grado di affrancare sé e la propria compagna (contubernalem meam rede mi; mille denarios solvi); l essere stato chiamato a rivestire una carica pubblica (sevir gratis factus sum). In questa sezione, dunque, c è tutto l orgoglio dello schiavo che ha conquistato da sé la propria libertà e il proprio prestigio, al punto tale che non deve niente a nessuno. assem aerarium: una moneta : l asse (assis) era la moneta dal valore più basso, originariamente in bronzo, poi in rame. constitutum: una convocazione (in tribunale): si tratta probabilmente di un riferimento al constitu tum debiti, un atto con cui ci si impegnava ad adempiere a un debito entro un termine perentorio. Glebulas lamellulas: glebu las è forma diminutiva del sostantivo gleba, tipica del parlato: puoi tradurre pezzetto di terra ; lamellulas è forma sincopata del diminutivo laminellulas (da lamina), pezzettini di metallo (nel senso di monete ) e quindi soldarelli . Sia glebulas che lamellulas vanno interpretate in senso antifrastico: le proprietà terriere del personaggio e i suoi risparmi non dovevano essere di esigue dimensioni, anzi tutt altro. ne quis ter ge ret: le schiave erano trattate in modo spesso degradante: quest espressione colorita allude appunto ad approcci di tipo sessuale. sevir: l onore politico più grande, per un liberto residente in un municipium, era quello di diventare seviro della propria città, perché a questa magistratura spettava il compito di organizzare costosi giochi pubblici; tale carica dunque assumeva un forte valore simbolico, in quanto sanciva l ascesa economica e sociale del detentore.

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale